“Il mio primo giorno di lavoro ero emozionata. Poi ho continuato a fare tutto quello che avevo fatto fino a poche settimane prima. Non è stato tanto difficile”. Lei si chiama Francesca, ha 38 anni e viene da Latina. Il primo marzo ha firmato il suo primo contratto di lavoro a tempo indeterminato della sua vita. Francesca Sarlo è una ragazza con sindrome di Down e ha convinto grazie alla sua determinazione e capacità l’azienda Ausilia (che si occupa di sicurezza sul lavoro con sede a Latina) ad assumerla a tempo pieno. “No, non potevamo dirle di no. Sono sicuro che tutti i dipendenti sarebbero stati contrari a non richiamarla una volta scaduto il contratto”, racconta Sergio, il titolare.

Tutto è iniziato tre anni fa, quando i responsabili della Ausilia Soluzioni & Soluzione hanno conosciuto i membri dell’associazione Aipd di Latina (Associazione Italiana Persone Down). “È dal 2014 che abbiamo contatti con associazioni sul territorio per aiutare persone con disabilità – racconta Sergio Amoruso, titolare della ditta insieme a suo fratello Claudio –. Ci siamo subito innamorati della capacità e del sorriso di questi ragazzi e ragazze. Abbiamo deciso, così, di rinunciare alla quota dei regali di Natale prevista in Bilancio per donare 1.300 euro all’associazione”, aggiunge. Quello è stato solo il primo passo. Nel 2018 Francesca ha cominciato a frequentare un tirocinio di un anno presso gli uffici dell’azienda. E da lì non è andata più via. Una volta concluso il percorso lo scorso 24 febbraio, le scelte potevano essere due: interrompere il rapporto lavorativo con Francesca oppure assumerla. “Non ci abbiamo pensato due volte: l’abbiamo assunta”, aggiunge.

Francesca oggi è alla reception, gestisce il rapporto con i clienti, legge le mail e segue i contatti. È pienamente integrata nel gruppo. Lavora dal lunedì al venerdì, dalle 9 fino alle 13: monitora la stampante, porta i fogli, prepara i faldoni. Di pomeriggio si impegna nel tango e in lezioni di teatro. E il sabato partecipa alle attività dell’associazione Aipd. “Da quando c’è Francesca è cambiato il clima all’interno dell’azienda. Ha portato serenità, si lavora meglio – continua il titolare –. Non abbiamo mai messo in dubbio la possibilità di poterla assumere. Ci abbraccia tutte le mattine. A Natale, nella comunicazione che abbiamo inviato come ogni anno ai nostri partner, abbiamo inserito gli abbracci di Francesca. Insomma, non abbiamo mai avuto problemi di alcun tipo. Anzi – rilancia – Se non ci fosse stata l’assunzione i dipendenti avrebbero fatto il picchetto, ne sono sicuro”, sorride.

Supporto delle istituzioni? “Inizialmente è stato solo finanziario. Siamo noi come associazione che, oramai da 40 anni, ci occupiamo della costruzione di un percorso di tutoraggio per questi ragazzi attraverso particolari strategie – racconta Valentina Marcoccio, coordinatrice della sede di Latina dell’associazione Aipd – Ci impegniamo anche per cercare altre aziende: ci sono tante strade, come i tirocini volontari, che in questo caso hanno funzionato”.

Quello di Francesca è un caso isolato. Per ora. “Lei è grande, ha 38 anni e poteva essere l’ultima spiaggia”, raccontano dall’AIPD. L’obiettivo immediato è creare una rete, “convincere altre aziende ad assumere persone con sindrome di Down”, continua Valentina. “Ricordo con emozione il giorno in cui abbiamo comunicato a Francesca la notizia dell’assunzione a tempo indeterminato – racconta Sergio – Volevamo tenerlo riservato inizialmente, pensavamo di fare una sorpresa. Quel giorno, il 1 marzo, c’erano tutti i dipendenti, abbiamo dato un rinfresco e Francesca dopo la firma ha abbracciato tutti, uno a uno”.

Ma come convincere altri imprenditori a seguire la stessa strada? “Facciamo diversi corsi di formazione, parliamo con tanti capi d’azienda sul territorio. Molti, quando vedono Francesca, ci chiedono come fare per attivare percorsi simili. Io non penso ci sia cattiveria, ma forse paura. Le persone non conoscono la disabilità. E invece noi vogliamo comunicare questo: che una storia così fa bene a tutta l’azienda”, conclude il titolare.

Il sogno del futuro? Per ora a Francesca va bene così. Tra dieci anni immagina la sua vita non così diversa dalla realtà attuale. “Mi piacerebbe continuare il mio lavoro e maturare seguendo questa strada”. Ah, un’ultima cosa: “La rivoluzione culturale parte dalla lingua – conclude Valentina –. Noi dell’associazione ci teniamo molto a usare il temine corretto. Francesca non è una persona affetta, ma con caratteristica sindrome di Down”. Un primo passo per cominciare a cambiare.

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