La manovra finanziaria è stata approvata dal Senato nel cuore della notte, alle 2,40 passate. I sì sono stati 167 contro 78 no e 3 astenuti. I votanti sono stati 248. La corsa contro il tempo, in una giornata carica di tensione tra maggioranza e opposizione che ha avuto l’effetto di blindare la maggioranza che ha ottenuto quasi tutti i voti a disposizione nonostante il Pd (principale gruppo di opposizione) avesse lasciato l’emiciclo di Palazzo Madama prima delle operazioni di voto al grido (provocatorio) “onestà onestà”. L’esame della Camera inizierà il 27 dicembre. Anche lì il governo porrà la questione di fiducia per evitare di sforare la scadenza del 31 dicembre e andare così in esercizio provvisorio.

Una giornata convulsa, fatta di sedute sospese, capigruppo fuori programma, e bagarre in aula, culminata con gli spintoni tra Simona Malpezzi (Pd) e Laura Bottici (M5s). E poi caos e tensioni interne alla maggioranza, lavori in commissione a singhiozzo e voto sulla fiducia fissato a notte fonda. Dopo ritardi e slittamenti, il maxiemendamento alla manovra è stato presentato in Senato nel primo pomeriggio, ma la discussione nel merito è iniziata soltanto in serata. Il governo ha posto la fiducia e rinviato il provvedimento in commissione, salvo poi dire che andavano fatte ulteriori limature al testo e sospendere i lavori per un’ora. “Dateci un testo, vergogna, siete dei buffoni“, è stata la protesta di Pd, Leu e Forza Italia. Dai banchi del Senato, il capogruppo del Pd Andrea Marcucci ha annunciato che i dem faranno ricorso alla Corte Costituzionale “affinché si pronunci sulla enormità che si sono compiute sotto i nostri occhi e sotto quelli del Paese da parte di questo governo violento che se ne frega dei diritti del Parlamento“. E in serata in aula è intervenuto anche Matteo Renzi, che ha accusato Lega e Movimento 5 Stelle di avere “truffato gli italiani” perché “la manovra del popolo è diventata la retromarcia dei populisti”.

Stando alle novità dell’ultima bozza, l’esecutivo ha previsto un maxitaglio degli investimenti (saltano 5,4 miliardi) ed è rispuntato il fondo per i disabili per cui l’ex M5s Matteo Dall’Osso è passato in Forza Italia. Caos anche nella parte che riguarda gli Ncc, i noleggi con conducente: prevista nella prima versione di oggi pomeriggio, è stata accantonata perché non bastano le coperture. Ma il Consiglio dei ministri, ha varato un decreto ad hoc nella notte, riunendosi intorno alle 2, prima di tornare in aula per il voto finale.

Tutte incertezze che stanno creando numerosi malumori tra le forze di opposizione. Senza dimenticare che gli stessi esponenti della maggioranza temono che nella fretta possano spuntare sorprese non previste dagli accordi. Intanto è slittato anche l’esame della Camera che inizierà a partire dal 27 dicembre. La scarsa centralità del Parlamento in queste ore sta provocando non pochi disagi dentro il Movimento 5 stelle. Il presidente della Camera Roberto Fico oggi si è unito alla collega del Senato Elisabetta Alberti Casellati e ha chiesto maggiore considerazione: “Chi si lamenta per il poco tempo ha ragione”, ha detto. E a lui ha replicato il ministro dei Rapporti Riccardo Fraccaro: “Abbiamo difeso la sovranità dell’Italia”.

di Manolo Lanaro

Il Parlamento ignorato agita i 5 stelle: le parole di Fico e la replica di Fraccaro
Per i grillini il tema è molto delicato perché proprio loro, quando sedevano all’opposizione, si sono sempre battuti per dare ampio spazio ai lavori parlamentari. Oggi si è esposto lo stesso Fico, considerato da sempre voce critica dentro i 5 stelle: “Molti”, ha commentato il presidente della Camera, “si lamentano del fatto che la legge non è stata discussa dal Parlamento e hanno ragione, però non succede solo da oggi. Noi dobbiamo far sì che questa cosa non succeda più perché i presidenti della Camera e del Senato non vogliono che il Parlamento lavori in questo modo. Il Parlamento è e deve rimanere centrale, però è chiaro che spesso c’è un problema da questo punto di vista”. Sono parole che aumentano le tensioni dentro lo stesso Movimento 5 stelle. E infatti la replica è arrivata direttamente dal ministro M5s per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro, nonché fedelissimo di Luigi Di Maio: “Noi abbiamo difeso la sovranità dell’Italia”, è stata la risposta a distanza del grillino al collega, “la legge di bilancio arriva in ritardo perché per la prima volta da anni ci ha lavorato il governo e non l’ha dettata l’Ue. Rispettiamo il Parlamento, chiamato ad esaminare un testo che rispecchia la volontà dei cittadini e non i diktat di qualche tecnocrate. Consegniamo alle Camere la manovra del popolo e non la solita letterina Ue, ora è nostro dovere lavorare tutto il tempo necessario per approvarla”. Insomma per ora l’importante per i 5 stelle è chiudere la partita, ma potrebbero risentirne per molto tempo. Intanto ieri ha protestato la senatrice Elena Fattori, già nota per le sue posizioni di dissenso dentro il gruppo: “Voterò la fiducia, ma sarà l’ultima volta”, ha detto.

