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Sanremo 2021, chi è Fasma, il rapper filosofo: “Ci sarà un cambiamento radicale dal basso, non c’entrano i grillini né la politica”

Il rapper, con all'attivo 80 milioni di stream, ha sconfitto i suoi demoni e l'ansia e lo canta nel nuovo album “Io sono Fasma”. Quattordici tracce, in cui Fasma evoca spesso il nudo, non in accezione erotica, ma esistenziale. “La vera rivoluzione nasce da se stessi, lasciate stare la politica”, è la sua filosofia e la spiega a FqMagazine 

di Andrea Conti

Fasma torna sul palco del Festival di Sanremo dopo essersi distinto nel 2020, nella sezione Nuove Proposte con “Per sentirmi vivo”, uno dei brani più ascoltati su Spotify alla chiusura della kermesse, ma anche uno dei pochi originali e contemporanei in concorso. Tiberio Fazioli, questo il suo vero nome, tra singoli e album, il secondo è “Io sono Fasma”, ha alle spalle 80 milioni di stream. Una vera e propria responsabilità, come ha raccontato in questa intervista del 2020 a Ilfattoquotidiano.it.

Non chiamatelo trapper, Fasma Si ispira al rap classico di Eminem ma anche ad artisti contemporanei come XXXTentacion e Post Malone. Oggi Fasma è riuscito a sconfiggere il suo demone principale: l’ansia, grazie anche a un angelo custode. Per questo si mette a nudo, senza fronzoli e in maniera diretta invita, qualora fossimo insoddisfatti, a rivoluzionare la nostra vita, rispettando sempre noi stessi.

Contento di come sono andate le cose al Festival di Sanremo?
Sono arrivato a Sanremo, tranquillo, non mi aspettavo nulla e nemmeno volevo fare i conti con la gara. Avevo solo voglia di fare bene. Ho un ottimo ricordo di come sono andate cose, volevo portare un messaggio: la consapevolezza di sé stessi.

“Per sentirmi vivo” è stato uno dei brani più ascoltati post Sanremo in streaming, come mai è piaciuta?
Non ha filtri. È una canzone sincera che non vuole nascondere nulla e arrivata a tantissime persona. Devo dire che c’è stata una energia pazzesca che mi ha circondato.

Perché “sta gente vuole Fasma, non parlare con Tiberio”?
Un concetto attuale, che parte da una semplice considerazione: la gente non parla, e non vuole parlare, con una persona pensante, ma con la figura del cantante circondato dalla popolarità e dal successo. Non sono una persona falsa, non lo sono mai stato, cerco di essere coerente: preferisco la verità alla falsità.

In uno dei tuoi brani evochi un “cambiamento. E se non partirà dall’alto, partirà dal basso”, sembra un po’ evocare la filosofia del Movimento 5 Stelle. Un caso?
No, no la politica non c’entra nulla, è una coincidenza. Io auspico un cambiamento dal punto di vista umano, nel quale le canzoni, le persone si possano sentire tranquille nell’essere se stesse. In determinate realtà gli agenti esterni ci definiscono, siamo noi che dobbiamo definire la nostra realtà.

Parli di corpi nudi sia in “Nudi” che “Cosa? Scusa!”. Come mai?
Solo fonte di ispirazione. Essere nudi è una confidenza che va oltre, non si parla di sesso ma d’amore, è l’essere intimo, stare l’uno con l’altro, senza giudizio dell’altro.

“Basta” evoca un suicidio, una scena molto forte, sulla scia di una grande delusione. Com’è nata questa canzone?
Della realtà, parte di quella che ho vissuto, dalle mie vecchie ansie e paure. Un discorso che ho fatto a me stesso e non parte dall’esterno, ci sono tanti miei processi mentali in questa traccia. Un momento di rottura nella mia vita e anche un discorso rivolto a chi mi ascolta: si può ripartire, si può cancellare i momenti difficili. Un bell’incoraggiamento.

Hai alle spalle 80 milioni di stream, perché questo grande seguito?
In questo momento non crede di avere tutto questo hype attorno, mi sento solo fiero di quelli che mi ascoltano ancora più a fondo, mi sono rimesso in gioco. Rivendico il fatto che racconto la realtà che non è quella che ci circonda, ma che deve partire da dentro: vivere con le proprie scelte è fondamentale. Ho vissuto tante cose brutte e belle, ho avuto la fortuna di avere tanti amici e non tutti sono stati fortunati come me. Non è per niente facile dire di sì e dire di no in alcune circostanze. Ho avuto la possibilità di dire diversi no, è una parola che pesa, a volte, ma è bello aver avuto la possibilità di poter condividere con altre persone il mio pensiero (vedi Sanremo). Esperienze che mi hanno portato a rimanere attaccato al nucleo familiare. Non ho pensato al business perché il business porta inevitabilmente all’individualismo.

Il 3 aprile canterai a al Teatro Centrale di Roma e il 5 aprile ai Magazzini Generali di Milano. Cosa ci aspetta?
Ci sarà una bella band, spero si possa creare questo rapporto di empatia e di sensibilità con chi ci sarà, non vedo l’ora di divertirmi e divertire. Sono convinto che questo potrà accadere.

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