È stato fermato a Parigi Piotr Pavlenski, l’artista russo che afferma di essere all’origine della diffusione del video a sfondo sessuale che ha messo in crisi la candidatura di Benjamin Griveaux a sindaco della capitale francese, spingendo il candidato di En Marche a rinunciare alla corsa. Griveaux, uomo del presidente Emmanuel Macron, ha lasciato il partito di maggioranza senza candidato a un mese dalle elezioni. A poco più di 10 giorni dalla scadenza per la presentazione delle liste la candidatura di Griveaux procedeva peggio di ogni previsione: era lontano, al terzo posto, dietro la sindaca uscente Anne Hidalgo, e dietro la concorrente per ora più agguerrita, la rappresentante della destra dei Republicains, Rachida Dati, ex ministra della Giustizia di Nicolas Sarkozy.

Griveaux faceva le spese della spaccatura nella coalizione, con il matematico Cedric Villani che ha scelto di uscire da La Republique en Marche pur di non allearsi con il candidato del partito del presidente. Adesso, un passo indietro di Villani – e soprattutto di Macron, che gli aveva chiesto di allearsi con Griveaux una decina di giorni fa ricevendo un secco ‘no’ – sembra difficile. Per questo, nella sede de La Republique en Marche si susseguono riunioni da questa mattina con gli alleati centristi per trovare una soluzione entro lunedì. Quello che è successo ieri – ha detto il segretario di En Marche, Stanislas Guerini – è chiaramente uno schianto nel cuore della nostra campagna, e della nostra democrazia“. Guerini ha chiarito che l’obiettivo è “trovare rapidamente e collettivamente” un nuovo leader della campagna elettorale.

Fra i nomi che circolano più insistentemente, quello dell’ex ministro Mounir Mahjoubi, che si è detto disponibile, e quello del portavoce del partito in Senato, Julien Bartegon. Intanto, tutti i partiti, dalla sinistra de La France Insoumise, all’estrema destra del Rassemblement National, hanno condannato all’unanimità la diffusione sul web del video. Il governo si è stretto al suo fianco, gridando a una “campagna di fango”. Lo stesso Griveaux ha sottolineato di aver avuto l’appoggio di Macron “qualunque fosse stata la decisione” adottata. Sul rischio di manipolazioni alle prossime presidenziali, il presidente della Repubblica ha condannato che “dei privati utilizzino tecnologie di ‘deep fake’, manipolazioni, infiltrazioni e diffondano informazioni ad altissima velocità di qualsiasi tenore senza alcuna tracciabilità, in sistemi democratici ipermediatici dove tutto si viene a sapere immediatamente, con un effetto di emotività e intimidazione”.

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