I post su facebook, le foto sui social, i cartelli con l’hashtag e i cori che ripetono “onestà, onestà”. Il Movimento 5 stelle torna a manifestare in piazza. E lo fa per rilanciare la battaglia sul taglio dei vitalizi degli ex parlamentari. Escludendo le campagne elettorali per elezioni regionali e comunali, è la prima volta dei grillini in piazza dalle politiche del 2018. I sondaggi dicono che da allora i consensi si sono dimezzati, Luigi Di Maio si è dimesso da capo politico e il Movimento è in attesa degli Stati generali che dovranno ridisegnarne gli assetti e gli equilibri. La kermesse per rivoluzionare il M5s, però, non si terrà prima di aprile visto che bisognerà attendere il referendum per il taglio dei parlamentari previsto per il 29 marzo. Nell’attesa i 5 stelle manifestano contro il ritorno dei vitalizi al Senato. “Siamo oltre 10mila in piazza“, sostengono fonti dell’organizzazione. La manifesazione è durata circa tre ore e ha vissuto momenti di caos quando la folla ha contestato la Iena Filippo Roma: è stato necessario l’intervento di alcuni parlamentari tra cui Sergio Battelli, per placare gli animi. Alla fine il M5s ha diffuso una nota per sottolineare che “le piazze del Movimento sono e devono essere pacifiche, per altro non c’è spazio. I giornalisti hanno il diritto di svolgere la loro professione in piena libertà”.

In piazza ministri e parlamentari – In piazza tra i militanti sono arrivati diversi ministri e parlamentari del Movimento, a cominciare da Di Maio: “Questa è una piazza che ama l’Italia, noi siamo i cittadini che vogliono garantire a tutti eguaglianza e libertà. Noi siamo orgogliosi di essere cittadini italiani. Se oggi siamo in piazza è perché chiediamo istituzioni all’altezza dell’amore per il nostro Paese, all’altezza dei valori della bandiera italiana”. Il ministro degli Esteri ha spiegato dal palco che i 5 stelle sono scesi in piazza non solo per manifestare contro i vitalizi: “Vogliamo uno Stato in cui gli onesti vanno avanti e i furbi vengono puniti“. “Questa è una piazza che vuole solo fare una cosa, rivendicare il nostro diritto a essere il M5S. È il valore dell’onestà che ci ha portato nelle istituzioni. Questa è una piazza che va oltre il tema dei vitalizi”, ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. In piazza anche il senatore Nicola Morra e il titolare del Mise Stefano Patuanelli accolto dai cori. “Siamo in piazza perché vogliamo dare risposta ai cittadini normali e non alla casta e ai privilegi della politica. Parliamo esclusivamente di vitalizi”, dice il ministro, che ha parlato del futuro del governo: “Bisogna allearsi sul rispondere e dare risposte ai cittadini e penso che questa sia l’unica cosa che deve fare il M5S, parlare di temi, di energia pulita, di ambiente. Su queste cose possiamo fare alleanze con chi ci sta. Ma non è una questione di fare alleanze strutturali a prescindere con qualcuno”. “M5S è nato dalla piazza e ascolta le persone che quella piazza oggi, a Roma, l’hanno riempita per dire no alle iniquità. La nostra è sempre stata e continuerà ad essere una rivoluzione gentile“, ha detto il titolare per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, sostenendo che “il Governo non è a rischio, durerà fino al 2023“. Il viceministro dello Sviluppo Economico Stefano Buffagni, invece, ha attaccato le sardine: “Sono diventate il caviale ormai. Si sono imborghesite andando dai Benetton. Noi stiamo in mezzo alla gente e ricordiamo che i vitalizi sono un privilegio indegno, dobbiamo considerare i politici come dei cittadini. Se qualcuno dai palazzi si è dimenticato, è giusto che la piazza glielo ricordi”. Proprio oggi il leader del movimento antipopulista, Mattia Santori, in un’intervista a Repubblica ha ripetuto che i 5 anzichè scendere in piazza contro i vitalizi, i 5 stelle “pensino piuttosto ai decreti sicurezza. Da loro riceviamo solo attacchi, da quando è uscita la foto con Benetton hanno rivelato il terrore che hanno nei nostri confronti”.

