“Stanno girando un po’ troppe ‘balle’ di Natale sulla manovra del popolo. Così ho fatto questo test. In questi giorni potrete utilizzarlo anche voi sottoponendo a parenti e familiari questi semplici quesiti”. Luigi Di Maio posta un’immagine con i punti salienti del maxiemendamento e a fianco le caselle “vero” e “falso”. Il testo, passato nella notte a Palazzo Madama dopo una giornata di caos e bagarre in aula come in commissione, è stato attaccato dalle opposizioni, che parlano di “parlamento esautorato”, mentre il Pd ha annunciato che farà ricorso alla Corte Costituzionale. Accuse ignorate dalla maggioranza, che anche sul fronte leghista esprime la sua soddisfazione. “Alla manovra do voto 7, perché è solo l’inizio del percorso”, ha detto Matteo Salvini a margine della sua visita al Pio Albergo Trivulzio, storica casa di riposo di Milano. Qualche ora prima, in un video su Facebook, aveva già commentato l’esito del voto: “Non siamo geni, non abbiamo fatto miracoli, ma siamo persone coerenti e di parola. Non sono Batman e non sono Gesù Bambino”, ma “finalmente c’è un governo con le palle. Sono contento di aver fatto le tre di notte per dare agli italiani dei fatti, lavoro vero. In sei mesi abbiamo fatto più noi che altri chiacchieroni in 6 anni, sono stati sei mesi entusiasmanti“.

Pd ricorre alla Consulta. Mirabelli: “Atto politico” – Di segno opposto il tenore dei commenti delle opposizioni, dal Pd a Forza Italia. Il dem Andrea Marcucci ha annunciato che il Pd farà ricorso alla Corte Costituzionale “affinché si pronunci sulla enormità che si sono compiute sotto i nostri occhi e sotto quelli del Paese da parte di questo governo violento che se ne frega dei diritti del Parlamento”. Un’ipotesi che però il presidente emerito della Consulta Cesare Mirabelli, nonostante “forzature e criticità evidenti” nell’approvazione al Senato, “sarebbe difficilmente considerata ammissibile dai giudici, non potendosi parlare di conflitto “fra poteri”. Potrebbe però valere come “atto politico”. E Fratoianni (Leu) sintetizza le proteste delle opposizioni, parlando di Parlamento “esautorato” perché “non c’è stata alcuna discussione. Si approvano i conti dell’Italia senza nemmeno far sapere fino in fondo ai rappresentanti del popolo italiano di cosa si parla”. La maggioranza ha votato compatta, ma il senatore M5S Gregorio De Falco ha replicato con l’astensione quanto aveva già fatto col Dl Sicurezza. E quello della notte è stato un ulteriore segno di insofferenza per l’azione del governo M5S-Lega.

Di Maio: “Niente aumento dell’Iva” – “Stanotte ero in Senato dove è passata la manovra del popolo. Viene massacrata da coloro che in tutti questi anni ci hanno tolto diritti. Ma sono orgoglioso che da marzo parte il reddito di cittadinanza, da febbraio-marzo parte quota 100, da febbraio-marzo partiranno le pensioni minime – pensioni di cittadinanza – e le pensioni di invalidità che si alzano a 780 euro. Queste sono le cose che ci devono rendere orgogliosi. Come i fondi ai truffati delle banche”. Il vicepremier 5 Stelle esulta con un video su Facebook a poche ore dal voto di fiducia al Senato, dove la manovra è stata approvata a notte fonda dopo una giornata di caos e bagarre in aula con 167 sì. E rassicura anche sull’Iva, che non sarà aumentata: “Abbiamo disinnescato la clausola di salvaguardia con 12 miliardi quest’anno e lo faremo tutti gli anni, troveremo i soldi per non farla aumentare: lo dico ai tanti che mi chiamano. Sono solo regole di contabilità europea“. Anche Salvini parla della manovra su Facebook e spera che sia “sia l’ultima manovra” che ci costringe “a una trattativa di settimane con commissari non eletti da nessuno che ci dicono cosa fare. La battaglia noi l’abbiamo fatta, la legge Fornero si smonta, ad esempio. Se vince il cambiamento faremo in modo che la prossima manovra sia solo italiana, senza chiedere permesso a nessuno”, ha detto riferendosi ai negoziati con Bruxelles per il via libera dell’Europa.

Pd: “Mobilitazione il 29 dicembre” – Ma il Pd, oltre ad avere annunciato il ricorso alla Consulta, ha lanciato l’appello “per un presidio per sabato 29 dicembre prossimo davanti alla Camera dei Deputati un presidio per la democrazia e l’Italia”. A scriverlo è Maurizio Martina su Facebook. “In queste ore in Parlamento Lega e Cinque Stelle stanno consumando una rottura democratica, senza precedenti, pericolosa per il paese. Le loro forzature istituzionali e i contenuti della manovra che hanno imposto, oltre ogni normale possibilità di confronto, non possono passare sotto traccia”. Quindi, continua, “occorre che il Pd tutto si unisca e si apra alla partecipazione di quanti subiranno gli effetti drammatici di queste scelte. Nelle università e nelle scuole come nel sociale, nel mondo produttivo come in quello del lavoro“. E dopo il sit in del 29, propone “di sviluppare questa mobilitazione anche a gennaio nelle piazze con presidi ovunque nel paese. Chiamiamo a raccolta tutte le energie che vogliono costruire un’alternativa popolare a questo governo illiberale e pericoloso per il nostro futuro”.

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