Salgono a 25 i morti in Cina a causa del coronavirus e oltre 600 persone sono state contagiate: è stato registrato il primo decesso al di fuori dell’epicentro di Wuhan. Crescono i contagi all’estero: casi in Arabia Saudita e in Vietnam, e arrivano i primi casi sospetti in Europa: sei persone sono state sottoposte al test nel Regno Unito, cinque in Scozia e uno in Irlanda del Nord. La Francia invece ha smentito qualunque caso di contagio. A Fiumicino sono arrivati i primi passeggeri provenienti da Wuhan, la città-focolaio, e in Cina le misure decise dalle autorità per evitare la diffusione del contagio sono sempre più severe: le autorità hanno chiuso la Città Proibita di Pechino che, insieme a Macao, ha annullato i festeggiamenti per il Capodanno cinese del 25 gennaio, occasione in cui viaggiano milioni di persone all’interno e verso il Paese. Un evento di cui si sono ampiamente occupati i media nazionali che, invece, hanno ignorato l’epidemia. Il timore che il contagio peggiori nel corso delle festività ha affondato i listini del secondo mercato azionario al mondo, indebolito lo yuan e fatto scendere i rendimenti sui bond governativi, visti come ai minimi dal 2016. La Borsa di Shanghai ha perso il 2,75% in quella che è stata la peggior seduta di fine anno della sua storia.

L’OMS: “Non è ancora emergenza” L’organizzazione Mondiale della Sanità ha convocato il Comitato di emergenza a Ginevra: “È ancora troppo presto per dichiarare un’emergenza sanitaria globale”, ha detto il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus in conferenza stampa. La decisione arriva dopo che per due giorni esperti indipendenti hanno valutato le informazioni a disposizione sul nuovo coronavirus e sulla sua diffusione. La valutazione del rischio da parte dell’Oms è che “l’epidemia abbia un rischio molto elevato in Cina e un rischio elevato a livello regionale e globale”. “Sappiamo che esiste una trasmissione da uomo a uomo in Cina, ma per ora sembra limitata a gruppi familiari e operatori sanitari. Al momento, non ci sono prove di trasmissione da uomo a uomo al di fuori della Cina. Ciò non significa che non accadrà” ha spiegato Ghebreyesus.

Aumentano i contagi: casi sospetti anche in Europa – All’aeroporto di Los Angeles, dove sono stati attivati scanner per la temperatura, è stato portato in ospedale per accertare se i suoi sintomi influenzali siano legati al coronavirus cinese. L’uomo è arrivato negli Stati Uniti con la famiglia su un volo da Mexico City. Singapore ha registrato un primo caso, un uomo di 66 anni di Wuhan, il 20 gennaio scorso. Il figlio di 37 anni è trattato in ospedale come caso sospetto mentre i suoi compagni di viaggio sono in quarantena. Un’altra donna di 53 anni, anch’essa cinese, è risultata positiva ai test preliminari, ancora in attesa di conferma. Un caso segnalato anche in Arabia Saudita: si tratta di un’infermiera indiana che lavora in un ospedale nella città saudita di Khamis Mushait, risultata positiva ai test. Segnalati anche due casi in Vietnam: sono due cittadini cinesi, padre e figlio. In Europa non ci sono ancora stati casi di contagio, ma si tengono monitorati alcuni casi sospetti: quattro cittadini cinesi in Scozia sono stati sottoposti ai test. Le Figaro riportava anche un possibile caso in Francia, ma il ministero della Salute ha smentito: secondo il giornale si trattava di una donna cinese, proveniente dalla città di Wuhan e arrivata ieri su territorio francese con sintomi di “febbre e tosse”. Le persone sottoposte al test erano in realtà due, ma nessuna è risultata positiva al virus: lo ha affermato la ministra della Salute francese, Agnes Buzyn, facendo il punto con la stampa.

Cinema e teatri chiusi, code nei supermercati – I trasporti in ingresso e uscita da Huanggang ed Ezhou, nella provincia cinese di Hubei, saranno bloccati dalla mezzanotte locale di giovedì mentre teatri, internet café e altri centri sono chiusi da oggi. A Wuhan polizia, unità speciali e soldati controllano la stazione ferroviaria, mentre aeroporti, metropolitana, stazioni dei traghetti e dei pullman di lunga distanza sono bloccate. Sui social media si legge che teatri e altri negozi della città hanno cancellato spettacoli e appuntamenti. Una quinta città è stata “isolata”: Xiantao, a 100 chilometri a sud ovest di Wuhan. Il colosso tech Huawei ha annunciato il rinvio di una grande conferenza per sviluppatori in programma a febbraio a Shenzhen. “Attribuiamo grande importanza alla salute e incolumità di tutti gli ospiti”.

Le persone formano lunghe code fuori dai supermercati, dove gli scaffali sono ormai quasi vuoti, e tutti indossano mascherine, secondo l’obbligo imposto dalle autorità per i luoghi pubblici. Tuttavia, è emerso che vari eventi sono stati cancellati in diverse città, anche a Pechino, che sembra una città fantasma, con la metropolitana deserta anche all’orario di punta: le autorità hanno deciso di sospendere tutti gli esami universitari. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha in programma oggi un nuovo incontro degli esperti, per stabilire se dichiarare l’emergenza sanitaria globale, “evento straordinario” che comporta rischio per altri Paesi e richiede una risposta internazionale coordinata. Ripercussioni anche sull’industria del cinema in Cina nel mezzo dell’allarme per il nuovo coronavirus. Secondo il South China Morning Post è stata rinviata sine die l’uscita nelle sale di sette film, compresi Boonie Bears: The Wild Life, Legend of Deification e Detective Chinatown III. I film sarebbero dovuti uscire nei prossimi giorni e c’era grande attesa tra il pubblico, ma le case di produzione cinematografica hanno deciso per il rinvio.

