La prescrizione uccide uno delle inchiesta che negli anni scorsi ha fatto entrare in fibrillazione i palazzi del potere siciliano. Il gup di Catania Luigi Barone ha dichiarato prescritti i reati contestati nell’inchiesta sul presunto pilotaggio degli appalti per la pubblicità e la comunicazione di alcuni Grandi Eventi che si sono tenuti in Sicilia tra il 2010 e il 2011. A raccontare la vicenda è il Giornale di Sicilia.

Il giudice ha preso atto di quanto dichiarato dagli avvocati degli indagati e dal pm Fabio Saponara. A beneficiare della prescrizione sono nove presone: tra loro c’è il presidente del Palermo calcio, Dario Mirri, il manager della comunicazione Faustino Giacchetto – indagato principale della vicenda, già condannato in altri due filoni della stessa inchiesta madre- e il pubblicitario Gaspare Alessi. Gli altri indagati per cui è stata pronunciata la sentenza di non luogo a procedere per prescrizione sono imprenditori e impiegati della Regione Siciliana.

Erano tutti accusati a vario titolo di truffa, turbativa d’asta, turbata libertà degli incanti e in un caso di corruzione. Era proprio quest’ultima ipotesi ad aver fatto migrare il processo per i tre principali tribunali della Sicilia, e quindi Palermo, Messina e Catania. L’accusa di corruzione – anch’essa prescritta – era stata contestata a Giacchetto e aveva fatto spostare il processo nella città etnea. Sempre per questa vicenda rimane imputato a Messina il direttore del Servizio turistico con base a Taormina, accusato di aver agevolato un’azienda coinvolta in cambio di tremila euro in bottiglie di vino pregiato.

Dov’era avvenuto l’atto corruttivo? Secondo il capo d’imputazione i fatti erano sarebbero avvenuti a Palermo dove c’erano le sedi degli assessorati regionali, a Taormina (dove sarebbe avvenuta la consegna del vino) e Catania, dove sarebbe avvenuto “perfezionamento dell’accordo“. E quindi nella città etnea si era radicato il processo nel 2018. Già nel 2014 però il direttore del servizio turistico era finito a processo, che è ancora in corso in primo grado. La stessa questione ha portato alla condanna a un anno col rito abbreviato di un dirigente regionale del Turismo, poi assolto in appello.

L’inchiesta era stata svelata il 19 giugno 2013 con il blitz sui Grandi eventi, che già nel 2012 aveva portato a sequestri. Ipotizzava una sorta di “sistema Giacchetto” con il manager della comunicazione accusato di essere riuscito a pilotare gli appalti per la pubblicità di alcuni grandi eventi in Sicilia favorendo le società a lui vicine. Gli investigatori si erano concentrati sul Sicilian Ladies Open Golf di Sciacca, i Mondiali di scherma di Catania, la Settimana tricolore di ciclismo e il Taormina Fashion Awards.

All’inchiesta sui Grandi Eventi si era poi aggiunta l’indagine sul Ciapi, centro di formazione regionale, poi suddiviso in due filoni. L’inchiesta aveva portato a 17 arresti: oltre a Giacchetto anche gli ex assessori regionali Luigi Gentile e Gianmaria Sparma. Il primo è stato assolto, il secondo ha patteggiato. I due processi nati dalla vicenda Ciapi hanno portato a 7 condanne, cinque assoluzioni e altre 13 prescrizioni in primo grado. Che adesso diventano 22 in totale.

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