La Camera ha disinnescato il tentativo del centrodestra di bloccare la riforma Bonafede sulla prescrizione. Ma dentro la maggioranza la questione è tutt’altro che risolta. L’Aula intorno all’ora di pranzo ha respinto con 219 voti a favore, 269 contrari e due astenuti la richiesta di procedura d’urgenza per la proposta di legge Costa (Fi) che annulla la riforma voluta dal M5s. Pd e Leu hanno votato insieme ai 5 stelle nonostante le tensioni, mentre Italia viva ha deciso di non partecipare al voto. Sia il Pd che i renziani, che a Montecitorio sono 28, avevano minacciato nei giorni scorsi di sostenere il testo di Forza Italia se non si fosse trovato un accordo nel governo sulla riforma del processo penale. Per i 5 stelle “la trappola è fallita”, ma l’intesa, malgrado la scampata rottura, non c’è. Il segretario dem Nicola Zingaretti in serata è intervenuto per rivendicare la buona condotta a Montecitorio dei suoi, ma ricordando che il Pd si aspetta un passo: “Rivendichiamo l’idea di una politica non urlata o egoista”, ha scritto in una nota, “e il Pd si è confermato forza leale con la maggioranza. Ma riteniamo inaccettabile l’entrata in vigore delle norme sulla prescrizione senza garanzie sulle durate dei processi. Non si può rimanere sotto processo per un tempo indefinito, per lunghissimi anni. Senza un accordo nei prossimi giorni, il Pd presenterà una sua proposta di legge. Lavoriamo dunque insieme per trovare una soluzione credibile e cambiare in meglio le cose”. La riforma Bonafede, che prevede lo stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio, entrerà in vigore dal primo gennaio.

Al momento si cerca di arrivare a una soluzione condivisa. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede – fanno sapere fonti di via Arenula – ha appreso con soddisfazione la risposta compatta della maggioranza di fronte alla proposta di legge Costa. E, dicono, ha rilanciato: “Può essere un buon momento per chiudere finalmente sulla riforma del processo penale”. Quindi, secondo Bonafede il Pd non dovrà arrivare alla presentazione di una sua proposta, perché “siamo a pochi passi da una svolta”. Con quella proposta, infatti, avrebbe spiegato il ministro, invece che far prescrivere i reati, si fanno prescrivere i processi e, quindi, rispetto al tema della prescrizione, si tornerebbe al punto di partenza. Poco dopo Luigi Di Maio, intervistato su La7 a “Di Martedì”: “Se il Pd vota insieme a Salvini e Berlusconi una riforma della giustizia, sarebbe un Nazareno 2.0. Non credo sia possibile”.

Nei giorni scorsi erano stati proprio alcuni esponenti Pd e Iv a non escludere di poter dare il proprio sostegno alla legge Costa. Anche per questi i 5 stelle oggi, come prima cosa, si sono detti soddisfatti per il comportamento degli alleati: “Chi si illudeva di far scattare una trappola”, ha dichiarato la presidente della commissione Giustizia alla Camera Francesca Businarolo, “deve prendere atto che ha fallito. Noi crediamo fermamente che la riforma della prescrizione che entrerà in vigore a gennaio può scoraggiare strategie dilatorie e rappresenta un tassello di un più ampio disegno per restituire efficienza e razionalità al processo penale. Ora occorre affrontare il nodo dell’organizzazione degli uffici per consentire che la riforma funzioni evitando una eccessiva durata dei procedimenti ma è positivo che si possa affrontare il lavoro con una maggioranza politica disponibile al confronto”. Così anche Devis Dori e Arnaldo Lomuti, i grillini capigruppo in commissione Giustizia: “Il fatto che il Pd abbia votato contro è un segnale che accogliamo con piacere. Adesso concentriamoci con unità di intenti sulla riforma che dimezza i tempi del processo penale”.

Per i deputati del Partito democratico però, ora serve raggiungere un’intesa sulla riforma del processo penale. Per il Pd ha parlato Walter Verini, dicendo che la richiesta di urgenza sulla pdl Costa denuncia la sua “strumentalità” e vuole solo “mettere un cuneo al confronto vero”. Questo non toglie però che i dem si professino contrari nel merito: “Ci siamo espressi contro la riforma della prescrizione che scatta a gennaio: è incostituzionale, colpisce al cuore la Costituzione” ed è “inaccettabile l’entrata in vigore della riforma senza alcuna garanzia sulla durata dei tempi dei processi”, ha continuato Verini. “Il Pd ha presentato diverse proposte, con spirito costruttivo ma con fermezza, diciamo no a questa richiesta strumentale di urgenza e continuiamo il confronto con spirito costruttivo che auspichiamo anche da Bonafede. Se così non fosse, ma speriamo sia cosi, il Pd presenterà in Parlamento e davanti al Paese le sue proposte per un campo sensibile come quello della giustizia”.

I renziani, pur avendo evitato la rottura, hanno scelto comunque di dare un segnale in Aula non partecipando al voto: “Riconosciamo l’urgenza e la riconoscono avvocati in sciopero e magistrati fuori dal Parlamento”, hanno scritto in una nota. “Per non creare divisioni pretestuose nella maggioranza ed evitare strumentalizzazioni su un voto procedurale, ci limitiamo a non votare”. Ma, hanno ribadito i deputati: “Chiediamo al governo subito una soluzione, perché ogni discussione su prescrizione e riforma processo penale è ferma”.

Ha protestato invece Forza Italia che naturalmente condanna la riforma senza possibilità di mediazione. “La maggioranza si spacca sulla prescrizione”, ha attaccato il deputato azzurro Enrico Costa. “Abbiamo voluto portare in Aula la discussione sulla prescrizione per fare emergere le diverse visioni all’interno della maggioranza in cui ci sono forcaioli come i 5 stelle e, come loro complici, i pavidi del Pd che hanno addirittura applaudito all’esito della votazione che ha respinto la procedura di urgenza. Così anche il Pd lascia le impronte digitali sull’ergastolo processuale. La nostra battaglia di civiltà giuridica non si ferma, ma lavoreremo per avere in Aula entro il mese di dicembre la nostra proposta di legge. Abbiamo apprezzato che una parte della maggioranza non si sia piegata all’estorsione dei 5 Stelle e non abbia lasciato le proprie impronte su questo scempio”. E su Twitter, la capogruppo alla Camera Maria Stella Gelmini ha rilanciato: “Pd e Leu si piegano alla logica giustizialista M5S, Iv scappa dall’Aula. Dall’1 gennaio avremo il ‘fine processo mai’. Perde il garantismo, vincono i manettari!”.

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