Controlli negli aeroporti e voli cancellati – L’aeroporto di Dubai, il più grande scalo del Medio Oriente, ha deciso di controllare con gli scanner tutti i passeggeri in arrivo dalla Cina nell’ambito della prevenzione della diffusione del coronavirus. La Scoot, la low cost della Singapore Airlines, ha cancellato tutti i voli in programma da oggi al 26 gennaio diretti a Wuhan. Tutti i passeggeri riceveranno informazioni per il risarcimento del biglietto. Anche la China Airlines ha annunciato la sospensione dei suoi voli da Taipei per Wuhan da oggi al 29 febbraio. Analogo provvedimento è stato deciso per i voli della Mandarin Airlines sempre in partenza da Taipei. Con l’obiettivo di bloccare la diffusione del nuovo coronavirus, ieri le autorità cinesi hanno disposto la sospensione temporanea di tutti i servizi pubblici – bus, metro e traghetti – a Wuhan. Gli Stati Uniti hanno alzato il livello di allerta, invitando gli americani a “riconsiderare i viaggi” nel Paese asiatico.

Il racconto da Wuhan: “Esplosione di rabbia sui social” – I social cinesi, sebbene sottoposti a controllo (e censura in alcuni casi) vivono oggi un’esplosione di rabbia, sfiducia e frustrazione. Solo il livello di governo centrale poteva autorizzare la pubblicazione degli aggiornamenti, e l’improvviso aumento dei numeri è visto come una contromisura per adattarsi ai modelli pubblicati all’estero”. Francesco Barbero e Xiaowei Yan, marito e moglie, lui infermiere di area critica e lei medico d’emergenza a Wuhan raccontano la vita da una metropoli blindata, sul sito Medical Facts del virologo Roberto Burioni. “Oggi la metro era deserta, tra la paura dell’epidemia e l’avvenuta partenza di studenti e lavoratori verso le loro città di origine, in vista dell’inizio delle festività del Capodanno cinese“, scrivono Francesco e Xiaowei descrivendo anche l’aria che tira a Wuhan: “Poi nessuna notizia, fino al comunicato ufficiale dell’autorità sanitaria municipale di Wuhan nel pomeriggio del 31 dicembre scorso: 27 casi, di cui 7 critici, ricoverati con diagnosi di polmonite e tutti collegati al mercato ittico di Huanan. Veniva ancora indicata come presunta causa una polmonite virale ‘al momento senza ovvia trasmissione uomo a uomo e senza infezioni nello staff sanitario'”.

Il giorno seguente, il mercato di Huanan viene chiuso per essere ispezionato e successivamente sanificato. “Il mercato dista appena due chilometri dall’ospedale e appena qualche centinaio di metri da una delle stazioni principali della città (Hankou Railway Station) – descrivono Francesco e Xiaowei -. Nella successiva settimana era ‘business as usual’: la solita metro affollata, pochissime mascherine in giro (per far fronte ai livelli d’inquinamento) e ristoranti pieni. Anche il mercato ‘chiuso’ aveva ripreso forma, riorganizzandosi in cortili e magazzini della città”.

Il 9 gennaio, “le autorità del Cdc (Centers for Disease Control and Prevention) cinese informavano che all’origine dell’infezione era stato individuato un nuovo coronavirus, diverso da Sars e Mers, dichiarando ancora che non vi fosse evidenza di trasmissione interumana”, ricordano i due camici. E “nello stesso giorno si registrava il primo decesso, uno dei lavoratori del mercato ittico, affetto da gravi condizioni di salute pre-esistenti“. I giorni passano, “nessuna nuova, buona nuova: nonostante la comparsa di un primo caso all’estero (Thailandia, 13 gennaio), i comunicati ufficiali non segnalavano alcun nuovo caso confermato”, dicono Francesco e Xiaowei. Poi i numeri hanno cominciato a correre.

La riunione operativa in Italia. Domani a Roma si farà il punto sulla strategia da mettere in campo nell’eventualità che si registrino casi sospetti nel Lazio, durante una riunione operativa all’Istituto Nazionale di Malattie Infettive L. Spallanzani. Mentre in Lombardia sono stati condivisi con tutti gli operatori sanitari le linee guida per l’individuazione di casi sospetti. Negli ospedali sono state attivate le procedure per la presa in carico dei pazienti sospetti. “Il sistema di prevenzione e di sicurezza sanitaria è stato attivato ed è pronto ad intervenire. In Lombardia e in Italia però non c’è nessun allarme e non è stato segnalato alcun caso di contagio da coronavirus”. Lo afferma l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera. Negli aeroporti sono state diffuse informazioni utili ai viaggiatori. “L’unico test per la diagnosi diretta del nuovo coronavirus cinese è quello ufficiale pubblicato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) – spiega Maria Rita Gismondo, direttore del Laboratorio di microbiologia clinica dell’ospedale Sacco di Milano, riferimento nazionale per le bioemergenze insieme all’Istituto Spallanzani di Roma – Il test arriverà ai centri in Italia fra 4 o 5 giorni”.

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