Anche “Cane pazzo” abbandona l’amministrazione Trump. Dopo l’annuncio del rientro delle truppe Usa dalla Siria, James Mattis ha rassegnato le dimissioni da segretario alla Difesa: il suo incarico terminerà entro fine febbraio. “Il presidente ha il diritto di avere un capo della Difesa le cui vedute siano meglio allineate con le sue”, ha scritto l’ex generale dei Marines nella lettera consegnata alla Casa Bianca. “Mad dog” Mattis, come è chiamato negli ambienti militari, ha deciso di lasciare in disaccordo anche con l’ultima decisione presa dal capo della Casa Bianca: oltre ai 2mila soldati che torneranno a casa dalla Siria, il presidente ha deciso di ritirare 7mila uomini dall’Afghanistan.

Nelle ultime settimane Mattis aveva provato a far cambiare idea al presidente, ma non ci era riuscito. A confermare che il passo indietro fosse imminente anche la nota con cui la portavoce del Dipartimento Diana White aveva contraddetto il presidente sui risultati della guerra all’Isis. “Abbiamo sconfitto lo Stato islamico”, aveva twittato Trump annunciando il ritiro dalla Siria. “La lotta all’Isis non è finita, anche se la coalizione ha liberato alcuni territori che erano in mano all’organizzazione”, la replica della White. Secondo indiscrezioni, “mad dog” era all’oscuro della decisione ed è stato colto alla sprovvista dall’annuncio. E non sarebbe stato informato neanche sulle valutazioni sull’Afghanistan.

“Credo sia meglio per me fare un passo indietro”, ha scritto l’ex generale, accennando ai disaccordi con Trump sulla gestione della presenza statunitense nello scenario mediorientale e sottolineando che gli alleati degli Stati Uniti dovrebbero essere valutati e rispettati e che dovrebbe esserci un “approccio non ambiguo” ad avversari come Cina e Russia. “Una convinzione fondamentale che ho sempre sostenuto è che la nostra forza come nazione è inestricabilmente legata alla forza del nostro sistema unico e completo di alleanze e partnership”, ha detto riferendosi alla coalizione di 74 nazioni che combatte lo Stato islamico in Siria e Iraq.

“Mentre gli Stati Uniti rimangono una nazione indispensabile nel mondo libero, non possiamo proteggere i nostri interessi o servire efficacemente questo ruolo senza mantenere forti alleanze e mostrare rispetto verso quegli alleati”, ha continuato. E mentre Mattis ha fatto capire che abbandonerà la nave per divergenze con la presidenza, il tycoon ha spiegato, su Twitter, che l’ex marine sarebbe andato in pensione. “Il generale Jim Mattis sarà in pensione, con merito, alla fine di febbraio, dopo aver servito la mia amministrazione come segretario della Difesa negli ultimi due anni. Durante il mandato di Jim enormi progressi sono stati compiuti, soprattutto per quanto riguarda l’acquisto di nuovi equipaggiamenti”, ha cinguettato, specificando che presto sarà nominato un nuovo capo del Pentagono.

La notizia dell’addio di Mattis è arrivata nelle stesse ore in cui i media statunitensi riferivano che Trump ha deciso il ritiro di 7mila uomini dall’Afghanistan, la metà dei 14mila di stanza nel Paese. Secondo il New York Times, che cita un funzionario della Difesa, la decisione è stata presa nello stesso momento in cui ha ha stabilito di ritirare le forze dalla Siria. Secondo fonti citate dal Wall Street Journal, le truppe torneranno dall’Afghanistan “nelle prossime settimane” nella prima fase di un ritiro che potrebbe richiedere mesi.

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