Il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio trascorrerà anche il capodanno a San Giovanni in Fiore dove il gip di Catanzaro Pietro Caré lo aveva mandato all’obbligo di dimora con l’accusa di abuso d’ufficio. La misura cautelare è stata confermata dal Tribunale del Riesame che ha rigettato il ricorso presentato dagli avvocati di Oliverio contro l’ordinanza emessa nell’ambito dell’inchiesta “Lande desolate” che ha portato all’arresto anche dell’imprenditore Giorgio Barbieri (in carcere), ritenuto vicino al clan Muto di Cetraro, e di alcuni funzionari della Regione (finiti ai domiciliari).

Prima che l’udienza si concludesse il procuratore aggiunto della Dda Vincenzo Luberto e i sostituti Camillo Falvo e Alessandro Prontera hanno notificato a Oliverio un altro avviso di garanzia per corruzione. Secondo la Dda, guidata dal procuratore Nicola Gratteri, l’imprenditore Barbieri avrebbe ricevuto dalla Regione un finanziamento non dovuto nell’ambito dell’appalto della sciovia di Lorica in cambio del rallentamento dei lavori di Piazza Bilotti a Cosenza. Una richiesta che sarebbe partita dal presidente Oliverio, dietro la quale si nasconderebbero motivi politici. L’obiettivo sarebbe stato quello di danneggiare il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto che, tuttavia, dalle intercettazioni registrate dalla guardia di finanza si sarebbe anche avvantaggiato dell’eventuale ritardo dei lavori che gli avrebbe consentito di inaugurare la piazza dopo la sua rielezione.

Già il gip, nell’ordinanza di arresto eseguita il 17 dicembre, aveva definito quello tra Barbieri e Oliverio un “rapporto di scambio” che “appare riduttivo definire clientelare, potendo ben sconfinare nel terreno della corruzione”. Uscendo dal Tribunale, gli avvocati del presidente della Regione avevano definito “infondatissime” le accuse contro il politico calabrese. “Gli indizi a carico del nostro assistito sono davvero effimeri, se ve ne sono – avevano affermato ai microfoni dei giornalisti – siamo fiduciosi che il nostro ricorso sarà accolto”.

Così non è stato e al termine dell’udienza di ieri durata circa due ore, quindi, il Riesame sposa l’impianto accusatorio della Direzione distrettuale antimafia. Adesso, se non ci saranno novità, il presidente della Regione dovrà attendere l’inizio del processo all’obbligo di dimora. Una bufera giudiziaria che, a un anno dalle elezioni regionali, rischia di compromettere i piani del Pd e del centrosinistra che già avevano ricandidato Oliverio alla guida della Calabria.

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