Capitoli

  1. Plastic tax, come funziona la tassa che punta a incentivare produzioni più green. “Ricadute sui consumatori? Le aziende assorbano i costi”
  2. I prodotti colpiti: dalle bottiglie a tappi ed etichette
  3. Il credito di imposta e le ricadute (minime) per i consumatori
  4. Ambientalisti: “Misura necessaria e da potenziare”
  5. L'Unione europea (e l'Italia) modelli nel mondo
Ambiente & Veleni

I prodotti colpiti: dalle bottiglie a tappi ed etichette - 2/5

Per Legambiente e Zero Waste Europa le polemiche sulla misura - ora oggetto di emendamenti che puntano a limitarla - sono "incomprensibili" visto che anche a livello Ue si punta a una drastica riduzione delle plastiche monouso. E l'Italia si candida a fare da apripista. Secondo gli ambientalisti occorre estendere l'imposta anche ai 4 milioni di tonnellate di plastica utilizzati in edilizia, nell'automotive o per realizzare elettrodomestici ed estendere le esenzioni alla produzione di oggetti in materiale riciclato

La plastic tax colpirà dal prossimo 1 aprile – salvo modifiche preannunciate in queste ore – la plastica contenuta nei manufatti con singolo impiego, in sigla Macsi. In pratica tutti gli imballaggi in plastica. Quindi saranno tassati innanzitutto i prodotti monouso che vanno sotto la categoria “imballaggi primari“, come le bottigliette, i sacchetti, le vaschette in polietilene, le buste dell’insalata, ma anche il contenitore del latte o quelli per i detersivi. Ma anche quelli “secondari”, cioè i dispositivi realizzati “con l’impiego, anche parziale, di materie plastiche che consentono la chiusura, la commercializzazione o la presentazione” dei Macsi “o dei manufatti costituiti interamente da materiali diversi dalle stesse materie plastiche”: si parla quindi, ad esempio, della confezione che avvolge le bottiglie d’acqua e delle etichette che accompagnano molti alimenti. Tassati, infine, anche gli “imballaggi terziari”, come il packaging per consegnare gli elettrodomestici, le pellicole in plastica estendibile, il polistirolo. L’imposta invece “non è dovuta sui Macsi che risultino compostabili in conformità alla norma UNI EN 13432”. Escluse, inoltre, le siringhe, perché rientrano tra “i dispositivi medici classificati” e altri oggetti in plastica, considerati “beni durevoli”, perché riutilizzabili, come le taniche e i contenitori per oggetti.