A quattro anni era rimasta orfana dei genitori e con un fratello gravemente disabile da accudire nella provincia di Guizhou, tra le più povere della Cina. E ha vissuto per pagare le sue cure, fino ad arrivare a una situazione di profondo deperimento che l’ha portata alla morte. La storia di Wu Huayan, studentessa del Guihua Shenghua Vocational and Technical College, ha fatto il giro della Cina l’anno scorso, quando sono iniziate a circolare le sue foto: 24 anni, un peso di poco più di 20 kg e un’altezza di 135 centimetri.

Un solo pasto al giorno, fatto di una ciotola di riso e di peperoncini del costo di 2 yuan (circa 20 centesimi di euro), un sussidio statale da 300 yuan e due lavori (da 600 yuan) per pagare le cure al fratello. Il suo stato di salute si era drammaticamente deteriorato per la denutrizione degli ultimi cinque anni: problemi cardiaci e renali, poi i gravi problemi respiratori che a ottobre costrinsero la giovane al ricovero in ospedale e alla morte il 13 gennaio. I medici avevano detto che era così deperita che le sue sopracciglia e la metà dei suoi capelli erano caduti.

Nella Cina diventata la seconda potenza economica del pianeta e con ambizioni tecnologiche, tra il 5G e la conquista dello spazio, Wu è un caso non raro della disparità sociale, malgrado il Paese abbia sollevato dalla povertà oltre 700 milioni di persone in 40 anni. Sui social media sono emerse le critiche verso le autorità, ma anche le accuse sui soldi raccolti dalle donazioni nel timore che siano stati stornati per altri scopi. Sull’onda della sua storia, lo scorso anno fu raccolto tra i netizen più di un milione di yuan (quasi 130mila euro), di cui solo 20mila yuan finiti a novembre per le sue cure personali.

Lei e la sua famiglia “volevano risparmiare il denaro per le operazioni e i trattamenti di riabilitazione“, ha dovuto giustificarsi la China Charities Aid Foundation for Children (CCAFC), l’organizzazione di beneficenza che aveva lanciato la campagna di crowfunding. “Il futuro uso delle donazioni sarà spiegato al pubblico al momento opportuno”. Prima della morte, confermata da suo fratello, i funzionari locali avevano rilasciato una nota per chiarire che Wu aveva ricevuto il sussidio minimo del governo, compreso tra 300 e 700 yuan al mese, e stava ricevendo 20mila yuan di fondi d’emergenza.

Secondo l’Ufficio nazionale di statistica, c’erano 30,46 milioni di abitanti in zone rurali al 2017 ancora sotto la soglia di povertà di 1,90 dollari al giorno, mentre il Fondo monetario internazionale, in un rapporto del 2018, mise in luce che la Cina era “uno dei paesi più diseguali del mondo”. Uno dei principali obiettivi del presidente Xi Jinping è la eliminazione della povertà entro fine 2020, un passo strategico del programma lanciato nel 2015 sulla rifondazione della società cinese con l’eliminazione delle disuguaglianze in vista di una società moderatamente prospera. Pochi giorni fa, la provincia di Jiangsu ha annunciato che solo 17 persone su oltre 80 milioni di abitanti vivevano in condizioni di povertà. Cifre fortemente dibattute e criticate sui social.

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