Un congegno rudimentale che poteva esplodere fatto con una pila, dei fili e della polvere. E una scritta in stampatello su un foglio bianco attaccato al plico, a indicare il mittente: “Scuola A. Diaz. Via C. Battisti 6, 16145 Genova”, nota per le torture della polizia durante il G8. È questo il contenuto di un plico di piccole dimensioni indirizzato alla sindaca di Torino, Chiara Appendino, che ha fatto scattare l’intervento degli artificieri della polizia a Palazzo Civico e sospeso la seduta del consiglio comunale. “Esprimo piena solidarietà alla sindaca, vittima di un gravissimo atto intimidatorio – ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio Giuseppe Conte -. L’intero governo è al suo fianco. Lo Stato non permetterà che minacce del genere le impediscano di esercitare appieno il suo ruolo”.

“I responsabili sono riconducibili all’Asilo” – Per la Questura il congegno era “idoneo a esplodere” e il gesto sarebbe riconducibile “a soggetti appartenenti all’area anarco-insurrezionalista verosimilmente appartenenti alla cellula riconducibile all’Asilo“, il centro sociale sgomberato lo scorso 7 febbraio dalla polizia. Solo due giorni fa a Torino si è svolta la manifestazione anarchica culmine di una mobilitazione in corso ormai dal blitz delle forze dell’ordine dell’edificio che per 25 anni è stato la base delle attività di anarchici e antagonisti. Da allora è stata una escalation di arresti, scarcerazioni, denunce, dimostrazioni contro la sindaca. Soltanto sabato quattro persone sono state arrestate e sono comparse scritte di minacce contro la sindaca sui muri. Il corteo si è concluso senza incidenti grazie alle forze dell’ordine, che avevano bloccato i manifestanti ritenuti più pericolosi, molti arrivati da Francia, Spagna e Grecia, nei pressi della ex scuole occupata pochi giorni prima in via Tollegno. Alla notizia del ritrovamento della busta, che ha fatto scattare la messa in sicurezza del Municipio da parte della polizia municipale, è andato anche il questore, Francesco Messina, che ha coordinato le operazioni per prevenire rischi all’incolumità delle persone, nell’eventualità che ci fossero altri plichi esplosivi.

Chiara Appendino è sotto scorta dal 10 febbraio scorso, all’indomani delle tensioni e delle minacce al corteo anarchico. Pochi giorni fa in città sono stati affissi manifestini con il disegno di una persona a testa in giù con l’effige dei tarocchi dell’Appeso ribattezzata l’Appendino e la filastrocca dell’Asilo. Di fronte a un negozio della famiglia della sindaca gli antagonisti avevano organizzato una minacciosa protesta. Il 3 novembre scorso, inoltre, era stata intercettata una busta diretta alla sindaca con la scritta: “Hai ucciso Torino. Devi morire”. Tanti esponenti del mondo della politica hanno espresso la loro solidarietà alla sindaca. Tra loro il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino che ha detto: “Le istituzioni sono unite con fermezza e rigore a difesa della democrazia, non arretreranno di un passo davanti a chi usa la violenza e l’intimidazione”. La Cgil parla di “violenza inaccettabile” ed esprime solidarietà anche Antonio Decaro, presidente dell’Anci e sindaco di Bari. “Questo ennesimo vile e concreta minaccia a danno di Chiara Appendino, se possibile ancor più grave perché portata nel palazzo comunale, la casa dei cittadini, raggiunge e sconcerta tutti noi, tutti i sindaci italiani. Tutti noi, tutti insieme siamo al fianco della sindaca di Torino, siamo la sua ulteriore scorta, ben consapevoli che la nostra unità davanti a tantissimi responsabilità, pericoli, intimidazioni, è la nostra forza. Coraggio Chiara, non sei sola”.

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