Vittime collaterali. Due parole per definire una situazione drammatica, da cui non si torna indietro. Persone che hanno perso tutto e che combattono ogni giorno con il dolore e le difficoltà quotidiane. È ciò che succede ai familiari delle vittime, in questo caso, di un femminicidio. La storia è quella di Carmela Morlino, uccisa a coltellate dal marito il 12 marzo 2015 davanti ai suoi due figli, che all’epoca avevano tre e sei anni. Il più grande riuscì anche a portare via la sorellina, cercando di fuggire davanti a tutto quel sangue.

Un trauma che non si ferma e che non può essere cancellato. I bambini sono stati affidati ai nonni, che hanno rispettivamente 74 e 67 anni. Nonno Renato ha raccontato in questi giorni la sua storia ai media, parlando nello specifico della loro vita: la sofferenza, la solitudine immensa, la paura dei figli di Carmela. Sebbene l’assassino sia attualmente all’ergastolo, i bimbi sono continuamente spaventati dal suo ritorno, vittime dei cattivi pensieri. Ogni tanto il nonno per rassicurarli li accompagna davanti al carcere per spiegare loro come il padre non possa scappare dalla detenzione.

I nonni sono così rimasti con i piccoli. Hanno seguito i tre gradi di giudizio per il femminicidio, le cause civili per l’affidamento, per gli alimenti, per togliere al marito i diritti sulla casa e per escludere che la sua famiglia possa avere notizie dirette sui bambini. Renato racconta tutto ciò che c’è dietro: le file interminabili, la burocrazia talvolta molesta, gli incontri con i giudici, i rendiconti, i servizi sociali, i soldi per gli avvocati, le istituzioni lontane e insensibili, il mutuo sulla casa da estinguere per lasciare qualcosa ai piccoli. E poi i bambini. Seguiti da psicologi, insegnanti di sostegno e le spese quotidiane, talvolta difficili da coprire con tutte le incombenze. Prendono anche delle medicine per dormire, perché dal giorno dell’assassinio della madre non riescono ad addormentarsi facilmente.

Per questa famiglia è stata lanciata su GoFundMe una raccolta fondi in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Il fundraising servirà a coprire le spese mediche e legali che la famiglia sta sostenendo per la tutela e la cura dei figli di Carmela Morlino: “Hanno continuo bisogno di cure mediche, di psicologi, di insegnanti di sostegno, il cui ingente costo è a esclusivo carico della famiglia, dimenticata dalle istituzioni – spiegano i promotori della raccolta. A questo si aggiunge il timore dei nonni, non più giovani, circa il futuro dei bambini qualora non ci fossero più o non fossero più in forze per prendersene cura”.

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