L’indagine è per omicidio preterintenzionale. Nel registro degli indagati il custode di una villa che ha ucciso un giovane uomo che armeggiava davanti alla porta di casa. L’uomo ha sentito il rumore di un cancelletto esterno, poi ha avvertito qualcuno che, tentando di aprire la porta, cercava di entrare nella sua abitazione, una dependance di una grande villa nobiliare nelle campagne di Bazzano, in Valsamoggia nel Bolognese. Da due finestre il 68enne ha sparato in tutto cinque colpi con una revolver calibro 38 regolarmente in suo possesso. Uscendo qualche minuto dopo dalla casa dove vive con la moglie, intorno alle 4 di questa mattina, ha scoperto il corpo senza vita di un uomo, tra i 20 e i 25 anni, tuttora, senza identità.

Interrogato il 68enne è stato indagato. Un’ipotesi “temporanea”, ha spiegato l’avvocato Giovanni Donati, in attesa di capire meglio i contorni della vicenda. Nel pomeriggio la procura diretta da Giuseppe Amato aveva detto di star verificando le modalità di esplosione del colpo, ragionando sugli spazi di applicabilità della legittima difesa o dell’eccesso colposo. È stata la moglie a chiamare subito i Carabinieri che, una volta raggiunta la villa e informato il pm Manuela Cavallo, hanno avviato le indagini per ricostruire l’accaduto. Agli investigatori, il 68enne, incensurato e da tempo impegnato nella cura della dimora, che in passato aveva già subito furti, ha riferito di avere sparato perché, sentendosi minacciato, voleva intimidire e spaventare chi stava cercando di entrare in casa.

Poco prima, hanno ricostruito i militari della Compagnia di Borgo Panigale e del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Bologna, era stata manomessa la porta di accesso di un capanno di servizio, sempre nell’area della villa, ed erano stati portati via alcuni attrezzi agricoli rinvenuti poco distante. In più, nella notte, sono stati a messi a segno altri furti e tentate effrazioni ai danni di alcune attività nei dintorni. Il titolare di una azienda, accanto alla dimora storica, ha anche riferito ai militari di avere visto, dalle immagini delle telecamere di sorveglianza installate a guardia della sua impresa, un gruppo di persone aggirarsi a piedi nella notte nei campi. Il 68enne, insieme alla moglie, dopo gli accertamenti della mattinata è stato accompagnato in caserma a Bologna, mentre nei dintorni della sua abitazione un consulente balistico, nominato dalla Procura, ha eseguito i rilievi per determinare le traiettorie dei cinque colpi.

Insieme ai rilievi della Sezione Investigazioni Scientifiche dell’Arma, la sua relazione e quella medico-legale, per chiarire come è morto il giovane il cui corpo è stato rinvenuto a circa 20 metri da una delle finestre da dove sono partiti gli spari, saranno fondamentali per definire i contorni della vicenda. A quanto hanno appurato le indagini, la persona deceduta è stata colpita da un solo colpo di proiettile. La vittima rimane senza un’identità: le sue impronte digitali non sono nelle banche dati degli investigatori e non si esclude che possa essere di origine straniera. Quanto è accaduto nella villa a Bazzano rappresenta “il fallimento dello Stato – ha scritto su Facebook il sindaco di Valsamoggia Daniele Ruscigno, tra i primi a commentare l’accaduto – dovevano arrivare più militari. Zero in più ne sono arrivati. Dovevano arrivare risorse. Zero in più ne sono arrivate. Basta prenderci in giro. Basta prendere in giro le comunità”. “Quando c’è di mezzo un morto è sempre un dramma – ha affermato la candidata leghista alla guida della regione Emilia Romagna Lucia Borgonzoni – ma io sto sempre con chi si difende“.

Tra i primi a commentare c’è stato il sindaco Pd di Valsamoggia Daniele Ruscigno: “Quanto accaduto rappresenta il fallimento dello Stato”, ha scritto su Facebook. “E cosi è capitato anche da noi un tentativo di furto, degli spari, un morto, magistratura e forze dell’ordine al lavoro per ricostruire la dinamica. E ci sarà il via alle solite parole inutili. E alle promesse mai mantenute. Dovevano arrivare più militari. Zero in più ne sono arrivati. Dovevano arrivare risorse. Zero in più ne sono arrivate. L’inasprimento della pena per violazione di domicilio è stata ridicola: da 6 mesi a 3 anni si è passati da 1 anno a 4. Praticamente Zero”.

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