“Il numero reale di contagiati è più alto di quello ufficiale, perché il famoso tampone viene fatto solo sui pazienti affetti da coronavirus che manifestano una infezione sintomatica. Quindi, quel dato sulla mortalità pari al 6,6% tiene conto solo di un denominatore”. Così, a “Piazzapulita” (La7), Massimo Galli, infettivologo e primario dell’ospedale Sacco di Milano, smentisce parzialmente Walter Ricciardi, consulente del governo Conte Due e membro dell’Oms. Il dato in discussione è il tasso di mortalità del coronavirus in Italia, pari al 6,6%. Ricciardi sostiene che il dato è solo lombardo: “Se spalmiamo il dato su tutto il territorio nazionale, è un po’ meno. Probabilmente la causa sta nell’età. La nostra demografia è caratteristica, ci sono molte persone anziane e peraltro piuttosto malandate rispetto al resto”.
Dissente Galli: “Sì, abbiamo molti anziani e tante persone con morbosità, ma, perdonatemi, qui c’è una questione di denominatori. Innanzitutto, quel 6,6% è un dato nazionale e non lombardo e visto che noi non abbattiamo i pazienti con un colpo alla nuca ma li curiamo il più possibile e bene, vorrei sottolineare che il vero problema è quello dei denominatori: se abbiamo un denominatore fatto soltanto da sintomatici, cioè da coloro che hanno fatto il tampone, è evidente che abbiamo una percentuale di persone che muoiono più alta di quella di Wuhan, dove quel dato attualmente è del 4,5% e addirittura della Corea del Sud, dove è dello 0,8%“.
E aggiunge: “È un fatto statistico. Questo vuol dire anche che le persone infette in Italia sono molto di più di quelle che sono state rilevate fino ad ora facendo il tampone ai positivi. In Cina, alla fine di gennaio, la percentuale di decessi sugli ospedalizzati con polmonite era del 14%. Se la percentuale la fai sui pazienti gravi, arrivi a questo dato, che assomiglia assai di più al nostro dato nazionale del 6,6%. Quindi, la giustificazione di quella letalità è questa: abbiamo fatto tamponi alle persone con infezione sintomatica e tutti gli altri non ci sono. È una percentuale pompata dal fatto che manca alla conta tutta la parte importante di coloro che fortunatamente hanno un decorso molto più mite e molto più tranquillo”.
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