Migliaia e migliaia di persone si sono riversate a Venezia per protestare contro le Grandi navi dopo l’incidente avvenuto alla Giudecca una settimana fa. Di fronte a questa imponente massa di manifestanti il prefetto Vittorio Zappalorto ha fatto marcia indietro. E d’accordo con le forze di Polizia che presidiano la città, ha autorizzato il corteo a proseguire verso Piazza San Marco.

Il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica aveva negato il permesso sostenendo che dal 1997, quando i Serenissimi occuparono il Campanile, era stata vietato qualsiasi raduno di partiti, sindacati o movimenti nel salotto buono di Venezia. Una “deroga” avrebbe creato un precedente. I No Grandi Navi avevano replicato che la “deroga” consente ogni giorno ai transatlantici di entrare in città, sfiorare Palazzo Ducale e raggiungere la stazione di Marittima attraverso il canale della Giudecca. Alla fine, di fronte a una manifestazione variopinta e pacifica, il prefetto si è arreso.

Dopo aver attraversato il ponte dell’Accademia, da Campo Santo Stefano il corteo si è così diretto verso la Prefettura e da lì a San Marco. In testa, uno dei ragazzi No-Navi innalzava uno dei segnali turistici che indica la direzione “Per San Marco”, mostrando alla folla la strada per raggiungere la Piazza prima vietata.

“Mai Più! Fuori le navi dalla Laguna”. “Ora basta. Porti chiusi solo a questi mostri”. “Venezia is not Disneyland”. Sono alcune delle scritte su striscioni e tazebao. “Il divieto era non solo insensato, ma offensivo. – spiega Tommaso Cacciari, leader della protesta – Le Zattere non sono mai state così piene. Queste navi vanno fermate subito e noi vogliamo manifestare nel cuore della nostra città”.

“E’ una grande vittoria aver ottenuto il permesso di andare a San Marco” ha dichiarato Luciano Mazzolin, portavoce di No-Grandi Navi. Gli ha fatto eco Gianfranco Bettin, presidente della Municipalità di Marghera: “Questi giganti devono uscire dalla laguna. Sono incompatibili con l’equilibrio dell’ecosistema, oltre che pericolosi per la città. Se qualche anno fa fossero stati fatti dei progetti si sarebbero potuti studiare uno ad uno. Adesso dobbiamo mettere i vincoli che impediscano che queste navi continuino a mettere in pericolo la città, le persone e l’ecosistema lagunare”.

(foto da Twitter)

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