Fico: “Orgoglioso di quanto fatto alla Camera” – Il presidente della Camera, Roberto Fico ha ricordato su facebook che “una delle prime cose su cui mi sono messo al lavoro è la scrittura della delibera che supera i vitalizi. Mi sono confrontato con Inps e Istat, e la Camera ha fatto un enorme lavoro sui dati. Sono stati quattro mesi di impegno intenso. E alla fine abbiamo prodotto una delibera che fa risparmiare 40 milioni di euro all’anno. E soprattutto una delibera che chiude una stagione e un’epoca. Sono orgoglioso del lavoro fatto”. Diversa la situazione al Senato, dove circa 700 ex parlamentari hanno fatto ricorso contro il taglio dell’assegno. La decisione sul ritorno del vitalizio è affidata alla Commissione contenziosa, un organo interno a Palazzo Madama, che avrebbe dovuto emettere la sua decisione il 20 febbraio ma l’udienza è stata rinviata.

L’impasse al Senato – La situazione però è precipitata prima per le accuse di conflitto d’interesse mosse dai 5 stelle al presidente della commissione, Giacomo Caliendo, che in quanto senatore da più legislature sarà a sua volta un titolare dell’assegno, e al giudice Cesare Martellino, componente tecnico non senatore, indicato dagli stessi grillini come ex collega di Nitto Palma. Ma a rendere roventi le polemiche è stato soprattutto uno scoop del Fatto Quotidiano che ha svelato come la sentenza della commissione fosse stata già scritta: il Senato intende ripristinare i vitalizi senza la sforbiciata imposta dal ricalcolo su base contributiva in vigore dal 1 gennaio 2019. Vuol dire che l’assegno sarà ripristinato per oltre 700 ex senatori, cancellando il risparmio da 22 milioni di euro all’anno. Caliendo ha smentito sostenendo che la nota diffusa dal Fatto fosse un “falso”: “Era una proposta, come ce n’erano altre, ben diverse, quella sì formulata da me, ma accantonata”. Poi ha annunciato l’intenzione di astenersi dalla decisione, mentre i 5 stelle chiedono l’azzeramento dei componenti della commissione e dell’iter per decidere sui ricorsi.

Crimi: “Faremo sentire la nostra voce contro il privilegio” – Nel frattempo i 5 stelle hanno deciso di scendere in piazza Santi Apostoli a Roma. “Oggi è il giorno in cui da una piazza faremo sentire la nostra voce, tutti insieme, a coloro che stanno cercando di riprendersi il vitalizio, quel vergognoso privilegio che con fatica eravamo riusciti a cancellare. Pensare che quel passato possa tornare, fa ribrezzo. Pensare che quell’epoca -in cui bastavano pochi anni di Parlamento, perfino pochi giorni, per assicurarsi una pensione a vita- possa ripresentarsi, fa indignare”, scrive il reggente M5S Vito Crimi su facebook. “Allora -aggiunge- dobbiamo reagire, per ridare dignità a chi deve lavorare 40 anni, una vita intera, per meritarsi la pensione. Qualche distributore di fake news ci accusa di andare in piazza ‘contro il nostro stesso governo‘. È falso. Il Governo non c’entra nulla. A decidere sui ricorsi presentati da quegli oltre 700 ex senatori che rivogliono il vitalizio sarà una commissione del Senato”. Sul palco il capo politico a interim ha detto: “Qualcuno ci ha dato per finiti e pensava di prendersi tutto quello che noi avevano tolto, ma non avevano fatto i conti con voi, con i cittadini. Oggi dimostriamo che quello che abbiamo fatto finora, non si tocca: il reddito di cittadinanza, lo spazza-corrotti, l’abolizione dei vitalizi e nessuno deve mettere il becco sulla prescrizione“.

