“Siamo pronti ad aiutare l’Italia con tutto quello di cui ha bisogno. In questo momento è colpita severamente dal virus, sosteniamo tutto quello che chiederà. Il prossimo potrebbe essere un altro Stato membro”. L’epidemia dilaga in Europa e la Commissione Ue alla fine risponde agli appelli alla solidarietà – da ultimo quello del capo dello Stato Sergio Mattarella – con passi concreti, annunciati a Bruxelles dalla presidente Ursula von der Leyen e dalla commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager. Nel frattempo anche la Bce ha corretto il tiro garantendo che se necessario agirà per ridurre la tensione sui titoli di Stato italiani.

Ogni spesa necessaria per la risposta alla pandemia, è il primo degli annunci arrivati da Bruxelles, sarà esclusa per definizione dal calcolo del deficit strutturale. In più le regole sugli aiuti di Stato sono di fatto congelate per consentire all’Italia di sospendere i versamenti fiscali, sostenere la liquidità delle imprese, compensare i settori fermi e garantire ammortizzatori sociali ai lavoratori. Lo stesso varrà per gli altri, quando saranno colpiti. Infine, essendo ormai molto probabile che il coronavirus sfoci in una recessione europea, l’esecutivo Ue proporrà la sospensione tout court dei vincoli di bilancio applicando una “clausola di salvaguardia” prevista per casi eccezionali. Intanto arriveranno risorse anche dal bilancio Ue: per esempio il Fondo europeo per gli investimenti garantirà 8 miliardi di euro in prestiti, a beneficio di 100mila pmi.

Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha accolto “con soddisfazione” la proposta. Per Enzo Amendola, ministro per gli Affari europei, “finalmente l’Europa lavora di squadra dando una prima vera e importante risposta all’emergenza”.

Spese fuori dal deficit e aiuti di Stato – Per l’Italia arriva innanzitutto la tanto invocata “golden rule” per qualsiasi spesa necessaria per far fronte al virus: non sarà conteggiata nel deficit. Viene insomma concessa “massima flessibilità”, ha spiegato la presidente, perché i Paesi membri devono poter spendere tutto ciò che sarà necessario per la sanità, gli ammortizzatori, il sostegno alle imprese. Lo choc del virus “è temporaneo ma noi dobbiamo agire per limitarlo il più possibile, facendo in modo che non si creino danni permanenti all’economia“. In più la Commissione Ue è pronta a dare il via libera a “una vasta gamma di aiuti di Stato”. La prima a poterli utilizzare è l’Italia ma “la situazione sarà la stessa in un crescente numero di Stati membri”, ha spiegato la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager.

In linea con queste decisioni i commissari Valdis Dombrovskis e Paolo Gentiloni, in una lettera inviata al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, chiariscono che “ogni misura ‘una tantum’ sulla spesa sarà esclusa per definizione dal computo del deficit” e “non ne sarà tenuto conto quando si valuterà la conformità con lo sforzo fiscale richiesto nell’ambito delle regole esistenti. Inoltre, la Commissione Ue valuterà ogni possibile richiesta sotto la ‘clausola eventi imprevisti’, usando il massimo della flessibilità” delle regole Ue”.

Stop alle regole del patto in caso di recessione – Infatti la Commissione è anche pronta a proporre al Consiglio di attivare la clausola di crisi per consentire un sostegno fiscale più generale. Questa clausola – prevista da regolamento europeo del 1997 in caso di sforamento “determinato da un evento inconsueto non soggetto al controllo dello Stati – permette di sospendere gli aggiustamenti di bilancio raccomandati dal Consiglio in caso di recessione severa della zona euro e della Ue. Che è ormai molto più di un’ipotesi, come ha spiegato il direttore generale della direzione generale agli Affari economici e finanziari dell’Ue Maarten Verwey: “Molto probabilmente la crescita dell’Europa e dell’eurozona quest’anno sarà al di sotto dello zero”.

A disposizione 1 miliardo dal bilancio europeo – Per dare “immediato sollievo” alle piccole e medie imprese, saranno messe a disposizione anche risorse del bilancio europeo. Nelle prossime settimane 1 miliardo sarà messo a disposizione del Fondo europeo per gli investimenti come garanzia per incentivare le banche a dare liquidità alle pmi. L’obiettivo è sbloccare “circa 8 miliardi di finanziamenti”.

Stop alla restituzione dei fondi strutturali non spesi – In parallelo la Commissione promette di accelerare nella proposta di uno schema europeo di riassicurazione contro la disoccupazione. E lancia la Coronavirus response investment initiative a cui verranno destinati 37 miliardi. A questo scopo l’esecutivo Ue propone anche al Parlamento e al Consiglio di non chiedere ai paesi di restituire i fondi strutturali già concessi e non spesi, per un totale di 8 miliardi. Se le altre due istituzioni diranno sì, la proposta verrà adottata entro due settimane. In parallelo c’è la proposta di allargare la portata del Fondo europeo di solidarietà per includere anche le crisi sanitarie. Per il 2020 sono disponibili fino a 800 milioni. E il Fondo europeo di adattamento alla globalizzazione ne ha a disposizione fino a 175 per supportare i lavoratori e gli autonomi.

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