Dopo lo sbarco a Lampedusa degli ultimi 31 migranti rimasti a bordo della nave, la Guardia di Finanza ha posto l’imbarcazione di Mediterranea Saving Humans sotto sequestro. “Questo sequestro amministrativo della nave è veramente surreale, noi siamo stati autorizzati a entrare in acque territoriali, è un dispetto fatto a noi per non tornare in mare a salvare vite umane. Ma tanto ci torneremo, perché la giustizia ci darà ragione. Qui siamo davanti a un conflitto istituzionale enorme”, ha commentato la portavoce della ong, Alessandra Sciurba.

La responsabile dell’organizzazione sottolinea che l’equipaggio – a differenza di quanto fatto da quello della Eleonore, che è entrata lunedì nel porto di Pozzallo con 104 migranti a bordo forzando il divieto imposto dalle autorità italiane – non ha mai violato il divieto d’ingresso in acque territoriali, fino a quando non gli è stato dato l’ok da parte della Guardia Costiera: “Ci è stato consegnato nella notte il provvedimento di sequestro amministrativo e una multa da 300mila euro per avere violato il decreto Sicurezza – continua – È un conflitto istituzionale, siamo entrati dopo l’autorizzazione della Guardia Costiera, dopo avere avviato le pratiche di sbarco. L’approdo doveva essere stamattina ma per la concomitanza dell’arrivo del traghetto ci hanno detto di potere attraccare solo alle 10″.

Il cambio di atteggiamento da parte delle autorità, secondo il racconto della portavoce, è avvenuto intorno a mezzanotte: “Ci è stato consegnato il provvedimento e hanno preso l’armatore e il comandante e li hanno portati in caserma per la verbalizzazione – racconta – L’averci contestato di avere violato il decreto Salvini con un’autorizzazione formale di un’autorità di questo Stato crea una situazione davvero surreale che sembra rinviare più a una sana ‘vendetta’ da parte di chi non sopporta che qualche volta la giustizia prevalga, come è successo ieri”.

Punto di vista espresso anche il capo missione, Luca Casarini, che all’Adnkronos ha dichiarato: “Il sequestro della nave Mare Jonio è stato un abuso di potere bello e buono. Una piccola e miserabile vendetta. Il ministro Salvini nei suoi ultimi cinque minuti al Viminale ha voluto fare questo scherzo”. Quando gli hanno notificato il provvedimento, sostiene, i finanzieri si sono detti “costernati”.

Ma la Mare Jonio, qualsiasi siano i provvedimenti a suo carico, tornerà sicuramente in mare, conclude Sciurba: “Per noi – aggiunge – la cosa importante è avere portato le persone a terra in sicurezza. E torneremo presto in mare, non ci fermerà nessuno. Ma la giustizia sarà ripristinata come è accaduto altre volte. Solo che questo dispetto rischia di tenere lontana dal mare per un po’ una nave e mentre ci sono bambini, come i 22 salvati da noi, che ci lasciano la pelle in mare”.

Nella giornata di lunedì, dopo un’ispezione a bordo della nave di un team di medici inviati dal ministero e l’inizio, il giorno precedente, di uno sciopero della fame da parte dei naufraghi, si è deciso di far scendere tutte le persone trasportate “per motivi sanitari”, portandole nell’hotspot locale. “La loro odissea è finita – avevano commentato da Mediterranea – e all’orizzonte si intravede un po’ di umanità. Benvenuti in Europa”.

Calabria, nuovo sbarco: 52 persone arrivate su barca a vela
In località Le Castella, a Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone, in mattinata sono arrivati 52 migranti di varie nazionalità, tra cui due bambini e due donne, a bordo di una barca a vela. L’imbarcazione, però, è finita contro gli scogli e solo grazie alla segnalazione di alcuni bagnanti la polizia, da terra, la Guardia costiera e la Guardia di finanza, dal mare, hanno potuto soccorrere i naufraghi, alcuni dei quali aggrappati agli scogli. Tutte le persone, una volta tratte in salvo, sono state trasferite nel porticciolo di Le Castella e successivamente nel centro di accoglienza “Sant’Anna” di Isola Capo Rizzuto.

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Migranti, indagati capitano e capo missione della nave Eleonore: “Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”

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