Dopo quasi 50 anni arriva una circolare sui compiti. L’annuncio è di quelli che fa rumore quanto una foresta che cade. A farlo è stato il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti che a Radio1 Un giorno da pecora ha detto: “Vorrei sensibilizzare il corpo docente e le scuole a un momento di riposo degli studenti e delle famiglie affinché vengano diminuiti i compiti durante le vacanze”.

L’ultima circolare su questo tema è stata firmata del ministro femocristiano Mario Ferrari Aggradi che il 14 maggio 1969 scriveva: “Questo ministero è venuto nella determinazione di disporre che agli alunni delle scuole elementari e secondarie di ogni grado e tipo non vengano assegnati compiti scolastici da svolgere o preparare a casa per il giorno successivo a quello festivo, di guisa che nel predetto giorno non abbiano luogo, in linea di massima, interrogazioni degli alunni, almeno che non si tratti, ovviamente, di materia, il cui orario cada soltanto in detto giorno. Si potrà del pari far luogo ad interrogazioni quando ciò sia richiesto dallo stesso interesse degli alunni, in vista di scrutini o di esami imminenti, ad esempio per poter riparare in caso di precedenti valutazioni sfavorevoli”.

Dopo di lui sotto le feste natalizie ci provò la ministra Maria Chiara Carrozza, che disse agli studenti: “Convincete i vostri insegnanti a non darvi troppi compiti per le vacanze”. Un attimo di silenzio, sguardi stupefatti e poi ecco un’ovazione da stadio. Interrotta dalla seconda parte del discorso della ministra dell’Istruzione: “Ma il tempo che avete in più, dedicatelo alla lettura. Perché leggere un libro significa avere consapevolezza dell’importanza della cultura e può essere anche un gesto d’evasione, importante per la crescita degli individui senza ricorrere a scorciatoie come lo sballo per sentirsi più grandi o stare meglio insieme agli altri”. Ora tocca a Bussetti che non parla di eliminarli ma di diminuirli. Il tema compiti è tra i più discussi. L’annuncio di una circolare che faccia chiarezza è più che auspicato. L’importante è che non si tratta di una circolare “timida”, di quelle che usano i giri di parole per lasciare spazio alla libera interpretazione.

Forse dovremmo farci una domanda: cos’è un compito? Etimologicamente è qualcosa che si porta a compimento. E anche in questi casi l’etimologia aiuta. Perché il problema di fondo resta quello che non possiamo caricare i ragazzi di esercizi di matematica, ripassi di tabelline e frazioni da fare oltre ai verbi da studiare e alla poesia da imparare a memoria per religione come se quei 15 giorni a casa fossero un mese. È invece più logico pensare a delle esperienze che possano portare a compimento quanto studiato a scuola. In questa mission devono essere alleati i genitori. Se Marco in terza ha studiato le Alpi, una gita a Bormio sarà non solo un’occasione per stare insieme ma il modo più concreto per comprendere quanto studiato a scuola. Così se Maria avrà fatto le moltiplicazioni potrà continuare a moltiplicare comprando i pandori al supermercato con mamma. Resta il fatto che la circolare è benvenuta. Se poi, oltre a occuparsi del Natale, il ministro volesse dire la sua anche sui compiti d’ogni giorno non sarebbe male.

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