Ospite del primo appuntamento stagionale di Dimartedì (La7), il neo-ministro degli Esteri Luigi Di Maio ripercorre le tappe della crisi agostana di governo e del dissidio con la Lega: “Salvini il 7 agosto mi ha mandato un sms, neppure mi ha telefonato. E ha scritto: ‘Vedi che Giuseppe Conte ti deve dire una cosa’. Fino al giorno prima, aveva detto che il governo sarebbe andato avanti. Ho richiamato io e mi ha detto che non si poteva più andare avanti, perché non riusciva a tenere più i suoi, e che il governo doveva cadere. Io gli risposto, chiedendogli di arrivare almeno al taglio dei parlamentari a settembre. Mi ha detto di no”.

Il capo del M5s rivela: “Io personalmente, dopo il risultato vittorioso della Lega alle Europee, le proposi di prendere il commissario europeo. Ma si fece melina. Dissi anche: ‘Visto che avete a cuore la flat tax, prendete il ministero dell’Economia‘. Sapete com’è finita? Come quando sei fermo, in fila al semaforo in attesa che scatti il verde e vieni tamponato da uno che arriva da dietro. E questo, anziché chiederti scusa, dà la colpa a te. E’ vero che Salvini mi ha offerto la carica di presidente del Consiglio, ma l’ho rifiutata come un anno e mezzo fa. Come facevo a fidarmi più? E lo dico agli italiani”.

Nel corso dell’intervista, Di Maio ha uno scambio di battute con il conduttore, Giovanni Floris, sul vecchio slogan dei 5 Stelle. Floris osserva: “Come hanno detto molti vostri elettori, voi eravate quelli che dovevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno e ora vi presentate così dignitosi, così seri, così amanti delle istituzioni”.
“Ma perché, lei quando apre la scatoletta di tonno urla?”, ironizza Di Maio.

Nel finale, il ministro pentastellato si sofferma sull’accordo col Pd: “Io inizialmente ero uno dei più scettici su questa alleanza. E avevo parlato di andare al voto. Quando mi sono seduto al tavolo col Pd e ho parlato del referendum sull’acqua pubblica, dicendo che andava fatta una legge, mi ha stupito positivamente che fossero d’accordo. Siamo d’accordo anche sul salario minimo e sulla rivoluzione ambientale dell’Italia. Quindi, per come la vedo io, restando né di destra, né di sinistra, può iniziare un nuovo percorso in questi tre anni per fare delle cose per gli italiani“.

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