“Il contratto di governo si può rivedere”. Le basi dell’accordo tra Lega e M5s non sono un moloch intoccabile, almeno per Matteo Salvini. “Magari quello che abbiamo stabilito a maggio, a settembre del 2020 va ritarato”, dice il vicepremier durante un forum dell’Ansa. Una novità assoluta da quando il Carroccio è a Palazzo Chigi in compagnia dei Cinque Stelle. Perché finora era sempre stato richiamato come “carta canta” sui temi più delicati e nessuno aveva mai parlato della possibilità di rimettere mano a quelle pagine attorno alle quali si è condensato il programma da portare avanti nei cinque anni di governo. E che ha già creato diverse frizioni, dai termovalorizzatori al Global Compact. Invece ora il leader leghista apre a maquillage e revisioni degli obiettivi della maggioranza giallo-verde, qualora se ne manifestasse l’occasione.

“Alle politiche con Fi? Chi vivrà, vedrà”
Forza Italia
, chiarisce Salvini, resta lì: “L’opposizione fa l’opposizione, non mi formalizzo”, ha spiegato sottolineando che gli uomini di Silvio Berlusconi hanno votato il decreto sicurezza, “quindi è un’opposizione costruttiva, positiva con cui governiamo tanti Comuni, tante Regioni. Poi a livello nazionale sono all’opposizione e fanno il loro mestiere”. Ma finita l’esperienza di governo con il Movimento Cinque Stelle esiste l’eventualità di ripresentarsi insieme alle Politiche? “Ne riparliamo tra 5 anni, chi vivrà vedrà”.

“Convinciamo il Sud con i fatti”
Il ministro dell’Interno si è soffermato anche sull’espansione della Lega nel Mezzogiorno, dove il 4 marzo si sono registrati alcuni risultati sorprendenti in regioni che fino a qualche anno fa erano da zero-virgola: “Li convinceremo con i fatti”, dice. Perché “al Sud la politica ha preso in giro” tenendo “in ostaggio milioni di cittadini”. Invece nel Carroccio, spiega Salvini, “molti italiani vedono la concretezza, soprattutto sul fronte del lavoro, a difesa della pesca, dell’agricoltura, del Made in Italy, delle eccellenze meridionali”.

“Critiche imprenditori? Mai così forti al Nord”
Di contro, da diversi fronti si agita lo spettro di un abbandono delle fila leghista da parte di una fetta degli imprenditori settentrionali. Quel tessuto produttivo che da sempre è l’humus sul quale la Lega ha costruito le sue fortune elettorali. Uno scenario che Salvini respinge perché i dati “dicono che non siamo mai stati così forti in tutta Italia e soprattutto al Nord”. Eppure le critiche degli imprenditori sono giunte da diversi fronti, con il rischio di influenzare i sondaggi. Bordate anche dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia: “Sto qua molto volentieri, ci sarà Boccia, ci saranno i commercianti – ha detto Salvini – Non si possono fare miracoli in 6 mesi”. Ma “senza lodarsi, penso che sia più evidente quello che abbiamo fatto in sei mesi che altri in sei anni”, rivendica il capo del Viminale che si intesta anche l’aver “ridotto di quasi 100mila gli arrivi via mare e i morti in maniera notevolissima”.

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