Alla fine Osiris-Rex ce l’ha fatta, ha incontrato il suo asteroide Bennu. La sonda della Nasa, lanciata a settembre del 2016, è ora intorno alla roccia spaziale dove fra un anno calerà il braccio robotico per prelevarne campioni da riportare a Terra. È la prima volta che la Nasa manda una sonda su un asteroide per riportarne alla base campioni da analizzare. Osiris-Rex ha viaggiato per oltre due anni nello spazio e a guidarla nel suo impervio cammino è stata la bussola spaziale italiana, il sensore Star Tracker pensato, progettato e prodotto da un team di ingegneri, matematici e fisici di Leonardo negli stabilimenti di Campi Bisenzio, a pochi chilometri da Firenze.

Osiris-Rex – acronimo che sta per Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification, Security-Regolith Explorer – osserverà per tutto il prossimo anno l’asteroide Bennu anche alla ricerca di un luogo su cui far posare il braccio robotico che dovrà prelevarere i preziosi campioni dell’asteroide. La Nasa sottolinea che la ricerca sarà quella di individuare un luogo “sicuro e scientificamente interessante” dove portare avanti questa delicata fase della missione. Se tutto andrà come da programma, la Nasa spiega che la sonda inizierà il suo rientro sulla Terra nel 2021, per atterrare nel settembre del 2023.

La sonda è grande quanto un Suv mentre l’asteroide, del diametro di circa 500 metri, è considerato potenzialmente pericoloso perché secondo le stime, che aveva elaborato l’astronomo italiano Andrea Milani dell’università di Pisa, scomparso pochi giorni fa, ha una possibilità su 2.700 di colpire la Terra nei prossimi 200 anni.

Foto d’archivio

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