In Sicilia c’è un caso Villafrati, il piccolo comune in provincia di Palermo è stato appena dichiarato “zona rossa” dal governatore Nello Musumeci. Fino al 15 aprile, nel piccolo centro ci sarà il divieto di accesso e di allontanamento e la sospensione di ogni attività degli uffici pubblici, ad eccezione dei servizi essenziali e di pubblica utilità. Una scelta obbligata quella di Musumeci, dopo che a Villafrati si sono registrati 69 nuovi casi di positività al Coronavirus. Più della metà dei 118 contagi contagi registrati nell’intera isola delle ultime 24 ore (in totale fino a ora sono 800), quindi, sono localizzati nel piccolo comune in provincia di Palermo, e segnatamente all’interno di una casa di riposto per anziani. I 69 contagiati, infatti sono assistiti e dipendenti della casa di cura. Sono stati sottoposti al tampone dopo che un ospite della struttura è morto ieri nell’ospedale di Partinico, mentre altri nove sono ricoverati nello stesso nosocomio trasformato in Covid Hospital.

Ma come si è diffuso il contagio all’interno della casa di riposo? Secondo l’assessore alla Salute della Regione, Ruggero Razza, è colpa delle persone tornate dal Nord Italia. “Sono quasi 40mila i siciliani rientrati in Sicilia in questi giorni, ma purtroppo non tutti si sono registrati al portale della Regione siciliana. Molti dei contagi sono derivanti da queste azioni di rientro”, ha spiegato l’assessore. “In una casa di riposo di Messina – ha continuato – il contagio è arrivato da un parente di un ospite che rientrava dalle vacanze, così come a Villafrati il contagio è arrivato da una visita. Quando tutte le regioni chiedevano di attuare misure più forti ma di farlo per tempo, ci riferivamo proprio alla necessità di interrompere la catena di contagio”.

Chi è dunque la persona che andando in visita nella casa di cura di Villafrati ha contagiato quasi 70 tra anziani e dipendenti? Da giorni nel mirino è finita una ragazza di 20 anni, positiva al tampone: lavora nella casa di riposo, ed è ritenuta responsabile del contagio del nonno, ospite della struttura, e quindi a catena di tutti gli altri anziani. La donna, però, non è mai stata al Nord come hanno scritto una serie di quotidiani locali. Da dove nasce dunque il caso? “Qualche sito locale ha scritto che il contagio era stato portato da una donna arrivata dal Nord e che aveva il nonno nella casa di riposo. Il caso ha voluto che giorni prima una ragazza di 20 anni, che fa tirocinio nella casa di riposo, a seguito del ricovero del nonno positivo, ha fatto il test ed è risultata contagiata, seppure asintomatica. A quel punto è stata messa in isolamento a casa. Ma questa ragazza non è mai stata a Milano, perché lavora qui. Invece da quel giorno la accusano di essere la colpevole”, spiega Antonio Miceli, sindaco di Vicari, dove è residente la ragaza. “Questa ragazza – continua il primo cittadino – sta subendo una mortificazione continua, quindi chiedo la tutela della sua incolumità morale e fisica”. Una vera e propria caccia all’untore venuto dal Nord nel cuore della Sicilia, terrorizzata dal contagio.

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