Castaldo: “In 18 Paesi Ue vitalizi non esistono” – In piazza c’erano anche europarlamentari, consiglieri regionali e sindaci. “In un Paese normale oggi il Movimento 5 Stelle non dovrebbe essere in piazza per dire basta a quei privilegi che in democrazia non dovrebbero esistere. Purtroppo però c’è una casta di pochi privilegiati che si arrocca su posizioni insostenibili che non esistono in nessuna parte d’Europa. In 18 Paesi europei, infatti, i vitalizi non esistono e i politici versano i contributi come tutti gli altri cittadini. A questi Paesi il Movimento 5 Stelle si ispira”, ha detto Fabio Massimo Castaldo, vicepresidente del Parlamento europeo. “La battaglia del Movimento 5 Stelle contro sprechi e privilegi continua anche in Europa – ha aggiunto – Abbiamo scoperto infatti che per tenere in piedi il sistema di pensioni, privilegio vigente al Parlamento europeo, c’è un buco di 362 milioni di euro. Un buco che i cittadini europei non devono ripianare perché questi privilegi sono immorali. Piazza Santi Apostoli oggi lancia un messaggio chiaro e forte a tutta Italia e a tutta Europa: il Movimento 5 Stelle è un seme e sta ritornando a fiorire”. Dall’Iran interviene anche Alessandro Di Battisa definendo “vergognosa”la difesa dei vitalizi che “dimostra una cosa. Certe battaglie, sacrosante, si possono vincere esclusivamente con il supporto e la partecipazione popolare”. “Le migliaia di persone che stanno arrivando a Roma per combattere contro uno dei tanti stomachevoli privilegi del sistema – aggiunge l’ex deputato M5S – sono un esempio di cittadinanza attiva e sono il mio più importante riferimento. Conosco e adoro le piazze del Movimento e, seppur da molto lontano, sono con loro”.

Gli ex parlamentari contro M5s: “Vogliono impedire ai giudici di emettere sentenza” – Nel giorno della piazza grillina anti-vitalizi, gli ex parlamentari che hanno fatto ricorso contro i tagli sono tornati a ribadire le proprie ragioni. E, puntando il dito contro la manifestazione M5S, annunciano battaglia, invocando “la forza del diritto contro il diritto della forza“. “E’ la prima volta che si organizza una manifestazione per impedire a dei giudici di emettere una sentenza oppure per tentare di condizionarli, intimidirli, minacciarli”, sostiene Antonello Falomi, presidente dell’Associazione degli ex parlamentari, a proposito della decisione che dovrà essere adottata dalla Commissione contenziosa di Palazzo Madama sui ricorsi degli ex senatori sui vitalizi. “Sembra che per gli ex parlamentari non vale ciò che vale per un normale cittadino ovvero il diritto ad avere un giudice. Questa manifestazione è il punto di arrivo di una azione” messa in campo per “tentare di negare giustizia agli ex parlamentari“, insiste Falomi, che parla di “vergognosa gogna mediatica a cui sono stati sottoposti alcuni giudici di quella Commissione, a partire dal senatore Caliendo”. Stando ai numeri diffusi da Falomi, sono “2.154 gli ex parlamentari che hanno impugnato le delibere degli uffici di presidenza”. Di questi “74 nel frattempo sono deceduti”. Si tratta, spiega Falomi, di parlamentari “privati di risorse significative, per alcuni indispensabili, dipinti come ladri e parassiti, peggio dei camorristi”. E ancora: “Perché il M5S ha paura del pronunciamento di un organo giudiziario? Stanno facendo di tutto per impedire questa sentenza. Anche la data del 20 febbraio è saltata, non si sa quando la Commissione contenziosa sarà riconvocata”.

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