“Se si esce dalla linea si viene puniti”. E pure: “La mia espulsione è arrivata a ridosso del voto sul decreto Sicurezza bis, così si sono assicurati l’obbedienza di tutto il gruppo”. La deputata M5s Gloria Vizzini, espulsa nelle scorse ore dal Movimento insieme alla collega Veronica Giannone, interpellata dall’agenzia Adnkronos ha attaccato i vertici grillini dicendo di essere stata cacciata per le sue posizioni di dissenso con il gruppo. Diversa la versione della viceministra al Mef Laura Castelli: “Se non restituisci i soldi che avevi promesso di restituire c’è qualcosa che non va”, ha dichiarato a Radio24. Sotto accusa, come scritto sul Blog delle Stelle, le assenze e i voti non in linea con il M5s, ma anche la mancata restituzione forfettaria dal mese di ottobre 2018. Contro la deputata Giannone si è espresso oggi anche il Movimento 5 stelle di Lecce, provincia dove è stata eletta: “Non siamo stupiti. Ci ha stupito piuttosto (e ferito!) la trasformazione in questi mesi di un’attivista che, entrata in Parlamento, ha progressivamente ridotto, fino ad azzerarla completamente, la sua partecipazione alle nostre attività locali perfino in campagna elettorale”. Venerdì 26 giugno a essere cacciata era stata la senatrice Paola Nugnes, dopo che lei stessa aveva detto di volersi dimettere e iscrivere al gruppo Misto.

Vizzini, tra le altre cose, era tra i deputati che scrissero una lettera interna al capogruppo Francesco D’Uva chiedendo una riflessione sul primo decreto Sicurezza a gennaio scorso. Ed era tra le parlamentari che, probabilmente, avrebbero potuto creare altri problemi sulla versione bis in arrivo a Montecitorio. “Se me lo aspettavo? E’ noto che se lì si esce un minimo dalla linea si viene puniti…”, ha dichiarato. “E’ arrivato a ridosso del voto sul decreto Sicurezza bis: in questo modo si sono assicurati l’obbedienza di tutto il gruppo”. “Se ho ricevuto solidarietà dai miei colleghi? Certo che l’ho ricevuta…”, ha detto ancora.

Alla voce della deputata espulsa, si è unita quella di Doriana Sarli, deputata grillina che già in passato si è espressa in dissenso ai suoi colleghi. “Penso che un gruppo politico debba discutere al suo interno”, ha detto, “confrontandosi su temi e modalità, proprio con chi la pensa diversamente. Penso che espulsioni senza neanche un dibattito interno rappresentino un atteggiamento antitetico con il mio concetto di democrazia”. La parlamentare campana – che proprio con Vizzini e Giannone ha condiviso alcune battaglie interne – ha quindi attaccato Luigi Di Maio: “Trovo tutto questo molto grave. Siamo in una dittatura dove tutto è gestito dal capo politico o dalla rete. Una rete che ci vede tutti associati in un’associazione di cui non si conoscono volti e nomi degli altri associati… è pericoloso”, ha detto. “Nell’articolo 1 della nostra Carta si dice che ‘la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione‘. Non credo che il Movimento abbia dato una giusta interpretazione a questo principio costituzionale”.

Vizzini e Giannone, riferiscono sempre i vertici M5s, non sono le sole a essere indietro con le restituzioni. Una ventina di parlamentari ritardatari, dopo l’espulsione delle colleghe, hanno proceduto a versare le somme che ancora non avevano fornito. Già la settimana scorsa, a quanto si apprende, erano partiti dei solleciti per chi era in ritardo, con mail indirizzate, in particolare, a coloro che non erano arrivati a completare i versamenti per la fine del 2018. In realtà, viene ancora spiegato, alcuni parlamentari stanno temporeggiando sulle restituzioni perché hanno chiesto un chiarimento su un eventuale tassazione da applicare alle donazioni effettuate. Su queste, infatti, potrebbe esser previsto un balzello dell’8 per cento, “circa 200 euro al mese – spiega un deputato – se non le versiamo per scoprire poi, tra anni, che avremmo dovuto tassare le donazioni ci ritroveremo con cartelle Equitalia da salasso“. Ma c’è chi è convinto che la tassa non vada applicata, perché sono statuto e codice etico ad imporre la restituzione, che, di conseguenza, non andrebbe inquadrata come una vera e propria donazioni. Sono stati chiesti dei pareri tecnici, con consulenze ad hoc – viene spiegato – per chiarire e sciogliere il nodo.

Il 30 giugno invece, sempre sul Blog delle Stelle, era comparsa la notizia che i probiviri M5s stanno lavorando a nuove espulsioni e sanzioni. “Le segnalazioni”, si legge, “pervenute dall’11 dicembre 2018 ad oggi sono 1822, di queste 274 hanno evidenziato possibili violazioni dello statuto e/o codice etico e sono state prese in carico dal Collegio. In questi giorni sono stati avviati 109 procedimenti disciplinari, di cui 81 nei confronti di consiglieri comunali, municipali e parlamentari che hanno manifestato vicinanza ad altri gruppi politici o sono venuti meno agli impegni presi con i cittadini ed elettori. A questi vanno aggiunti 17 casi di mancata restituzione del TFR/Assegno di fine mandato da parte di ex portavoce. I rimanenti procedimenti pendenti riguardano varie presunte violazioni, in particolare nel rispetto degli obblighi di buona condotta a livello territoriale. I restanti 165 sono oggetto di valutazione in questi giorni”. E si concludeva: “Allo stesso modo è in atto un profondo lavoro di pulizia tra chi ha tradito i principi del Movimento, venendo meno al patto tra portavoce e cittadini. È in atto una forte e decisa azione che porterà in tempi stretti a molte decisioni importanti, per tutelare chi si è sempre battuto e sacrificato in prima linea, tra i cittadini, nel territorio”.

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