Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, con una richiesta in mente per il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: una riforma del Consiglio superiore della magistratura. Una necessità per Lega e Movimento 5 Stelle dopo lo scandalo seguito alle rivelazioni sui giochi di potere dietro alla nomina del prossimo capo della Procura di Roma, dopo l’addio di Giuseppe Pignatone. Nell’incontro al Colle durato circa mezz’ora, il guardasigilli ha chiesto al capo dello Stato “un intervento urgente”. Dal ministero fanno sapere che “in un momento molto delicato legato alle vicende che hanno investito il Csm, (il minisÈ, ndr) ha sentito il bisogno di rappresentare la sua preoccupazione”.

Il Guardasigilli lo aveva annunciato già in giornata: “Tutti dobbiamo cominciare a lavorare a una riforma del Csm, del resto era scritto nel contratto di governo. Dobbiamo riflettere sulla possibilità di intervenire sul sistema elettorale. Più che i commenti in questo momento servono fatti. I cittadini vogliono che le istituzioni reagiscano compatte con i fatti. Dobbiamo reagire e cambiare alcune cose. Lo chiedono anche tanti magistrati, i quali non sopportano che all’interno della magistratura si possano infiltrare certe dinamiche” dice il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede interpellato sul caos piombato sulle procure per l’affaire Palamara&co.  

“Il sistema attuale ha dimostrato di non stare più in piedi. Io intendo cambiarlo. Ovviamente mi confronterò con le altre istituzioni e all’interno della maggioranza, ma proporrò criteri obiettivi che premino il merito. Sarà un giro di vite, quel cambiamento che si aspetta da decenni e che finalmente impedirà le degenerazioni del correntismo” aveva detto il Guardasigilli intervistato da Repubblica. Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “Per quanto riguarda i problemi interni al Csm emersi in questi ultimi giorni, è chiaro che è urgente una riforma dei criteri di nomina ed elezione del Csm e la riforma dell’ordinamento giudiziario”. 

Sul tema c’è anche una nota del M5s sul Blog delle Stelle: “Così fan tutti, a quanto pare. Le pagine dei giornali sono piene dello scandalo scoppiato in seno al Consiglio superiore della magistratura. Un’inchiesta della procura di Perugia ha infatti scoperchiato un vaso di Pandora in cui la cosa più evidente è come il merito dei singoli magistrati viene affogato nelle logiche spartitorie politico-correntizie. Nello spaccato che l’inchiesta offre agli italiani non c’è distanza fra magistratura e politica, sono la stessa cosa, con meccanismi del tutto simili se non peggiori, considerata la delicatezza dei compiti che la magistratura assolve”, prosegue il post. “Ma i primi danneggiati sono gli stessi magistrati che temono un’onda di delegittimazione. Per alcuni magistrati che brigano, che gestiscono il potere, c’è il 99% che guarda attonito a ciò che accade e che non ci sta a essere etichettato per le pratiche di alcuni. Proprio per difendere tutti i bravi magistrati – abbiamo la classe più produttiva d’Europa – il M5s ha già pronte alcune proposte per dare un giro di vite“. 

“Sono certamente preoccupato – dice Raffaele Cantone, presidente dell’Anac e candidato alla poltrona di procuratore di Perugia –  ma per ovvie ragioni non è opportuno che io dica di più”. Mentre appare più ottimista il procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho: “Io credo che gli anticorpi della magistratura sono evidenziati proprio da come quel che è successo sia emerso immediatamente, quindi quasi in tempo reale. Tutti ormai conoscono parte di quello che è avvenuto – ha aggiunto – e ci auguriamo di conoscere anche il resto per comprendere esattamente l’entità dei comportamenti che verranno valutati. Credo che il conoscere sia il primo grado di una democrazia che funziona e credo anche che i cittadini possano avere piena fiducia nella giustizia che è stata capace di affrontare immediatamente i fatti e portarli alla conoscenza di tutti ancor prima che si sappia quale sia il reale grado di inquinamento”

 

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