I ritardi per controllare commi e coperture. L’accusa M5s ai tecnici del Mef
Difficile capire effettivamente dove si è incagliato il testo. Secondo indiscrezioni del Mef, i ritardi sono stati dovuti alla necessità della Ragioneria di analizzare in poco tempo tutti i nuovi commi. In particolare, scrive l’Ansa, ieri sono stati fatti alcuni rilievi di criticità di copertura delle norme contenute nella bozza. E ci sono stati problemi politici sulle norme che riguardano appalti, grandi opere e la vicenda Taxi-Ncc (la norma prima presente e poi stralciata). Frizioni si sono registrate nelle scorse ore anche sulla sanatoria fiscale introdotta con un emendamento della Lega, il cosiddetto “saldo e stralcio”. Carroccio e grillini hanno anche discusso sulla questione inceneritori: la Lega voleva inserire ulteriori finanziamenti agli impianti, ma i 5 stelle si sono opposti.

Per il M5s invece, la responsabilità è da attribuire ai tecnici del ministero. Fonti M5Ss all’agenzia Adnkronos hanno parlato di “errori” contenuti nel testo del maxiemendamento che sarebbero stati inseriti volutamente. La teoria dei 5 Stelle è che, negli apparati tecnici del Mef, “qualcuno voglia metterci in difficoltà e sporcare la vittoria del premier Giuseppe Conte nella trattativa con l’Europa”. Tutto questo nonostante l’addio del capo di gabinetto del Ministero, Roberto Garofoli, mai digerito dai grillini. “Evidentemente – è il ragionamento – è rimasto ancora qualche suo uomo all’interno della ‘macchina’”.

CRONACA ORA PER ORA 

ore 02.49 – Il senatore M5s De Falco non vota la fiducia e sceglie l’astensione
Gregorio De Falco del M5s si è astenuto nell’Aula del Senato al voto di fiducia sulla Manovra. Oltre a lui si sono astenuti il senatore a vita Mario Monti ed Albert Laniece delle Minoranze linguistiche

ore 02.38 – L’esito del voto: ok del Senato, la manovra torna alla Camera
L’Aula del Senato approva la Manovra. Il testo torna alla Camera per la terza lettura. Il testo approderà in Aula a Montecitorio il 28 dicembre.
I voti a favore sono stati 167, 78 i contrari e due gli astenuti.

ore 00.22 – Iniziate le dichiarazioni di voto finali

ore 00.07 – Salvini: “Siamo stanchi ma contenti”
Lo dice il vicepremier Matteo Salvini tornato in Senato per il voto di fiducia sulla manovra.

ore 21.57 – Patuanelli (M5s): “Assurdo il ricorso del Pd alla Consulta”
“Il fu Partito Democratico, che ha calpestato ogni possibile regola costituzionale, parlamentare e democratica, paventa l’assurdità giuridica di un ricorso alla Corte Costituzionale sulla manovra. Il loro capogruppo Marcucci ha detto che sarà costretto ad andare alla Consulta per la prima volta. Per forza, caro Marcucci: sarebbe la prima volta perché non è possibile farlo!”. Lo afferma il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Senato Stefano Patuanelli. “La nostra Carta fondamentale che il Pd ha tentato di smantellare con la riforma Renzi – aggiunge Patuanelli – parla chiaro: Marcucci non sa cosa dice se sostiene che un senatore o un gruppo parlamentare possa ricorrere direttamente alla Consulta e sollevare un conflitto di attribuzioni. Peraltro il Pd dà sfoggio della propria ignoranza perché è stata proprio la Corte Costituzionale a sancire che i partiti non rientrano tra i poteri dello Stato ai fini dell’articolo 134. Consigliamo quindi al Pd di concentrare i propri sforzi per cercare di essere utile al Paese, invece che raschiare il fondo del barile con simili grottesche trovate che non hanno senso nemmeno sul piano logico”.

