Le sigarette elettroniche sono “dannose per la salute e non sono sicure”, soprattutto se ad utilizzarle sono le donne incinte e gli adolescenti. Lo si legge in un documento pubblicato sul sito dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), in cui si chiede che “laddove non siano vietate, vengano regolamentate”.

A correre i rischi maggiori legati all’uso delle e-cig, si spiega, sono le donne in gravidanza perché “possono danneggiare il feto in crescita” e gli adolescenti poiché la nicotina in esse presenti crea “dipendenza nel cervello in via di sviluppo”. Anche perché tra i 15mila aromi in commercio ve ne sono “molti progettati per attirare i giovani, come gomma da masticare e zucchero filato”.

In generale, comunque, la ricerca, che da una parte trova l’approvazione dei pediatri creando però qualche dubbio tra chi si occupa di aiutare i fumatori a smettere, sostiene che i dispositivi e i liquidi “aumentano il rischio di malattie cardiache e disturbi polmonari“, oltre ad esporre anche i non fumatori “alla nicotina e ad altre sostanze chimiche dannose”. I liquidi utilizzati per svapare possono “bruciare la pelle e causare avvelenamento da nicotina se ingeriti o assorbiti”.

Tra chi si occupa di aiutare i fumatori a smettere con le sigarette classiche, però, c’è chi ritiene l’elettronica un buon compromesso per allontanare le persone dal tabacco. Sul fatto che le e-cig siano meno dannose rispetto alle sigarette tradizionali, la ricerca precisa che questo “dipende dalla quantità di nicotina e di altre sostanze tossiche nei liquidi riscaldati” e che “esistono altri prodotti collaudati, più sicuri e autorizzati, come cerotti sostitutivi della nicotina”. Ad oggi, le e-cig sono “vietate in oltre 30 paesi in tutto il mondo” e per questo l’Oms raccomanda agli Stati di attuare misure volte a “interromperne la promozione”.

“L’avvertimento conferma cose che sapevamo, ma ci fa piacere che l’Oms abbia preso una posizione chiara e forte”, spiega Rino Agostiniani, vicepresidente della Società Italiana di Pediatria (Sip) e direttore della Pediatria dell’Asl Toscana Centro. Le e-cig “sono uno strumento nato per dissuadere gli adulti dal fumo ma che sta diventano uno strumento che sempre più spesso avvicina i giovani, anche di 11-13 anni, a potenziali situazioni di dipendenza, magari suscitando meno timore nei genitori”.

E non è questo l’unico rischio. “Spesso – prosegue -, soprattutto nei liquidi che non passano per il commercio ufficiale, non c’è chiarezza su quanta nicotina ci sia, e la nicotina, nelle donne in gravidanza, danneggia il feto perché peggiora gli scambi a livello placentare”.

A sottolineare invece i lati positivi è Fabio Beatrice, direttore del Dipartimento di Otorinolaringoiatria e Responsabile del Centro Anti Fumo dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino. “Per chi non riesce a smettere di fumare – spiega – lo switch al fumo digitale costituisce un vantaggio clinico a fronte delle assolute certezze sulla letale tossicità del fumo combusto”. E questo, afferma, è dimostrato da numerose evidenze scientifiche. “Andrebbero quindi separate – conclude – le politiche che tutelano i non fumatori e i giovani dalle politiche di aiuto ai fumatori”.

Articolo Precedente

Cina, non solo coronavirus: scoperti antichi virus intrappolati nei ghiacci

next
Articolo Successivo

Coronavirus, uno studio di The Lancet rivela: “Malattia può essere asintomatica”. Burioni: “Pessima notizia, così difficile fare controlli”

next