Giulia Grillo ha revocato la nomina dei 30 componenti non di diritto del Consiglio superiore di sanità, l’organo tecnico-consultivo del ministero della Salute. La decisione è stata resa nota con un decreto di revoca e condivisa con i componenti tramite mail. I rappresentanti delle istituzioni – ministero, Agenzia del farmaco e Istituto superiore di sanità – sono membri di diritto e sono rimasti al loro posto. Gli attuali membri non di diritto erano stati nominati dall’allora ministra Beatrice Lorenzin con decreto del primo dicembre 2017 e si erano insediati il 20 dicembre dello stesso anno. Il mandato sarebbe dovuto durare tre anni, ma fino al 5 dicembre la ministra Grillo aveva la facoltà di revocare quella decisione. “Ho deciso di dare un segnale di discontinuità rispetto al passato – ha spiegato la ministra in una nota – Siamo il governo del cambiamento e, come ho già fatto per le nomine di mia competenza nei vari organi e comitati del ministero, ho scelto di aprire le porte ad altre personalità meritevoli. Sono sicura che alcuni componenti del Css possano essere nuovamente nominati, di certo non i vertici, che devono avere la fiducia e la piena sintonia con il ministro in carica”. La Grillo ha sottolineato “l’indiscutibile valore tecnico-scientifico, ma – ha aggiunto – è tempo di dare spazio al nuovo”.

Dai vertici arriva la voce proprio della presidente uscente del Css Roberta Siquilini, ordinaria di Igiene a Torino: “Visto l’alto spessore dei membri che compongono il Css, non vedo alcuna ragione scientifica alla base della decisione del ministro della Salute Giulia Grillo. Siamo stati colti alla sprovvista ed avvertiti della revoca delle nomine solo oggi attraverso una lettera. È ovviamente nelle prerogative del ministro decidere una revoca delle nomine, ma non ne comprendo la ragione visto che ad oggi il Css non ha neanche avuto modo di farsi conoscere né di incontrare Giulia Grillo”.

Il Consiglio superiore della sanità è l’organismo al quale il ministro si rivolge, oltre che nei casi espressamente stabiliti dalla legge, in tutti gli altri in cui vi è da dirimere questioni o problematiche di valenza tecnico scientifica prima dell’adozione di atti legislativi, regolamentari o amministrativi. Una spiegazione la dà l’ex ministro della Salute del governo Berlusconi, Girolamo Sirchia: “Se il ministro ritiene di non avere nel Consiglio superiore di sanità persone che hanno la sua fiducia, ma invece hanno una visione diversa della sanità, allora è nelle facoltà del ministro avviare un rinnovamento del Css” dice. Insomma, “nessuno discute il valore scientifico e tecnico dei componenti, ma forse era una questione di fiducia politica. Capisco l’amarezza del gruppo uscente, ma comprendo anche che un ministro che si trova alla sua prima esperienza, alla prima ‘uscita’ da ministro, possa volere dei pareri ‘garantiti al 100 per cento’ anche dal punto di vista politico”.

Una scelta, quella di revocare tutti i componenti in blocco, mai successa prima, sottolinea il farmacologo Silvio Garattini, presidente e fondatore dell’Istituto Mario Negri di Milano, uno dei massimi esponenti della ricerca scientifica italiana. “Il ministro ne ha la facoltà e ha ritenuto di esercitarla – commenta Garattini – Io non so quale possa essere il motivo, nei circa 15 anni in cui sono stato componente del Css, non è mai successo. Spiace solo che il ministro non ci abbia mai incontrato”. Secondo fonti del ministero, tuttavia, la revoca era possibile solo in blocco e non è possibile singolarmente. Tra coloro che termineranno in anticipo il loro mandato anche molte personalità del mondo della sanità, come i genetisti Giuseppe Novelli e Bruno Dallapiccola, e il preside della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, Rocco Bellantone. E’ stata una “sorpresa”, conferma Dallapiccola. “La notizia – spiega all’AdnKronos – ci è stata comunicata stamani dalla segretaria. E’ nelle facoltà del ministro decidere in questo senso. E in effetti ognuno di noi lavora con la sua squadra”. Che dire allora? “Siamo sempre a disposizione se qualcuno ha bisogno di noi, altrimenti va bene lo stesso”, conclude Dallapiccola. La decisione, aggiunge il cardiologo Antonio Colombo, “non ci è stata anticipata, è arrivata un pò ‘out of the bluè. Penso che sia intuitivo che è una sorpresa, e le sorprese non sempre hanno un carattere positivo. Forse vorremmo sapere se abbiamo fatto qualcosa che non andava bene, come tutti gli scolari quando il professore toglie loro qualcosa. Ma magari è solo un avvicendamento: cambiano i capi, cambia la squadra. In questo senso non è una sorpresa al 100 per cento”.

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