Io c’ho l’appoggio sindacale ai massimi livelli”. E ancora: “Questi hanno fatto una riunione a Roma, se so battuti loro per non farci chiudere. Stanno a fa una guerra per noi che non potemo lascialli”. Luigi Battisti, il presunto caporale 50enne arrestato in provincia di Latina con l’accusa di aver sfruttato almeno 500 lavoratori e lucrato su di essi per “costruire questo impero” rappresentato dalla cooperativa pontina Agri Amici, parlava così dei suoi rapporti con il sindacato Cisl, in una telefonata del 27 novembre 2017 intercettata dalla Squadra Mobile, trascrizione contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Latina, Gaetano Negro. Il grande alleato di Battisti, in particolare, era Marco Vaccaro, 40enne segretario provinciale di Latina della Fai Cisl (Federazione Agricoltura Industriale).

LA VICINANZA DI VACCARO AI VERTICI REGIONALI – La notizia dell’arresto del dirigente sindacale ha mandato in subbuglio i vertici regionali del sindacato cattolico, che si sono chiusi a riccio. Vaccaro era un “ragazzo stimato e insospettabile” – spiegano fonti informali del sindacato a ilfattoquotidiano.it – che fra l’altro dall’aprile 2017 faceva parte della segreteria generale della Fai Cisl Lazio, guidata da Claudio Tomarelli e “benedetta” dall’allora leader nazionale Luigi Sbarra. “È un fatto di una gravità assoluta visto e considerando la nostra storia e le nostre battaglie in prima linea contro il caporalato”, ha commentato il segretario generale della Cisl Lazio, Paolo Terrinoni, l’unico “autorizzato” a parlare a caldo della vicenda. Proprio a fine 2017, mentre gli investigatori indagavano sugli affari della Coop Agri Amici, Vaccaro teneva dei convegni sul caporalato. Nel mese di novembre, ad esempio, insieme al segretario Tomarelli aveva organizzato un incontro con i rappresentanti della Comunità Indiana di Latina. “Molto spesso questi lavoratori stranieri si trovano ad affrontare problemi legati alla burocrazia, alla lingua straniera, noi vogliamo essere un punto di riferimento per loro”, diceva. E ancora: “La solidarietà nasce dalla consapevolezza di voler condividere la cultura dell’altro e farla propria, il valore dell’accoglienza nasce anche attraverso lo scambio e la fruizione dei sapori e delle tradizioni di un popolo che si sta integrando nel nostro territorio”.

“L’OCCHIO DEL PADRONE LI RENDE PIU’ TIMOROSI” – Parole che, alla luce di quanto emerso dall’inchiesta, a posteriori assumono un significato importantissimo. “In particolare – si legge nell’ordinanza – è emerso chiaramente che Luigi Battisti e Daniela Cerroni hanno prospettato ai lavoratori che sarebbero stati licenziati e che comunque non avrebbero avuto il rinnovo del contratto di lavoro se non si fossero iscritti al sindacati Fai Cisl”. “Tutti quelli che lavorano con noi quando vengono a prendere la busta paga devono firmare quella cosa. Se non la firmano non c’è problema, sta apposto, non ce rinnovo il contratto”, diceva Battisti, cui il sindacalista Vaccaro rispondeva: “Ma certo, l’occhio del padrone è diverso no, se ci sta la mano tua loro so anche un po’ più timorosi”. “La condotta posta in essere da Battisti e Cerrone – scrivono ancora i pm – è stata previamente concordata con Vaccaro il quale, nelle conversazioni intercettate, non solo avvalora l’illecito criminoso prospettatogli da Battisti, ossia quello di minacciare i lavoratori di licenziamento, ma dice chiaramente che bisogna proseguire attraverso le medesime modalità che si stanno dimostrando fruttuose”. L’interesse del dirigente sindacale, secondo gli inquirenti, era quello di “ottenere ciò che gli era stato promesso da Battisti, 400 nuovi iscritti, un interesse prettamente economico, atteso che il suo reddito si incrementa in ragione delle attività svolte per conto dei lavoratori assistiti, con particolare riguardo all’incontro delle domande per ottenere l’indennità’ di disoccupazione”. Molti lavoratori, infatti, risultavano iscritti al sindacato Uil. “Ma la Cisl gli fa il 730 gratis e gli regala pure l’agendina e la penna”, diceva Battisti ai suoi interlocutori.

LA SCISSIONE E IL COINVOLGIMENTO DI UN “COMMERCIALISTA DELLA CISL” – Ma quello delle tessere e delle domande di disoccupazione non è l’unico affare in cui Vaccaro era stato coinvolto da Battisti. Dall’indagine risulta che il dirigente sindacale, avesse di fatto imposto a Battisti la consulenza di Nicola Spognardi, Ispettore del Lavoro (dunque dipendente ministeriale), che “offre uno stabile aiuto, abusando della sua posizione, nei confronti della cooperativa, ottenendo in cambio una serie di vantaggi anche di carattere economico, tra cui la organizzazione di corsi di formazione dei lavoratori, il cui introito viene a configurare l’utilità”. E qui torna in ballo il sindacato. Quando il sodalizio pensa di scindere la Coop Agri Amici in tre cooperative distinte, Spognardi dice a Battisti “che in una cooperativa può essere inserito come commercialista un soggetto indicato dalla Cisl, così ‘sta contenta’, in un’ottica di spartizione”. Battisti, in sostanza “attraverso la nomina di commercialisti indicati rispettivamente dall’Ispettore del Lavoro e dal sindacalista della Cisl, si sarebbe potuto garantire ulteriore copertura nello svolgimento della sua attività”.

 

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