Approvata la legge che modifica la Costituzione e riduce il numero delle poltrone, i parlamentari si organizzano per evitare che entri in vigore. Se in favor di telecamere, il 7 ottobre scorso, la Camera ha votato con un plebiscito (solo 14 i contrari) per tagliare 230 deputati e 115 senatori, ora che le acque si sono calmate sono quegli stessi eletti che hanno votato a favore della riforma a mobilitarsi per salvare le poltrone. Qualcuno lo aveva ipotizzato, altri erano arrivati perfino a dichiararlo, ma in pochi pensavano che ci sarebbe stato qualcuno pronto a fare campagna per evitare il taglio. Invece, due settimane dopo il via libera definitivo, è partito l’iter per chiedere un referendum confermativo sulla riforma costituzionale voluta dal M5s: per chiederlo c’è tempo fino a dicembre e servono 1\5 dei componenti di Camera o Senato o le firme di 5 consigli regionali o 500mila elettori. L’iniziativa è bipartisan e tra i primi firmatari, ci sono: esponenti di Forza Italia, i renziani di Italia viva, il Pd e i Radicali. La prima istanza, promossa su iniziativa della Fondazione Einaudi, è stata depositata in Senato la scorsa settimana e sottoscritta dagli azzurri Nazario Pagano e Andrea Cangini, l’ex M5s Gregorio De Falco, la renziana Laura Garavini, il dem Tommaso Nannicini. Un’altra richiesta è stata depositata alla Camera a firma di Deborah Bergamini (Fi), Roberto Giachetti (Iv) e Riccardo Magi (+Europa). Proprio Giachetti, durante le dichiarazioni di voto nel giorno in cui il ddl fu approvato, aveva annunciato che pur votando a favore si sarebbe mosso da subito per raccogliere le firme e bloccare il provvedimento.

Oggi è stato dato l’annuncio in Aula a Palazzo Madama e Forza Italia ha attaccato i 5 stelle accusandoli di rinnegare se stessi e di non voler chiedere l’opinione degli elettori. “Dice il senatore Perilli”, si legge in una nota congiunta firmata dagli azzurri Pagano e Cangini, “che per il Movimento 5 stelle ‘il fatto che i cittadini possano esprimere la propria volontà attraverso un referendum è cosa sacra’. Bene, ma allora perché non hanno preso loro l’iniziativa e perché nessun senatore grillino ha ancora firmato la richiesta di referendum sul taglio dei parlamentari? Dal sacro al profano, evidentemente, per i grillini il passo è breve“. I senatori forzisti hanno anche ricordato che l’iniziativa non è marchiata Forza Italia, ma aperta a tutti i parlamentari “interessati”: “Giova ricordare al capogruppo M5s che l’iniziativa della raccolta di firme non appartiene ad alcun partito ma proviene da una platea trasversale di senatori interessati ad avviare nel Paese una riflessione seria ed approfondita sul valore della democrazia rappresentativa e delle Istituzioni. Valore che con tutta evidenza i grillini non riconoscono”.

Agli azzurri ha risposto la capogruppo M5s in commissione Affari costituzionali Anna Macina: “Il fatto che la nostra riforma possa essere sottoposto a referendum non è un problema anche se ci sorprende che a proporlo sia FI: siamo certi che gli italiani sapranno valutare merito e coerenza! Assurdo che la raccolta delle firme necessarie per la consultazione popolare sia partita da un esponente di Forza Italia, il medesimo partito che da tempo insiste, evidentemente solo a parole, per ridurre il numero dei parlamentari sia alla Camera che al Senato”. E ha ricordato che proprio i 5 stelle propongono di inserire il referendum propositivo in Costituzione: “Se da una parte abbiamo ridotto il numero dei parlamentari, senza indebolire la democrazia rappresentativa ma efficentandola, dall’altra lavoriamo per potenziare il referendum abrogativo e introdurre quello propositivo. Dispiace per la scelta paradossale di Forza Italia, ma per noi, ogni volta che un cittadino viene chiamato ad esprimersi direttamente è una festa per la democrazia”.

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