Il giudice del lavoro di Roma Valentina Cacace deciderà a gennaio sul ricorso per comportamento antisindacale avanzato dall’Associazione stampa romana contro Sky Italia. Il sindacato dei giornalisti del Lazio contesta all’emittente la violazione dell’accordo del 6 aprile 2017 sul trasferimento da Roma a Milano di gran parte della redazione di Skytg24 e degli uffici che, fino a un anno fa, erano ospitati nella sede di via Salaria a Roma.

Dopo essersi impegnata a “evitare soluzioni traumatiche”, Sky Italia ha infatti licenziato tre delle giornaliste che non avevano accettato il trasferimento “volontario” e incentivato a Milano, una delle quali con parenti disabili da assistere ai sensi della legge 104, e ordinato la trasferta nel capoluogo lombardo ad altre due che rischiano anche misure disciplinari. Ieri gli avvocati – Raffaele Nardoianni per Stampa romana, Pierluigi Panici per le giornaliste coinvolte e Alessandro Paone e Francesco Rotondi per Sky – hanno discusso la questione davanti alla giudice Cacace che nelle prossime settimane si pronuncerà. All’udienza hanno preso parte il segretario e la vicepresidente di Stampa romana, Lazzaro Pappagallo e Loredana Colace. “Riteniamo che Sky non abbia esplorato le possibilità esistenti per evitare soluzioni traumatiche alle colleghe licenziate – si legge in una nota di Stampa romana -. Il comportamento della multinazionale inoltre ha compromesso gravemente l’immagine del sindacato. Chiunque firmi un articolo sindacale deve avere la certezza che quell’accordo, tutelando i lavoratori, sarà rispettato”.

Il trasferimento di Sky a Milano, nel 2017, fece rumore. Ne parlò perfino papa Francesco in piazza San Pietro. L’azienda, nonostante i passi falsi, non è certo in crisi, anzi annunciò utili spettacolari proprio nel pieno di una trattativa in cui si discuteva di centinaia di posti di lavoro. I giornalisti lì per lì si opposero, poi l’accordo sugli incentivi passò a maggioranza in assemblea e lo sottoscrissero anche i sindacati Fnsi e Stampa romana. Molto peggio che ai giornalisti è andata agli impiegati e ai tecnici: trecento sono andati a Milano con incentivi assai meno consistenti e duecento hanno perso il lavoro, licenziati o “autolicenziati”. In tribunale però le cose non stanno andando bene per Sky: prima cinque e poi una sesta lavoratrice sono stati reintegrati, si attende la decisione su diversi altri ricorsi.

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