Gli smartphone Android top di gamma ormai hanno prezzi vicini alla soglia dei mille euro, ma se per voi sono troppi sappiate che Sony ha deciso di presidiare questa fascia con il concorrenziale Xperia XZ3. Il listino parte da 799 euro, ma online è facile trovarlo a 699 euro. Un prezzo inferiore rispetto al Google Pixel 3 XL, che a parità di dotazione chiede però 999 euro. Anche il Galaxy Note 9 e il Mate 20 Pro costano di più (oltre mille euro), però offrono una quantità maggiore di RAM e un maggior numero di sensori fotografici. Sony ha quindi deciso di puntare sul prezzo, oltre che sulla qualità, che troviamo per esempio nello schermo da 6 pollici di primissimo livello. L’unico neo è la maneggevolezza.

Partiamo appunto dallo schermo nel raccontarvi la nostra prova d’uso. Sony ha ridotto lo spessore delle cornici rispetto ai modelli precedenti, a favore di un’area di visualizzazione maggiore. Inoltre ha abbandonato la tecnologia LCD a favore di quella P-OLED, per la prima volta utilizzata dall’azienda giapponese. Acronimo di Polymer Organic LED, consiste materialmente in LED organici (basati sul carbonio) “poggiati” su una base fatta di un polimero conduttivo. Immaginate una specie di foglio di plastica trasparente con dei collegamenti elettrici. Questo foglio è la base dello schermo. Ci sono decine di migliaia di OLED, organizzati in gruppi da tre (per ognuno dei colori primari: verde, rosso e blu). Ognuno di questi punti costituisce un pixel. Combinando i tre colori primari in vari modi si possono ottenere milioni di colori. Il perché di questa scelta è presto detta: l’impiego della tecnologia P-OLED sugli smartphone permette di creare schermi con curvature molto pronunciate, come quelle che vedete ai lati dell’Xperia XZ3.

Il risultato complessivo è semplicemente meraviglioso. Le immagini si vedono perfettamente da qualsiasi angolazione, non ci sono problemi nella visibilità all’aperto, la luminosità è ottima e i contrasti sono di primissimo livello. Inoltre, per questo schermo Sony ha sfoderato alcune delle tecnologie che ha sviluppato per la sua gamma di TV. In primis Triluminus e X-Reality, che intervengono soprattutto su gamma cromatica e dettagli. Non manca poi il supporto all’HDR, che permette di vedere film e video con una qualità eccellente.

Abbiamo apprezzato particolarmente anche la funzionalità always-on, che lascia sempre visibili informazioni come orario, stato della batteria e notifiche, anche quando lo smartphone è in stand-by. Quanto alla doppia curvatura sui lati, ci sono pregi e difetti. Da una parte aumenta l’area di visualizzazione e aggiunge funzioni interessanti. Per esempio, i bordi sono sensibili alla pressione, quindi basta stringere un po’ lo smartphone per avviare alcune azioni rapide. Dall’altra i bordi arrotondati, insieme al vetro che riveste la parte posteriore, rendono l’XZ3 poco ergonomico. Meglio adottare una cover per evitare che scivoli letteralmente dalle mani. E per evitare che, stringendo troppo il telefono per non farlo “scappare di mano”, si attivino funzioni indesiderate.

Da sottolineare poi la qualità costruttiva, valorizzata dalla certificazione IP68 per la resistenza ai liquidi: se questo smartphone vi cade inavvertitamente in piscina non si danneggia. Aggiungiamo poi che il vetro posteriore ha un ottimo trattamento oleofobico: non restano le ditate.

Quanto alle prestazioni, sono ottime. Il processore Snapdragon 845 di Qualcomm è un chip ampiamente collaudato e integrato in buona parte degli smartphone al top di gamma di quest’anno. In questo caso è affiancato da 4 Gigabyte di memoria RAM. Il risultato è un’esperienza d’uso sempre fluida e reattiva in qualsiasi situazione di utilizzo.

L’esperienza è inoltre esaltata dal comparto audio. Ci sono due speaker stereo sulla parte frontale, che garantiscono volume elevato e ottima qualità di riproduzione. C’è poi la tecnologia denominata “vibrazione dinamica”, grazie alla quale lo XZ3 vibra in maniera sincronizzata al contenuto che si sta riproducendo, consentendo così un’esperienza ancora più coinvolgente.

Per quanto riguarda il comparto fotografico, sul retro c’è un solo sensore da 19 Megapixel, che consente una resa di alto livello, anche se resta un passo indietro rispetto ai diretti concorrenti. Un aspetto che emerge soprattutto in notturna dove, ad esempio, la modalità Notte dei top gamma Huawei fa la differenza. Come da tradizione, il software fotografico di Sony è ben realizzato, con un’interfaccia estremamente intuitiva. Di alto livello i video, che possono essere registrati fino alla risoluzione 4K, a 30 fps.

Notevole, infine, l’autonomia. Con un uso molto intenso abbiamo cronometrato 3 ore di attività a schermo accesso. Con un uso normale siamo arrivati a 15/16 ore di autonomia, che è un buon risultato. Detto questo, ci sono top di gamma concorrenti che fanno decisamente meglio (vedi Mate 20 Pro). Da segnalare comunque la presenza della ricarica rapida (caricabatterie incluso in confezione) e di quella wireless.

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