©AndreaRaffin / KikaPress

Era partita un po’ moscia l’ultima serata di Sanremo. Sarà stata l’emozione, il timore di affrontare le cinque ore di diretta con le inevitabili polemiche per i verdetti, la noia di spiegare per l’ennesima volta il macchinoso regolamento ricorrendo a soluzioni a volte spiritose a volte meno. Sta di fatto che la prima ora non è stata proprio brillante. Poi è accaduto il miracolo.

Arriva Ramazzotti che fa il Ramazzotti. Canta a suo modo una nuova canzone, parla a suo modo dicendo qualche ovvietà, poi comincia il duetto con Baglioni di Adesso tu. Ovviamente il pubblico in sala si scalda, tutti si alzano in piedi, accendono lo schermo del telefonino e agitano le braccia come si fa nei concerti. Tutto prevedibile, ma scatta qualcosa di meno prevedibile. La regia si scatena, la camera inquadra la platea dal fondo, alle spalle degli spettatori e vola sulle loro teste con una carrellata in avanti verso il palco con un movimento vertiginoso degno di un musical di Busby Berkeley. Quella regia che fino a quel momento mi era parsa un po’ controllata, meno fantasiosa di quanto ci si aspetta da un creativo come Duccio Forzano. In un festival che ha scelto come stile quello del musical, ci mancava una regia da musical. Che sia stata la presenza di un cantante non particolarmente originale come Ramazzotti a fare il miracolo, a dare il via a questo cambio di passo può essere un caso. Sta di fatto che di lì in poi la regia si è come liberata, si è lanciata in inquadrature e movimenti più coraggiosi. Strani fenomeni che capitano a Sanremo.

 

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A #Sanremo2019 @ramazzotti_eros e @claudiobaglioniofficial cantano “Vita ce n’è”

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Siccome ho promesso ai miei 25 lettori di trovare il meglio e il peggio di ogni serata, il peggio questa volta lo voglio attribuire alla critica televisiva, non tutta ma una buona parte, che ha insistito per tutto il festival a suonarsi e cantarsi un luogo comune: la conduzione era sbagliata perché nessuno faceva il suo mestiere. Per cui Baglioni che sa cantare non era in grado di dirigere lo spettacolo. Falso perché lo dirige benissimo con sobrietà ed eleganza. Claudio Bisio che è un comico non può fare il conduttore. Falso: abbiamo visto comici condurre la serata degli Oscar e poi Bisio sa giocare in molti ruoli e combinarli senza strappi. Virginia Raffaele è stata sacrificata in un ruolo che le ha impedito di fare ciò che le riesce meglio. Falso perché le è stata data l’occasione di recuperare la sua spontaneità, di ballare e cantare, uscendo da quella maschera delle imitazioni che la ingabbiavano fino a renderla stucchevole nella centesima parodia di Belen. Anche perché alla fine sarà il caso di chiederselo: ma checcefrega di Belen?

Un’ultima considerazione. Se qualcuno si aspettava nei miei giudizi qualcosa sui verdetti comunisti delle giurie comuniste, mi spiace, io qui parlo solo di televisione. Però una battuta me la concedete? A quelli che già si agitano sostenendo che Mahmood ha vinto non perché è bravo ma perché è mezzo egiziano, voglio far notare che anche Salah gioca nel Liverpool solo perché è egiziano, mica perché fa gol a grappoli. Non ve ne eravate mai accorti?

Arrivederci al prossimo Sanremo.

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