Dopo l’ennesimo rinvio delle decisioni sui rimborsi per i “truffati” dalle banche, il premier Giuseppe Conte è pronto a farsi carico del dossier e firmare lui stesso i decreti attuativi per l’erogazione dei ristori. Secondo l’Ansa, che cita “diverse fonti di governo”, sarebbe questa la soluzione che si profila per superare l’impasse determinata dal braccio di ferro tra i ministri Luigi Di Maio e Giovanni Tria. Mentre arriva il sollecito di Matteo Salvini sui “troppi dossier rinviati”.

Tria: “Regole Ue”. Di Maio: “No arbitrato” – Il vicepremier 5s insiste sul no all’arbitrato infatti e il secondo ha ricordato che bisogna rispettare le regole Ue. Un tema ricordato anche dal presidente del Consiglio “Abbiamo 1,5 miliardi di euro che abbiamo stanziato con sacrifici, il problema è sbloccarli in un quadro regolatorio che ci impone qualche cautela, perché ci sono vincoli europei”. E rivolgendosi indirettamente al titolare del Mef ha aggiunto “deve stare sereno”, ragionando sul “gioco politico” M5s-Lega: “Abbiamo una dialettica politica, adesso abbiamo le Europee quindi ragionevolmente continuerà, ciascuno cerca di allargare il proprio spazio politico. Questo è normale ma pensare che da questo venga compromessa l’azione di governo no, sono prospettive assolutamente diverse”.

Salvini: “Troppi dossier rinviati per i miei gusti” – Eppure Salvini, a margine del vertice G7 dei ministri dell’Interno, ha puntualizzato: “Di rinvio e rinvio ci sono troppi dossier rinviati per i miei gusti, a me piace affrontarle le cose: o è sì o è no, o è bianco o è nero”. Ed entrando nella questione rimborsi per i risparmiatori truffati ha messo la palla nelle mani di Conte: “Bisogna fare bene e fare in fretta. Non ha capito Di Maio, Tria… in medio stat virtus. È già passato troppo tempo. Conte ha detto ‘faccio io’ e lo faccia, ha la mia fiducia”. Un riferimento al faccia a faccia con le associazioni: “Conte si è fatto carico di incontrare i comitati, con cui io sono a contato tutti giorni, ripeto fare bene e fare in fretta…”.

I paletti del ministro – Il ministro dell’Economia – viene riferito, anche se né il Tesoro né Palazzo Chigi confermano – avrebbe infatti  opposto un no fermo alla ipotesi di firmare i decreti per rimborsi diretti e automatici come chiesto dal M5s. Troppo forte il rischio di ricorsi e di una procedura d’infrazione: bisogna scrivere – ha insistito – una nuova norma. Ma Di Maio ha bocciato la proposta del ministro con ristori non automatici per tutti: il rischio tra l’altro, avrebbe detto, è far attendere i risparmiatori ancora diversi mesi. Una ipotesi diversa da quella dei rimborsi diretti, è il ragionamento, deve quantomeno passare dal via libera delle associazioni dei risparmiatori, che Conte aveva incontrato già nel maggio 2018 nelle vesti di premier incaricato.

Il faccia a faccia con le associazioni – Di qui la scelta di convocarle di nuovo lunedì per ascoltare i loro desiderata – a partire dalla una domanda precompilata e semplificata con inversione dell’onere della prova in capo agli istituti in liquidazione – e arrivare a una mediazione da portare martedì in un nuovo Consiglio dei ministri e da tradurre in decreti che probabilmente firmerà in prima persona. Anche se il vicepremier e leader pentastellato, parlando di una discussione “molto intensa”, insiste: “I truffati dalle banche li dobbiamo risarcire. Quelle persone vanne risarcite senza arbitrati, lodi o giudici, visto che già ne hanno passate abbastanza. Sono contento che siamo arrivati alla conclusione che vanno risarciti tutti il prima possibile, aspettiamo la riunione di lunedì con le associazioni, ma la mia linea è molto chiara”. Ovvero: “Non si fanno modifiche alla norma se non c’è l’accordo con le associazioni che rappresentano queste persone che hanno perso tutti i loro risparmi per scelte scellerate del passato”. Ma per Conte la soluzione deve comunque rientrare in un “quadro regolatorio” che “ci impone qualche cautela” dovuta ai vincoli di Bruxelles. 

“Pagare secondo le regole” – Dal canto suo Tria questa mattina, a margine dell’Eurogruppo in corso a Bucarest, ha ribadito: “Vogliamo pagare tutti, quindi bisogna fare in modo che possano essere pagati nel più breve tempo possibile”, ma “ovviamente bisogna pagarli secondo le regole, perché altrimenti non si possono pagare. Prima si chiude questa norma e prima verranno pagati. Stiamo cercano la norma più adatta per pagare tutti”. Poi ha sostenuto che nel governo “non ci sono posizioni differenti, stiamo cercando la norma più adatta per pagare tutti”. “Non mi “sento” niente, andiamo avanti tranquillamente”, ha risposto quando gli è stato chiesto se si senta sotto attacco da parte di un settore della maggioranza.

Di Maio: “Sintonia su cose concrete” – E su questo anche Di Maio prova a stemperare le tensioni: “I rapporti con Tria? Sicuramente c’è sintonia ogni qualvolta lavoriamo su cose concrete per aiutare gli italiani. Se stiamo nella concretezza, in questo governo c’è sempre sintonia”. Quando, invece, “parliamo di legge sull’aborto, scontri ideologici o forse quando si comincia a parlare tramite dichiarazioni di stampa e non guardandosi negli occhi iniziano i problemi”.

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