La guerra silenziosa che va avanti quotidianamente, da anni, tra Israele e Iran in Medio Oriente, in special modo nel devastato campo di battaglia siriano, è salita in superficie nella mattinata di domenica. Due droni di Tel Aviv, secondo quanto riferito dalle milizie sciite libanesi di Hezbollah, sono caduti a Dahiyeh, il quartiere in mano ai miliziani sciiti a Beirut. Uno dei due, ha poi spiegato uno dei portavoce del Partito di Dio, Muhammad Afif, “è esploso fuori dalla sede degli uffici di propaganda” della formazione libanese provocando “ingenti danni alla struttura”. Nella serata di sabato, invece, i caccia di Israele hanno sferrato un attacco vicino alla città di Aqraba, non distante da Damasco, in Siria, uccidendo cinque persone, tra cui due combattenti di Hezbollah e uno iraniano. Notizia confermata, insolitamente, anche dall’esercito di Tel Aviv e dal primo ministro, Benjamin Netanyahu.

Non è la prima volta che aerei da guerra del governo sorvolano i cieli libanesi. Anzi, è piuttosto frequente che i caccia dello Stato ebraico attraversino lo spazio aereo per sferrare attacchi in Siria, raid che, con la presenza di milizie sciite di Hezbollah e dei Pasdaran nella vicina Siria a sostegno del governo di Bashar al-Assad, si sono intensificati rispetto al passato, come testimonia anche l’attacco sferrato sabato ad Aqraba.

Ma questa volta i droni di Israele, secondo le informazioni fornite da Hezbollah, hanno sorvolato il quartiere di Dahiyeh, area della capitale libanese controllata esclusivamente dal Partito di Dio con l’intenzione di colpire obiettivi di Hezbollah. I residenti del sud della roccaforte del gruppo appoggiato dall’Iran hanno riferito di una grande esplosione che ha scosso la zona, provocando un incendio.

Si tratta di “un’aggressione israeliana“, ha dichiarato il primo ministro libanese Saad Hariri che poi, citato dai media israeliani, ha parlato di “minaccia alla stabilità regionale e tentativo di far aumentare la tensione”. Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, in un discorso pubblico parla di “un’escalation, molto, molto pericolosa”, lodando la presenza all’incontro di migliaia di miliziani e definendola “una prima risposta all’aggressione israeliana”.

Attacco aereo israeliano a sud di Damasco: 5 morti
La notte precedente, un raid dello Stato ebraico era però andato a segno a sud di Damasco, come riportato dall’Osservatorio per i diritti umani in Siria, uccidendo cinque persone, tra cui due miliziani di Hezbollah e uno iraniano. Una notizia che, insolitamente, è stata confermata anche dalle Idf, le forze di sicurezza israeliane, che con un tweet hanno detto: “Abbiamo prevenuto un imminente attacco su larga scala di diversi droni-killer su Israele colpendo le forze iraniane Quds (corpi speciali dei Guardiani della Rivoluzione, ndr) e milizie sciite in Siria”, hanno scritto su Twitter.

Lo stesso Netanyahu ha postato due tweet per giustificare l’operazione di sabato sera: “Con uno sforzo operativo, abbiamo sventato un attacco contro Israele per mano delle Forze Quds iraniane e delle milizie sciite. Insisto: non c’è posto dove l’Iran goda di immunità. Le nostre forze operano in ogni settore contro l’aggressione iraniana. ‘Se qualcuno tenta di ucciderti, uccidilo per primo’“. Poi, cosciente che l’azione potrebbe provocare la reazione di Teheran, ha concluso: “Ho detto alle nostre forze di prepararsi a qualsiasi scenario. Per la sicurezza d’Israele, continueremo a portare avanti azioni determinate e responsabili contro l’Iran e chi opera per loro”.

Il premier ha poi lanciato un avvertimento a tutti gli attori dell’area: Israele “non tollererà” attacchi lanciati contro lo Stato ebraico “da alcun Paese della regione. Ogni Paese che consenta che il suo territorio sia usato per attacchi contro Israele ne subirà le conseguenze. Sottolineo: quel Paese ne pagherà le conseguenze”.

Il piano di attacco in preparazione contro Israele, ha dichiarato il capo dell’intelligence dell’esercito israeliano, Tamir Heyman, era “personalmente sovrinteso dal comandante della Guardia rivoluzionaria iraniana, generale Qassem Soleimani“. “Questo – ha aggiunto il portavoce militare Ronen Manelis – consisteva nell’invio di alcuni droni in Israele armati di esplosivo per uccidere israeliani. Droni visti in azione in Iraq, Siria e Yemen“.

Iraq, drone non identificato uccide sei membri di una milizia filo-iraniana
Un drone non identificato ha sferrato un attacco contro obiettivi iraniani anche in Iraq. Secondo quanto riportano media arabi, ripresi anche da quelli israeliani, l’attacco ha ucciso sei miliziani dell’organizzazione filo-iraniana delle Forze di mobilitazione popolare (Al Hashd Al Shaabi), nel Paese come parte delle truppe fedeli a Teheran impegnate nella lotta contro lo Stato Islamico, nella città di al-Qaim al confine tra Iraq e Siria. Tra le vittime del raid, riportano gli organi di stampa, c’è un comandante operativo della stessa milizia.

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