Un centauro, mezzo uomo (magari con il viso affilato) e mezzo cavallo (con un posteriore bello pienotto). O, anche, una macchina affrescata davanti da a una matita come quella di un de Silva prima maniera – sommo sacerdote del culto delle linee – e dietro da un epigone di Botero, lo scultore colombiano profeta del tondeggiante. Sono i primi, spettinati pensieri che mi ha suscitato la nuova Mazda 3, presentata in anteprima europea ai giornalisti italiani in una location minimalista e modaiola di una delle arterie della movida sui Navigli, via Vigevano. L’abbiamo solo potuta vedere e toccare, per guidarla occorrerà infatti aspettare ancora qualche mese, anche se i trend setter la possono già ordire, in largo anticipo sull’uscita in concessionaria, attesa per primavera 2019.

E’ la prima auto Mazda a incarnare in pieno la cosiddetta filosofia Kodo e oltre a essere abbigliata con uno stile spiazzante, nasconde – si fa per dire, visto che se ne vanta assai – sotto la carrozzeria una chicca tecnica che farà discutere: il motore a benzina che funziona come un diesel, accendendo la miscela con la compressione e non con le candele.

Tuttavia, ha spiegato con enfasi il capo della Mazda in Italia, Roberto Pietrantonio, la Casa nipponica non ha alcuna intenzione di abbandonare il gasolio, “perché il diesel logora chi non lo sa fare”. E infatti nella gamma delle motorizzazioni che equipaggiano la new Mazda 3, s’erge orgoglioso il turbodiesel 1.800 da 116 cavalli (prezzi dai 25.400 euro in su), che sarà il primo a sbarcare sul mercato, nel marzo 2019, insieme all’intrigante 2 litri mild-hybrid a benzina (che costa 2.200 euro in meno). Bisognerà invece attendere giugno per il più figo e atteso di tutti, il motore 2 litri a benzina che, come si diceva, sarà il primo al mondo a lavorare con l’accensione a compressione tipica dei propulsori a gasolio: ricetta che, sostengono gli ingegneri della Mazda, regalerà una gagliarda risposta dell’acceleratore, consumi parchi, basse emissioni e un silenzioso sound di marcia. Lo proveremo volentieri e con tanta curiosità.

Per essere un segmento C – quello della Golf – è piuttosto lunga, nella versione a due volumi che vedremo in Italia: 4,46 metri. Una spanna più lunga della reginetta teutonica ma anche una decina di cm in più rispetto ad Astra e Focus. Visto che è difficile parlare di propulsori, consumi e tenuta di strada giurandole intorno con un prosecchino e il sashimi di tonno in mano, è giusto concentrarsi sull’aspetto, interno ed esterno, della giapponesotta che per la Mazda sarà una top-player, destinata a sfidare anche le famose marche premium puntando sulla tecnologia, la precisione costruttiva e sullo stile. D’altro canto, con un listino che partirà da 23.200 euro fai capire subito a che tipo di clientela intendi rivolgerti.

Ai manager della Mazda piace molto ricordare quanto l’azienda di Hiroshima sia legata al concetto del Jinba Ittai, un termine che identifica originariamente lo stretto rapporto tra il cavallo e il cavaliere, con il primo pronto ad apprendere i desideri del secondo sino a diventarne la naturale estensione. Concetto che l’azienda nipponica traduce nella simbiosi tra l’auto e chi la conduce. Forse esagerano un pochino ma è sicuro che la cura dei particolari interni della nuova Mazda 3 è davvero elevata – con le plastiche che sembrano metallo, l’abbondanza delle pelli, i montaggi precisini.

Faccino affilato alla Penelope Cruz e posteriore generoso alla Salma Hayek, soprattutto di fianco e di dietro la nuova Mazda 3 appare in effetti molto Kodo, specie grazie al mega montante posteriore che, come ha ribadito anche il capo dellO stile delle sede europea, Luca Zollino, “ha rinunciato alle linee di carattere”. Un lato B decisamente morbidone, che contrasta piacevolmente con il muso.

La stessa piacevolezza che troviamo all’interno. Dietro, la morbidezza delle forme si conferma con la comodità, che permette anche persone alte di distendere le gambe. Davanti, l’occhio cade su una plancia dal disegno elegantemente sobrio, dove la strumentazione è un cocktail di digitale e analogico.

Del resto gli uomini Mazda citano spesso, a mo’ di mantra, la filosofia del Kodo Design, che s’esalta nelle linee fluenti. Il gran capo del design globale, Ikuo Maeda, è il padrino del Koda style. Approdato alla Mazda nel 2009, ama andare in bici – sia in mountain bike che su una spicciola – e, come tutti (o quasi) gli stilisti di ogni famiglia merceologica, adora Milano. Ecco perché la première sul suolo europeo s’è tenuta a duecento metri dalla Darsena, sgranocchiando pesce crudo. Madunina sushi style rules.

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