Il 21 novembre, a un convegno pubblico a Milano, i rappresentanti di un comitato per la riconversione ecologica di Civitavecchia (Comitato Sole) hanno portato alla discussione un prezioso contributo per la riconversione della centrale a carbone in uno scenario senza fossili che riguarda l’intera area, comprese le attività portuali.

La partenza di questa proposta innovativa viene dalla constatazione di un territorio falcidiato da percentuali altissime di malattie tumorali e respiratorie e ingannato dalla truffa del “carbone pulito”. Presentato come opportunità di ricchezza, occupazione e benessere, il bilancio è sconsolante. Ora, dopo dieci anni di produzione a carbone, la centrale Enel dovrà essere riconvertita.

Un nuovo piano energetico si affaccia all’orizzonte, disegnato più sulle esigenze del mercato che su quelle dell’emergenza ambientale e della crisi climatica e della conseguente necessità di un progetto di transizione energetica che abbandoni i fossili, gas compreso. Per Enel invece la transizione passa dal gas.

Intanto A2A, quella che gestisce l’inceneritore di Brescia e la centrale di Brindisi Nord, fa richiesta di installare un inceneritore al confine tra Tarquinia e Civitavecchia: in tal modo la riduzione di personale dovuta alla dismissione del carbone sarebbe compensata dall’impiego nell’incenerimento di rifiuti. Ma il Comitato ha un asso nella manica: ricercatori appassionati al bene pubblico e che da sempre si occupano di fonti rinnovabili offrono la loro collaborazione per un progetto che non risani solo l’area della centrale, ma riguardi anche le grandi navi da crociera, città galleggianti che bruciano il peggior combustibile nel porto, vicino al centro della città.

Nasce così l’idea di fare del porto di Civitavecchia la prima esperienza italiana significativa di un ambiente portuale a zero emissioni, inserito in un contesto urbano anch’esso in grado di coprire il proprio fabbisogno energetico con energie rinnovabili. Un laboratorio, ma anche una utopia concreta collegata con altre esperienze simili in corso in Europa e finanziate dalla Ue per un network portuale a zero emissioni lungo le coste baltiche e nel Mediterraneo. Il progetto si articola in più stadi:

1. Pretendere da Enel una grande opera di bonifica del territorio e di far parte di un progetto per creare un Polo di ricerca energetica da fonti rinnovabili per l’uscita dal carbone. L’insediamento di una elevata potenza fotovoltaica sul vastissimo territorio carbonifero consentirebbe l’accumulo di energia in idrogeno per elettrolisi, da distribuire alle utenze anche attraverso celle a combustibile.

2. Chiedere al Comune e alla Regione un piano di ambientalizzazione di Civitavecchia che la metta in grado di alimentare energeticamente l’intero comprensorio di afferenza in maniera sostenibile, utilizzando allo scopo modalità di produzione di energie rinnovabili a tecnologie correnti ed accumuli elettrici.

3. Avanzare alla compagnie che hanno accesso al porto la richiesta di alimentare le necessità portuali correnti, in prevalenza uffici, climatizzazione e refrigerazione dei magazzini, mediante produzione di energie rinnovabili a tecnologie correnti e implementazione di azioni mirate all’incremento dell’efficienza energetica degli edifici.

4. Esigere dalla compagnia portuale l’elettrificazione delle banchine portuali e una azione sperimentale su scala reale, volta all’utilizzo di tecnologie innovative zero-emissioni per le attività di movimentazione portuale (container, auto, merci non deperibili e deperibili, gruistica e cantieristica navale).

5. Impegnare il governo e le imprese in una implementazione significativa di sistemi sperimentali di produzione di energia in ambito marino ad elevata maturità tecnologica (energia dalle onde e dalle correnti marine, compresa una sperimentazione on e off-shore di impianti eolici innovativi).

6. Chiedere ai gestori della rete elettrica di strutturare una Smart Grid, consistente in una rete “intelligente” per la gestione puntuale dell’informazione e dei sistemi di produzione energetica, degli accumuli di corrente effettuati, sia diretti che tramite produzione di idrogeno.

Al di là delle puntualizzazioni che presumono confronti (e conflitti, se è il caso), va apprezzato uno sforzo di risveglio della buona politica e della bella cultura con le forze sane che esistono sul territorio e, augurabilmente, il contributo delle realtà produttive, sindacali e associative della città. In primavera è prevista una partita di calcio che, come nella realtà, vedrà il Comitato Sole contro il resto del mondo. Una sorta di metafora di una contesa per dimostrare che la partita è tutta da giocare.

Articolo Precedente

Ambiente, attivisti si incatenano davanti al palazzo dell’Eni a Roma: “Azienda continua a puntare su gas e petrolio”

next
Articolo Successivo

Care sardine, venite in piazza il 29 (e parlate anche di clima e ambiente)

next