Giustizia & Impunità

Migranti, la Procura di Siracusa apre fascicolo sulla vicenda della nave Gregoretti della Guardia Costiera. Comandante sentito dai pm

Cinque giorni dopo il salvataggio in mare, i 115 naufraghi ancora a bordo dell'imbarcazione si trovano fermi al porto di Augusta, impossibilitati a scendere. Linea dura del Viminale, mentre l'Europa afferma che "sono ancora in corso" i contatti tra diversi Paesi membri per accordarsi sulla redistribuzione

La Procura di Siracusa ha aperto un fascicolo sulla vicenda della nave Gregoretti della Guardia Costiera, ferma nel porto di Augusta senza la possibilità di far scendere i 115 migranti ancora a bordo, come da disposizione del Viminale. Da quanto si apprende, il comandante della nave si trova in Procura per essere ascoltato dagli inquirenti, anche se non è ancora chiaro quali siano le piste seguite dai magistrati, dopo che l’imbarcazione ha accolto a bordo 131 naufraghi salvati in due diversi interventi nel Mediterraneo

“Ho dato disposizione che non venga assegnato nessun porto prima che ci sia sulla carta una redistribuzione in tutta Europa dei migranti a bordo”, aveva dichiarato Matteo Salvini poche ore dopo il salvataggio. La nave, poi, ha potuto attraccare ad Augusta, ma “sono ancora in corso” i contatti tra diversi Paesi membri dell’Unione europea per accordarsi sulla redistribuzione delle persone soccorse, come riferito dai portavoce della Commissione Ue durante il midday briefing a Palazzo Berlaymont. “Venerdì è arrivata una richiesta delle autorità italiane” per la redistribuzione dei migranti e da allora “abbiamo avviato contatti con tutti i Paesi membri interessati a questo sforzo di solidarietà”, hanno poi precisato.

Tra chi aveva dato la propria disponibilità ad accogliere i naufraghi c’è il governo tedesco: “Il governo federale e il ministero degli Interni tedesco hanno reso noto venerdì in Commissione europea la disponibilità” ad accogliere queste persone, ha annunciato lunedì un portavoce del dicastero guidato da Horst Seehofer. E lo stesso ministro, martedì, ha ribadito la posizione di Berlino: “Da un anno abbiamo dato la disponibilità come governo tedesco di accogliere una parte di rifugiati per ogni nave arrivata a Malta o in Italia, come contributo alla solidarietà europea. Sapete che da tanto siamo per la redistribuzione solidale dei migranti in Europa“.

Il ministro dell’Interno di Berlino vuole però lanciare anche un messaggio al suo omologo italiano che, nel frattempo, continua a scagliarsi contro le politiche europee sull’immigrazione: “Quello che voglio evitare è che ogni volta queste navi attendano anche 15 giorni davanti alle coste italiane prima che le condizioni dei migranti peggiorino e si faccia attraccare la nave. Al vertice di Helsinki ho detto: ‘Matteo che senso ha questa procedura se poi alla fine la gente sbarca?’. Così abbiamo deciso di incontrarci i primi di settembre a Malta“.

Un incontro, quello sull’isola, che vedrà la partecipazione di un gruppo di Stati europei favorevoli a una ripartizione dei naufraghi salvati nel Mediterraneo: “A Malta – prosegue il ministro tedesco – ci incontreremo con quegli Stati che sono disponibili a prendere migranti, in modo da accordarci su un procedimento che punti a impedire il sistema usato dai trafficanti di uomini. Io non voglio nessuna apertura di fatto dei confini in alto mare. Ora bisogna trovare una soluzione tra la necessità di salvare vite in mare evitando il pull effect delle persone che si mettono in mare contando di essere salvate”.

Mentre da Roma si continua a ribadire che nessuno scenderà “fino a quando l’Europa non se ne farà carico”, le opposizioni protestano per l’atteggiamento tenuto dal ministero dell’Interno che impedisce lo sbarco da una nave della Guardia Costiera italiana: “Impedire lo sbarco dei naufraghi della Gregoretti non è solo un’offesa alla Guardia Costiera italiana e ai migranti, è un reato. Esattamente come per la Diciotti, si tratta di sequestro di persona. E tutto il governo ne è responsabile”, ha scritto su Twitter il deputato del Pd, Matteo Orfini.

Parole simili a quelle pronunciate dal deputato di +Europa, Riccardo Magi: “Ancora una volta le autorità italiane trattengono a bordo dei naufraghi violando così la legge italiana che le obbligherebbe a condurli rapidamente negli appositi centri anche per le operazioni di identificazione e per l’eventuale richiesta di protezione internazionale“.