ore 20.50 – Renzi alla maggioranza: “Avete truffato gli italiani”
“La manovra del popolo è diventata la retromarcia dei populisti”. Nel corso della discussione a Palazzo Madama l’ex premier ha accusato la maggioranza di aver “mentito agli italiani” e di “averli truffati il 4 marzo”. Poi ha aggiunto: “La Flat Tax c’è solo per gli evasori”, mentre per il reddito di cittadinanza, che aveva “un costo stimato 63mld di euro, i denari aggiuntivi sono 3, 4 miliardi al massimo. Oggi la realtà vi presenta il conto”.

ore 20.36 – Al via lavori a oltranza in Senato
Bagarre nell’Aula del Senato dopo la votazione sul calendario dei lavori. La confusione era tale, con la protesta del Pd, che la presidente Elisabetta Alberti Casellati ha dovuto sospendere la seduta.

ore 20.34 – Malpezzi (Pd) accusa Bottici (M5s) di “averle messo le mani addosso”. Bagarre in aula

ore 20.15 – Marcucci: “Faremo ricorso alla Corte Costituzionale”
“Viste le gravissime violazioni dell’articolo 72 della Costituzione, il gruppo parlamentare del Pd esprime la volontà di sollevare ai sensi dell’art. 134 della Costituzione il ricorso diretto alla Consulta affinché si pronunci sulla enormità che si sono compiute sotto i nostri occhi e sotto quelli del Paese da parte di questo governo violento che se ne frega dei diritti del Parlamento”. Lo ha annunciato nell’Aula del Senato il capogruppo Andrea Marcucci.

ore 19.57 – Voto sulla fiducia dopo mezzanotte
Le dichiarazioni di voto sulla fiducia sulla manovra al Senato si terranno alle 23 e 30, con ‘chiama’ dei senatori a mezzanotte e mezza circa. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di palazzo Madama.  “La maggioranza – spiega il capogruppo del Pd Andrea Marcucci – ha deciso di andare avanti ad oltranza, fino a notte fonda. Per cui dopo che verrà approvata in Aula la proposta di calendario ci sarà una discussione generale che durerà 3 ore e mezza, visto che la maggioranza ha rinunciato ad intervenire in quella fase per guadagnare tempo. Dopodiché si passerà alla chiama per approvare ogni cosa di notte”. Alla ripresa dei lavori dell’Aula, la presidente Elisabetta Alberti Casellati ha annunciato che le dichiarazioni di voto verranno trasmesse in diretta tv.

ore 19.12 – Casellati convoca la capigruppo
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro ha posto la fiducia in aula a palazzo Madama sul maxi emendamento contenente la manovra. La presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati ha conseguentemente convocato la conferenza dei presidenti di gruppo per organizzare i tempi della discussione.

ore 19.10 – Casellati ritiene ammissibile il maxi-emendamento approvato dalla commissione Bilancio
In commissione il via libera è arrivato tra le polemiche di Pd, LeU e Forza Italia, che hanno abbandonato polemicamente i lavori e non hanno partecipato al voto sul parere al ‘maxi’, peraltro ulteriormente modificato con lo stralcio di alcune norme, tra cui quella sugli Ncc.

ore 19.06 – Riprende la seduta al Senato

ore 19.02 – Renzi: “Non c’è nessun Aventino delle opposizioni. Combatteremo in Aula tutta la notte” 
Lo dice l’ex premier Matteo Renzi, parlando con i cronisti in transatlantico al Senato. Renzi si incarica di ‘coordinare’ la comunicazione dei senatori Dem e spiega che il Pd ha abbandonato la commissione in dissenso e denunciato alla presidente Casellati una violazione del regolamento. “Ma niente Aventino”, precisa.

ore 18.42 – Errani: “Leu non partecipa al voto in aula”
”Prenderemo l’iniziativa verso il presidente del Senato” per chiedere che “convochi la capigruppo e venga valutato, dal punto di vista regolamentare, il tema relativo alla proposta avanzata dal governo”, dice il senatore di Liberi e uguali, Vasco Errani.

ore 18.39 – Le opposizioni chiedono l’intervento della Casellati
I capigruppo del Pd Andrea Marcucci e di Forza Italia Anna Maria Bernini hanno chiesto al presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati la convocazione della conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama, “visto il caos sulla legge di bilancio”.

ore 18.32 – Forza Italia abbandona la commissione
“Non siamo in condizione di esprimere il nostro voto”, ha detto Gilberto Pichetto Fratin alla ripresa dei lavori della commissione Bilancio del Senato, ai quali Forza Italia ha deciso di non partecipare.

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