Cinque leggi da approvare entro il 2019 e da fare insieme ai soci di governo della Lega. Che sia un segnale di pace o una provocazione, in piena campagna elettorale per le Europee, Luigi Di Maio ha deciso di rilanciare su cinque temi cari ai 5 stelle: la legge per togliere la sanità dai partiti, quella sull’acqua pubblica, il conflitto di interessi, il salario minimo e il taglio dei parlamentari. “E’ il momento di andare avanti“, ha scritto sul Blog delle Stelle. In realtà negli ultimi giorni non sono mancate le tensioni, naturalmente da leggere in chiave elettorale, tra 5 stelle e Carroccio. L’ultimo scontro è stato sul taglio delle Province e lo stesso premier Giuseppe Conte da Pechino è intervenuto per difendere la “dialettica della democrazia”, ma al tempo stesso invocare la necessità di garantire “stabilità”. Ora Di Maio, poco dopo essere intervenuto in Polonia alla convention di Kukiz’15, uno degli alleati del M5s per il manifesto per le Europee, e aver annunciato l’adesione del movimento estone Elurikkuse Erakond (che diventa così il sesto partito del gruppo), ha rilanciato sul fronte italiano con un messaggio diretto esplicitamente al Carroccio.

“Il 4 marzo 2018”, si legge nel post sul Blog del Movimento, “è una data importante perché i cittadini che rappresentiamo ci hanno dato un messaggio molto chiaro: cambiate le cose in Italia. Il cambiamento per noi è semplicemente il motivo per cui esistiamo”. E quindi ha ribadito la necessità che il sottosegretario del Carroccio Armando Siri, indagato per corruzione nell’ambito di un’inchiesta antimafia, faccia un passo indietro: “E’ anche per dare un segnale inequivocabile che le cose non saranno mai più come prima, che la questione Siri non può essere snobbata. È un caso su cui un governo che vuole rappresentare il cambiamento, specie sotto un profilo etico e morale, non può cedere. Gianroberto diceva che quando c’è un dubbio, non c’è nessun dubbio, soprattutto quando ci sono di mezzo la mafia e la corruzione”. Poi parlando con i cronisti a Varsavia, Di Maio è entrato più nello specifico: “Noi ci battiamo per avere porte chiuse alla mafia. Oltre al caso Siri dobbiamo fare molto di più, serve una legge sul conflitto di interessi in Italia. Se ti occupi di trasporti, non è che cominci a armeggiare con l’eolico. In questo momento a me preoccupa il tema della legalità, il taglio degli stipendi dei parlamentari e soprattutto una legge sul conflitto di interessi”. Nei giorni scorsi sono inoltre emerse le dichiarazioni di due pentiti del clan rom a Latina che dicono di aver fatto campagna elettorale per Salvini: “Ho visto che ci sono delle iniziative parlamentari, è bene che tutti chiariscano”, è stato il commento di Di Maio.

Ma il punto centrale del post di Di Maio riguarda i prossimi passi che l’esecutivo deve fare secondo lui: “Abbiamo creato un contratto di governo con la Lega, fissando i punti cardine che ci hanno permesso di iniziare il processo di cambiamento”, si legge ancora. “Con la Lega abbiamo già fatto tanto, lavorando anche bene. E i fatti sono chiari. In pochi mesi abbiamo realizzato le cose che abbiamo sognato per anni”. E ha elencato quelli che ritiene i successi del governo: “Il taglio dei vitalizi, il reddito di cittadinanza, il superamento della legge Fornero con l’introduzione di Quota 100, ma anche la legge sull’anticorruzione, la class action, la legge contro la violenza su donne e bambini. E il Decreto Dignità”.

Oggi per Di Maio in realtà è stato soprattutto un giorno di campagna elettorale per le Europee. Con tanto di intervento a Varsavia. “Se come cittadini europei”, ha dichiarato, “avremo vinto o perso alle elezioni europee lo si vedrà se i vecchi partiti europei, Popolari e Socialisti, avranno o meno raggiunto il 51% dei seggi in Parlamento. Io non credo che sarà così: non saranno più autonomi e in grado di portare avanti le loro politiche di austerity in autonomia”. Per questo “è probabile che il nostro nuovo gruppo sarà l’ago della bilancia, come è successo in Italia”. Il leader dei 5Stelle ha quindi annunciato l’adesione al manifesto M5s per le Europee del movimento estone Elurikkuse Erakond. Si tratta del sesto partito insieme a Kukiz’15, Liike Nyt, Akkel, Zivi Zid. Per formare un gruppo al Parlamento Ue servono sette forze politiche di sette Paesi diversi. Quella di Di Maio è ovviamente una visione condivisa da Kukiz, ex cantante punk: “Per noi polacchi il successo italiano del M5s è un esempio da seguire. Vogliamo anche noi ridare il paese ai cittadini e toglierlo dalle mani di chi si ricorda del popolo solo qualche mese prima delle elezioni con elargizioni a categorie per ottenere voti”. Di Maio rimarrà in Polonia anche lunedì per una serie di bilaterali con il ministro delle Infrastrutture Andrzej Adamczyck e con il ministro per l’Imprenditorialità e la Tecnologia Jadwiga Emilewicz.

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