Il coronavirus arriva anche all’isola d’Elba. Dopo settimane di paura per la riapertura delle seconde case da parte di lombardi e veneti, richieste di chiusura del porto e ordinanze per limitare al massimo gli spostamenti, sabato sera è arrivata la notizia del primo contagiato anche sull’isola. L’annuncio è stato dato con una diretta Facebook dal sindaco di Rio (3mila abitanti all’estremo nord-est dell’isola): si tratta di un uomo di 77 anni che è stato intercettato al pre-triage della struttura di Portoferraio perché sottoposto a dialisi tre volte a settimana. Le sue condizioni per il momento sono stabili e non preoccupanti. L’elbano non sarebbe mai uscito dall’isola, quindi la Asl sta provando a capire come sarebbe potuto avvenire il contagio: non è escluso, come sta succedendo nelle province di Massa e Lucca (le più colpite della Toscana), che questo possa essere avvenuto a causa degli arrivi dal nord da inizio marzo. Il timore, adesso, è che il contagio si estenda: oltre alla quarantena obbligatoria per i contatti stretti, da lunedì mattina sono in corso i tamponi alla moglie, agli altri pazienti dializzati con cui l’uomo è stato in contatto e agli operatori sanitari di Portoferraio. “Se il porto fosse stato chiuso prima – dice al fattoquotidiano.it il sindaco di Porto Azzurro, Maurizio Papi – l’isola sarebbe rimasta vergine dal contagio”.

La questione sanitariaLa paura è che, se il contagio si dovesse estendere a macchia d’olio, il sistema sanitario dell’isola non sarebbe in grado di sostenere una tale pressione: all’Elba non esiste un vero ospedale (quello di Portoferraio viene considerato più un pronto soccorso), non ci sono reparti di terapia intensiva (ne è stato donato uno solo grazie a una raccolta fondi) e in caso di ricovero i pazienti devono essere portati all’ospedale di Livorno con un elicottero militare che può volare solo in determinate condizioni. “Nell’ipotetico caso in cui si ammalassero in tanti, sarebbe un grosso problema ­– continua Papi – non siamo preparati e non abbiamo le strutture adeguate per rispondere a una possibile emergenza”. Al momento la Asl e il responsabile sanitario Bruno Maria Graziano hanno individuato una specifica procedura di trattamento per i pazienti Covid-19 e di volta in volta decideranno se trattarli sull’isola o mandarli sulla terra ferma. “Se tutti rispettiamo le regole il sistema tiene”, assicura il sindaco di Portoferraio, Angelo Zini.

Le ordinanze dei sindaci e la chiusura del portoDopo gli arrivi massicci delle ultime settimane, con la riapertura delle seconde case da parte di lombardi e veneti, i sindaci elbani hanno ottenuto il divieto degli sbarchi per i semplici cittadini ancor prima dell’ultimo decreto del governo che impedisce il trasferimento da un comune all’altro. Adesso il porto di Portoferraio rimane aperto solo per i rifornimenti medici e alimentari dell’isola e per il personale sanitario. Nel frattempo però, i sindaci dell’isola si muovono in ordine sparso provando a limitare gli spostamenti per evitare i contagi: a Porto Azzurro il sindaco, dopo aver ‘schedato’ chi ha riaperto le seconde case e imposto due passeggiate con il cane al giorno, adesso ha scritto una nuova ordinanza per imporre ai propri residenti una spesa ogni quattro giorni. Per farlo, davanti ai tre supermercati comunali si trovano volontari delle associazioni che ‘schedano’ chi entra e chi esce e, attraverso l’incrocio dei dati, si potranno scovare i furbetti.

Twitter: @salvini_giacomo

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