Alla fine a far sbarcare i 47 migranti a bordo della Sea Watch 3 ci ha pensato la procura di Agrigento che ha disposto il sequestro della nave da giorni in mare a mezzo miglio a sud del porto di Lampedusa. Una mossa che di fatto dispone anche il conseguente sbarco dei migranti, eseguito subito dopo il sequestro dalla Guardia di Finanza e dalla Guardia Costiera dell’isola che hanno fatto salire i migranti sulle motovedette per accompagnarli sull’isola: i primi a scendere sono stati una donna incinta e il marito, gli altri arrivano subito dopo. “Missione compiuta“, twitta la ong.. La decisione del procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, ha fatto però infuriare il Viminale che aveva tentanto di dissuaderlo dal procedere. Dopo l’inizio degli sbarchi, è intervenuto direttamente Matteo Salvini: “Finché il ministro sono io, nego l’autorizzazione. Se qualche procuratore intende fare il ministro si candidi alle elezioni. Sono pronto a denunciare per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina chiunque sia disponibile a far sbarcare immigrati irregolari da una nave fuori legge“, ha detto il ministro dell’Interno in collegamento con Non è l’Arena su La7.  A rispondergli è l’altro vicepremier, Luigi Di Maio, ospite invece di Che tempo che fa su Rai3: “Il sequestro lo esegue la magistratura quindi non credo sia un espediente” per far sbarcare i migranti “perché la magistratura è indipendente dal governo. Io credo che la politica delle redistribuzioni sia l’unica strada, poi c’è il tema dei rimpatri che si devono fare”.

La Sea Watch 3, ha spiegato lo stesso procuratore Patronaggio, è stata sequestrata per violazione dell’art. 12 del testo unico sull’Immigrazione, “ponendo il mezzo navale a disposizione di questa Procura che ne ha disposto, previo sbarco dei migranti, il trasferimento sotto scorta nel porto di Licata“. I migranti posti in salvo saranno affidati a personale della Questura di Agrigento per la identificazione e per i necessari atti di polizia giudiziaria. Le indagini proseguiranno sia per l’individuazione degli eventuali trafficanti di esseri umani coinvolti, sia per la valutazione della condotta della ong, ha specificato la Procura. Il comandante della nave , riferisce La Presse, sarà indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

“Già in passato abbiamo assistito a sequestri di navi delle Ong poi finiti in nulla“, replica Salvini. “Per quanto mi riguarda – ribadisce il leader della Lega – anche in caso di sequestro della nave non deve scendere nessuno a terra. Chi la pensa diversamente, se ne assuma la responsabilità”. Quindi l’annuncio di una denuncia contro chi farà sbarcare i migranti. “E questo vale anche per gli organi dello Stato, se c’è qualche procuratore pronto a indagare Salvini perché vuole controllare i confini del nostro Paese, io vado fino in fondo”, afferma il ministro. “Se qualche ministro ha dato l’autorizzazione a sbarcare gli immigrati ne risponderà davanti agli italiani, se qualcuno vuole aprire i porti e aiutare gli scafisti ne risponderà davanti agli italiani”, rilancia poi Salvini a Non è L’arena. Fonti di governo M5s tengono però a sottolineare che nessun ministro Cinquestelle ha aperto i porti. Ma Salvini insiste: “Chiunque sia stato ne risponderà davanti agli italiani”.

“Ancora una volta si è dimostrato che i porti dell’Italia non sono chiusi“, dice invece la portavoce di Sea Watch, Giorgia Linardi, sottolineando che i pm hanno disposto il sequestro probatorio della nave. “È a disposizione degli inquirenti per verificare se effettivamente c’è un reato da contestare. Siamo molto sereni e sicuri – aggiunge – che la giustizia farà il suo corso”. I 47 migranti saranno quindi trasferiti nell’hotspot dove erano già state trasportate altre 18 persone che erano a bordo, considerate particolarmente vulnerabili e quindi già fatte sbarcare.

La Sea Watch è “una nave fuorilegge“, ribadiscono invece fonti del Viminale. “Il ministro dell’Interno si aspetta provvedimenti nei confronti del comandante della nave, dal quale è lecito attendersi indicazioni precise sui presunti scafisti presenti a bordo”, sottolineano alle agenzie le stesse fonti. Che poi attaccano: “La difesa dei confini nazionali e l’ingresso in Italia di un gruppo di sconosciuti dev’essere una decisione dalla politica (espressione della volontà popolare) o di magistrati e ong straniere?”.

Secondo il Viminale la vicenda Sea Watch 3 conferma una volta di più l’urgenza di approvare il Decreto Sicurezza Bis. “Non vedo l’ora di approvare un decreto che combatte camorristi, scafisti e teppisti, spero nessuno voglia perdere altro tempo”, afferma Salvini in una nota. Il leader della Lega infatti vuole giocarsi il tutto per tutto per avere l’ok al decreto sicurezza bis già nel Consiglio dei ministri di lunedì. Ma i giochi sono apertissimi. E il M5s, rispetto a qualche mese, sui migranti non intende regalare al Carroccio ulteriori cedimenti, anche perché sul tavolo ci sarà anche il dl Famiglia voluto da Luigi Di Maio. “Bisogna abbassare un po’ i toni, non possiamo portare l’Italia a litigare sempre con tutti”, afferma il leader del M5s.

Intanto la Federazione delle chiese evangeliche in Italia apre le porte ai 47 migranti a bordo: “Mettiamo a disposizione le nostre strutture di accoglienza in Italia e le relazioni con le chiese sorelle d’Europa per approntare un piano di ricollocazione in Europa di una quota dei migranti soccorsi dalla Sea Watch”, ha spiegato il pastore Luca M. Negro, presidente della Fcei. “Accogliere i migranti in fuga dalle persecuzioni è dovere civile di ogni democrazia; ma per noi evangelici è anche un servizio al prossimo radicato nella tradizione biblica e un imperativo della nostra fede”, ha aggiunto Negro. “Tutte le chiese che compongono la Fcei hanno solide relazioni con le loro sorelle in Europa, molte delle quali sono attivamente impegnate in programmi d’accoglienza dei migranti. Siamo convinti che la collaborazione tra governi nazionali, istituzioni europee e società civile sia essenziale per la costruzione di una politica di accoglienza efficace e rispettosa dei diritti umani”.

Una collaborazione tra governi cui punta anche Luigi Di Maio: “L’obiettivo è sempre lo stesso, prima di farli sbarcare dobbiamo avere la garanzia che l’Europa prenda in carico quei migranti, altrimenti resteranno in carico solo all’Italia”, ha detto il vicepremier parlando con i giornalisti a Sant’Isidoro Carugo, in provincia di Como. Sul tema Salvini resta invece sulle sue posizioni: “Sono due giorni che c’è questa barca che mi chiede di entrare a Lampedusa – ha detto il ministro dell’Interno in un comizio della Lega a Sassuolo – Mi hanno scritto tutti, anche l’Europa, vescovi e addirittura l’Onu. A tutti ho dato la stessa, cortese risposta: col mio permesso non sbarca nessuno“. Le autorità italiane avevano già consentito il trasbordo e quindi lo sbarco a terra di 18 persone, i bimbi con le loro famiglie e una donna ustionata.

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