I dati dell’Autorità portuale e delle compagnie di navigazione non ci sono ancora ma all’isola d’Elba la presenza massiccia di lombardi e veneti di questi giorni non è passata inosservata, soprattutto per un mese poco turistico per il territorio come febbraio. Il motivo? Il coronavirus. Secondo i sindaci elbani e molti residenti, che impauriti hanno fatto partire il tam tam sui social network, infatti, i cittadini provenienti dalla Lombardia e dal Veneto nell’ultima settimana hanno risposto all’emergenza del Covid-19 riaprendo le seconde case, quelle che vengono usate solo nei mesi estivi per godersi il mare dell’Isola. Così, per molti elbani, da risorsa turistica, gli italiani provenienti dal nord Italia sono diventati soggetti in grado di portare il contagio, nonostante non vengano dalle “zone rosse”, quelle cioè del focolaio. Per questo i sindaci elbani si sono mossi a una sola voce chiedendo alla Regione Toscana di istituire un cordone sanitario sulla terraferma per fare i dovuti controlli e, nel caso, non far partire, e quindi sbarcare, i possibili infetti. “Non stiamo chiedendo chiusure – dice al fattoquotidiano.it il sindaco di Portoferraio, Angelo Zini – però certo chiediamo almeno che siano fatti tutti i controlli sanitari possibili perché vogliamo evitare che anche l’Elba venga contagiata dal virus”.

La frontiera sanitaria a Piombino – L’idea è nata martedì in due incontri, uno a Pisa con la Asl e uno a Firenze con il presidente della Toscana, Enrico Rossi. I sindaci Maurizio Papi (Porto Azzurro), Andrea Gelsi (Capoliveri) e Zini, di Portoferraio, hanno chiesto di istituire la frontiera sanitaria sulla terraferma. L’ipotesi è quella di un checkpoint al porto di Piombino, da cui salpa la maggior parte dei traghetti per l’Elba, così da tracciare tutti gli spostamenti e le frequentazioni degli ultimi giorni dei cittadini che vogliono sbarcare sull’Isola. Dalla Regione che ha già previsto l’obbligo di avvisare la Asl in caso di rientro dalle aree del contagio, però, è arrivato un “no”. Nessuna eccezione sarà fatta per l’Isola. Per questo al momento l’idea più concreta è quella di distribuire all’imbarco un questionario da far compilare ai viaggiatori per raccogliere le informazioni sui loro spostamenti, d’accordo con le compagnie di navigazione. Il sindaco Zini ridimensiona la diatriba, ma continua a chiedere cautela: “Ci stiamo ancora lavorando per capire se ci sono le condizioni tecniche, giuridiche e di organizzazione – spiega – non possiamo scrivere ordinanze a caso. Eppure vogliamo lanciare un messaggio: questo è un posto normale che però deve rispettare tutte le norme sanitarie del caso”.

“Elba free virus” – Lo slogan ormai viene ripetuto di bocca in bocca: “Elba free virus” (Elba libera dal virus). Adesso i sindaci e le associazioni di categoria dovranno stabilire concretamente come filtrare i passeggeri: chi starà al porto di arrivo, chi raccoglierà i questionari e chi, nel caso, deciderà se vietare lo sbarco ai possibili contagiati. La preoccupazione di sindaci e operatori economici infatti è tutta rivolta alla stagione estiva, a rischio se anche l’isola d’Elba dovesse diventare zona di contagio: “Abbiamo già subito grossi danni per il blocco delle gite scolastiche su cui io non sono d’accordo con il governo – conclude il sindaco di Portoferraio – non si può considerare uguale tutto il territorio nazionale. E quindi adesso rischiamo anche per la stagione estiva: potremmo avere ricadute molto negative sul turismo”.

Twitter: @salvini_giacomo

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