Coronavirus? Credo che l’efficienza della sanità italiana si sia vista chiaramente. Dobbiamo,però, convergere sulle idee e soprattutto tenere presente che l’Italia ha un Sud. Quello che è successo nel Nord deve servire a informare gli ospedali e le strutture sanitarie del Sud e a prepararsi“. Sono le parole della virologa Ilaria Capua, ospite di “Piazzapulita”, su La7.

La direttrice del centro ‘One Health’ dell’università della Florida spiega: “Siamo di fronte a una pandemia. Possiamo definire questo evento “il cigno nero”, perché sta scuotendo la sanità, l’economia, i rapporti tra i Paesi. E quindi è un evento molto importante che va preso sul serio. La chiusura delle scuole? E’ importante per il rallentamento del contagio. Il numero attuale dei contagiati? In realtà, non sappiamo quanti casi ci sono in Italia. Dubito che siano 4mila, ma sinceramente non so se sono 20mila, 200mila o 600mila. Il numero reale dei contagiati è molto importante, perché maggiore è il numero degli infettati, soprattutto asintomatici, tanto più è evidente la risposta della popolazione a rispondere al virus. E in questo modo comincia a sviluppare la cosiddetta ‘immunità di gregge’“.

E aggiunge: “Ci mancano ancora delle informazioni di base. Quello che davvero serve è un test che non rilevi il virus, ma che rilevi gli anticorpi, cioè un test che sia in grado di identificare i ‘semafori rossi’. Un virus in persone completamente scoperte trova una galoppata di ‘semafori verdi’. Le persone che, invece, sviluppano la malattia e gli anticorpi diventano ‘semafori rossi’ e quindi, quando il virus inizia a incontrare più semafori rossi, ecco che inizia a fermarsi la curva epidemica. Senza questo denominatore, non possiamo dire nulla. La forbice di incertezza, attualmente, è gigantesca. Purtroppo ora navighiamo nel buio, facciamo previsioni basate sulla letteratura scientifica e sulla nostra esperienza. Ma questo virus continuerà a circolare, non pensiamo che andrà via“.

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