Si avvicinava la fine del secolo, e nella capitale di un Impero una sfortunata regina, suggerì al popolo di mangiare croissant, dato che il pane scarseggiava. Il popolo affamato, stanco, stremato da tasse e soprusi della media nobiltà, non la prese bene. La sua uscita, ammesso che sia stata veramente pronunciata da lei, è divenuta parte del pacchetto della “storia ufficiale” della rivoluzione francese. Emmanuel Macron oggi sembra la versione al femminile della famosa regina (che perse la testa per il popolo e le sue scelte).

C’è una grande differenza tra quella regina, avulsa dal mondo vero, e il signor Macron: l’informazione. Malgrado si possa criticare i media, come delatori, sobillatori o cospiratori del potere, i media hanno ancora lo scopo di tenere informati i cittadini su quello che succede. Al peggio se non ci si vuol fidare dei media i normali strumenti social sono perfetti per acquisire dati grezzi.

La Francia e i gilet gialli sono solo l’ennesimo esempio di una classe politica che ha deciso di ignorare il popolo. Bene inteso il mio non è un discorso politico. Ma mettiamola in questo modo: se Macron è il “nuovo che avanza” come era stato ribattezzato il suo movimento, allora sarebbe meglio tornare al vecchio. Macron dimostra di essere come quella regina, addirittura sono giorni che non si fa vedere sui media (un giorno sui social equivale a un’epoca nel mondo normale).

Ma cosa succede veramente in Francia? In verità nulla di nuovo. La classe media (di cui i taxisti sono solo una parte) si sente sempre più oppressa. I cittadini possono leggere su Internet tutto quello che succede e dissentire. Internet ha creato due grandi opportunità. La prima, all’apparenza, a vantaggio di un governo che ci tiene ai suoi cittadini: se usato correttamente (vedi Cina, correttamente è un eufemismo, si intende) Internet è il miglior sistema di controllo esistente. E la Cina dimostra chiaramente come si può controllare la vita dei cittadini in modo efficace e pervasivo.

Se restiamo nel mondo occidentale, Internet appare essere uno strumento valido per creare il seme di un dissenso che, se non intercettato si manifesta nella vita reale. I gilet gialli sono nati in rete e la loro organizzatrice nemmeno è una taxista: Priscillia Ludosky vende prodotti per aromaterapia in rete. Il movimento di per sé è un confluire di differenti gruppi di rivolta che si sono incontrati (in questo i social aiutano) e hanno cominciato a “scaldarsi a vicenda”. Di qui alla piazza il percorso ha preso alcuni mesi ma ora è mainstream. E la teoria del gregge (roba da sociologi dei decenni passati) fa il resto. Per imitazione altri prendono la piazza, poi si aggiungono un po’ di bravi “spacca tutto” (blackblockers, teppisti scegliete il termine che preferite) e il gioco è fatto.

Viviamo un’epoca della storia umana senza precedenti per fattori di comunicazione e interazione. E sorprendentemente i politici sono così ignoranti e inabili a utilizzare questi strumenti in modo corretto. Nel caso della Cina (ma ci sono anche altre nazioni meno famose) la rete è divenuta uno strumento di controllo efficiente e brutale (nella sua accezione finale, vedi islamici Hyuguri nei campi di concentramento, dove vengono “rieducati”). Nel mondo occidentale bastione della democrazia il massimo che possiamo osservare sono i casi di Trump che, sorprendentemente data l’età del biondo, ha saputo leggere gli animi della classe media (tra l’incazzato e l’atterrito dai rapidi cambiamenti) e ne ha fatto una bandiera. In modo rocambolesco e più primitivo (se parliamo dell’approccio tecnologico) in Italia abbiamo avuto la Lega e i 5 stelle. I partiti più globalisti (leggasi i democratici di sinistra) che, per assurdo sono stati i primi a sposarsi (qualcuno malignamente direbbe a vendersi) al capitalismo sfegatato e alle multinazionali, sono gli ultimi a percepire la potenzialità della rete, dei social e le loro applicazioni.

Alcuni secoli fa l’impero romano cadde sotto la forte pressione di una popolazione che non aveva una crescita economica sostenibile. Allora ci si poteva lamentare che avere dati e informazioni sull’andamento economico e sociale fosse difficile. Oggi non lo è più. Tuttavia l’imperatore della Francia ancora pensa che basti chiudersi in stanza al buio perché tutti i cattivi che lo vogliono alla Bastiglia se ne vadano.

Non è più tempo per i croissant… costano troppo.

@enricoverga

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