Ci sono quelli rimasti fuori sempre, o quasi, perché a capo di partiti ben sotto la soglia di sbarramento, come i comunisti di varie gradazioni, Marco Rizzo (Pc), Paolo Ferrero, Nicola Fratoianni e Corradino Mineo (La Sinistra), o i fedeli alla destra estrema Simone Di Stefano (Casapound) e Roberto Fiore (Forza Nuova). Ci sono poi i grandi ritorni (finiti male), come quelli di Cecile Kyenge, europearlamentare uscente, e Laura Puppato nel Pd o della mai doma Emma Bonino con +Europa e l’ex ministro della Difesa lettiano Mario Mauro, con i Popolari per l’Italia. La lista degli italiani famosi esclusi dal Parlamento di Bruxelles dopo il voto del 26 maggio è lunga e non risparmia nemmeno uno tra i grandi partiti.

Nel Partito democratico, ad esempio, la lista è lunga. Ci sono, intanto, i tre di casa, gli europarlamentari uscenti Daniele Viotti e Mercedes Bresso, quest’ultima ex presidente della Regione Piemonte. E anche due ex viceministri. Uno è Antonio Enrico Morando, fedelissimo di Renzi finito all’Economia con i governi dell’ex sindaco di Firenze e, dopo, con Gentiloni, mentre l’altra è Maria Cecilia Guerra, viceministro al Lavoro con Letta e sottosegretario nello stesso dicastero con Monti. Si è conclusa con una bocciatura, sempre fra i Dem, anche la candidatura dell’ex presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston.

È finito male anche lo scambio alla pari tra Pd ed En Marche di Emmanuel Macron. Sandro Gozi, nelle liste del presidente francese, è stato trombato dagli elettori d’oltralpe, così come la 38enne bresciana Caterina Avanza, coordinatrice per le Europee del partito presidenziale e ‘raccomandata’ di Macron tra le fila dei Dem nostrani. Un’operazione, questa, che doveva fare da ponte tra i due Paesi, ma che rimarrà solo un progetto naufragato.

Bresciano è anche Pier Luigi Mottinelli, ex presidente della Provincia di Brescia rinviato a giudizio a gennaio con l’accusa di peculato. “Il Pd nazionale mi ha lasciato solo”, ha dichiarato dopo l’esclusione.

Ha provato a tornare in sella anche Pippo Civati, peccato che i Verdi, con cui si era candidato il fondatore di Possibile, non abbiano superato lo sbarramento, chiudendo le porte sia a lui che al presidente del partito in Italia, Angelo Bonelli. Una sconfitta che brucia se si pensa che la lista ambientalista in Europa ha sfondato in molti altri Paesi ottenendo 67 seggi.

Sotto lo sbarramento anche +Europa. E anche qui i nomi a cadere sono di quelli pesanti. Uno su tutti, quello della guerriera Emma Bonino, ma anche quello del Sindaco di Parma e fuoriuscito dal Movimento 5 Stelle, Federico Pizzarotti, oltre al segretario nazionale Benedetto Della Vedova e allo storico dell’arte Philippe Daverio.

Il cambio di casacca, evidentemente, non giova ai fini elettorali, visto che, oltre a Pizzarotti, gli altri transfughi dal M5s Daniela Aiuto, David Borrelli e Marco Affronte, sono tutti rimasti a casa. Unicoche continua a sperare, tra le liste leghiste, è Marco Zanni che con tutta probabilità riuscirà a entrare. Nella destra lo schema si ripete, visto che le fuoriuscite da Forza Italia per entrare in Fratelli d’Italia, Elisabetta Gardini e Daniela Santanché, guarderanno gli ex colleghi di partito volare verso i palazzi delle istituzioni europee, mentre loro staranno a casa. Così come rimarranno nell’amata patria i due cugini Mussolini, Alessandra e Caio Giulio Cesare, rispettivamente tra i candidati di Forza Italia e FdI.

La scelta di non ricandidarsi alla Comunali è risultata fatale per il Sindaco pentastellato di Livorno, Filippo Nogarin, che è il primo escluso nella lista Cinquestelle nel Centro Italia insieme al collega di partito Dario Tamburrano. Così come fuori sono rimasti Mario Adinolfi del Partito della Famiglia e il novantenne Francesco Alberoni, sociologo, giornalista e scrittore, con Fratelli d’Italia. 

Non sorprende che fuori dagli eletti di Forza Italia sia rimasto anche Pietro Tatarella, ex consigliere comunale di Milano finito in carcere per l’inchiesta su un giro di tangenti. Misura cautelare appena confermata anche dal Tribunale del Riesame. Sorprendono di più i 996 voti ottenuti nonostante le indagini in corso.

Indagini che, invece, non hanno fermato, almeno per il momento, la candidatura di Lara Comi. Lei, insieme a Irene Pivetti, con cui si contenderà un posto tra i candidati di Forza Italia, Roberto Gualtieri (Pd) e Marco Zanni (Lega) sono tra coloro in attesa di conoscere la scelta dei loro capilista per capire che troveranno un posticino nella prossima plenaria.

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