I renziani? “Se non riusciremo a convincerli sulla prescrizione ce ne faremo una ragione poi ognuno si prenderà le proprie responsabilità“. I 5 stelle? “Alle prossime elezioni ci saranno ancora? Per me sono finiti”. Ennesima giornata di botta e risposta tra Italia viva e 5 stelle. Il terreno di scontro? Sempre lo stesso: la giustizia. “Sulla prescrizione noi votiamo per difendere una proposta del governo Renzi-Gentiloni: ci sono due leggi in ballo e noi stiamo con la legge dei nostri governo. Se si vuole evitare tutto questo, il ministro Bonafede cambi la sua proposta che è un obbrobrio”, ha detto Matteo Renzi, aprendo lo scontro di giornata.

In serata ecco la replica di Alfonso Bonafede a Otto e mezzo su La7: “Se non convinceremo i renziani – dice il guardasigilli – ce ne faremo una ragione poi ognuno si prenderà le proprie responsabilità. L’abolizione della prescrizione è un elemento fondamentale per assicurare la certezza della pena. Per garantire una durata giusta dei processi ho anche presentato una serie di proposte per riformare il processo penale. Alle idee migliorative sono sempre aperto ma vorrei chiarire a Matteo Renzi che la prescrizione non è una proposta a cui ci si può opporre ma è legge dal primo gennaio”. A proposito di possibili ricadute sul governo da questa differenza di posizioni, il ministro dice: “Mi sembra che gli stessi esponenti di Italia Viva abbiano escluso di volere una crisi di governo. Ma sia chiaro che la logica del ricatto è inaccettabile“.

In serata ecco la controreplica di Renzi, ospite di Piazzapulita su La7: “”Alle prossime elezioni ci sarà ancora il M5s? Per me sono finiti. La politica ormai cambia a una velocità impressionante. Il M5s è stato una grande speranza per tanti italiani, ha dato parole d’ordine che poi si sono rimangiati, come sugli 80 euro di Renzi che erano una mancetta elettorale e ora li hanno ampliati”. Eppure proprio Italia viva, il partito fondato dall’ex premier dopo la scissione dal Pd, non gode di stime positive secondo i sondaggi. “Siamo al 4%? Ne riparliamo dopo le politiche. Noi saremo a doppia cifra”, sostiene Renzi. Secondo il quale, Luigi Di Maio, che ieri si è dimesso da capo politico del M5s: “È cresciuto. Prendiamo ad esempio il passaggio di ieri su Mattarella. Nel 2015 votò contro e nel 2018 addirittura Di Maio chiede la messa in stato di accusa per altro tradimento, ieri invece nel suo discorso ha dipinto Mattarella come una specie di nume tutelare delle Repubblica. Io dico: bene così. Anche sulla politica estera. Di Maio era contro Obama, ieri è stato molto filoatlantico”.

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