Dalla lotta al coronavirus “deve uscire una nuova Europa, che deve sentirsi una comunità vera”. Ma per combattere l’emergenza economica in Ue non ci sono stati dei passi in avanti in Unione? “Sì, ci sono stati, ma ne mancano ancora molti”. Quello di Roberto Fico sembra essere più un auspicio che una considerazione. Nel lunedì di Pasquetta il presidente della Camera è intervenuto a Un giorno da pecora su Radiouno Rai. “L’Europa – ha detto la terza carica dello Stato – deve riuscire in tutti i modi a mettere al centro la solidarietà, deve fare meno calcoli e meno conti e deve capire che da questa lotta contro questo virus deve uscire una nuova Europa, molto più vicina ai cittadini, attenta ai bisogni dei suoi cittadini”. Per Fico “è importante avere le regole ferree poi deve essere possibile scavalcarle quando vi sono delle situazioni di questo tipo e non solo”. Quindi il presidente dei Montecitorio si è augurato che nei prossimi giorni l’Italia affronti “nel migliore dei modi questo dialogo forte con parte dell’Europa”.

Obbligata la scelta tra Eurobond e Mes per l’esponente del Movimento 5 stelle: all’Italia servono “senza dubbio gli Eurobond“. “Di condizionalità del Mes -ha poi puntualizzato- non se ne deve proprio parlare, non è possibile sottoscrivere questo tipo di condizionabilità. Oltre tutto è il Paese che decide di accedere al Mes e con certe condizioni il nostro Paese non ci accederebbe mai”. Quindi il presidente della Camera è intervenuto nel dibattito che nei giorni scorsi ha contrapposto il premier Giuseppe Conte ai leader dell’opposizione, Giorgia Meloni e Matteo Salvini. “Il Mes è stato sottoscritto in un momento di difficoltà e in quel Mes c’era una prevalenza dei Paesi del Nord che hanno una certa idea dei conti pubblici e del modo di fare alcune determinate cose. Ora siamo in un momento in cui è tutta un’altra epoca, è tutta un’altra storia, abbiamo uno shock che è simmetrico, non dobbiamo salvare uno Stato, due Stati per la stabilità europea, ma dobbiamo salvare tutti e quindi possiamo condividere anche un debito dove la Banca centrale europea sia garante per tutti e quindi compri anche titoli come sta facendo, ma ci vogliono passi in avanti molto, molto più grandi”.

Per commentare le polemiche tra premier e opposizione, Fico ha usato un’iperbole: “E’ chiaro che non siamo in Corea del Nord, tutti possono esprimersi e parlare, abbiamo la nostra Costituzione, abbiamo il Parlamento, abbiamo le Regioni, abbiamo un Paese che sta facendo sistema”. Secondo il presidente di Montecitorio: “Al di là delle polemiche che nascono, c’è unità nazionale, tra i cittadini c’è voglia di uscire dall’emergenza. Credo che i dibattiti vadano rinviati a dopo”. Quali dibattiti? “Per esempio quelli su sanità nazionale, sanità regionale, sono cose che vanno rimandate a dopo, quando saremo in grado di affrontarle in modo tranquillo”. Sulla patrimoniale, cioè il contributo di solidarietà per far fronte all’emergenza proposto da alcuni parlamentari del Pd, Fico non ha esposto un giudizio: “E’ una proposta – ha detto – si dibatte, ce ne sono tante, io adesso mi focalizzerei molto di più su ciò che dobbiamo fare da qui ai prossimi giorni, soprattutto rispetto al dialogo con l’Europa, al Consiglio europeo prossimo”.

Per quanto riguarda il fronte dei lavori parlamentari, invece, il presidente della Camera definisce “positivo” il fatto che “il Parlamento sia sempre aperto: abbiamo garantito l’attività parlamentare. Ma soprattutto c’è il lavoro preparatorio delle Commissioni, molto importante per migliorare le leggi. Sono soddisfatto per il lavoro fatto dai gruppi e il dialogo circa la sicurezza e la legislazione”. A questo proposito ha spiegato che “il voto sulle Olimpiadi nei prossimi giorni vedrà la partecipazione di tutti i deputati, ma si voterà uno alla volta, come con la fiducia“. Quale è la prima cosa che farà il presidente della Camera dopo la fine delle restrizioni? “Mi andrò a buttare a mare, a candela. A cufaniello come diciamo a Napoli”, ha risposto.

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