“La violenza sulle donne purtroppo non conosce confini geografici, distinzioni di classe o di età: è iscritta in tante singole biografie. In ogni sua forma, fino all’omicidio, non è mai un fatto privato né solo conseguenza di circostanze e fattori specifici, ma si inscrive in una storia universale e radicata di prevaricazione sulla donna”. È questo il monito lanciato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne che si celebra oggi. Intanto, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha annunciato che all’ordine del giorno nel prossimo Consiglio dei ministri ci saranno le misure del cosiddetto “codice rosso” per istituire una corsia preferenziale alle denunce e alle segnalazioni di episodi di violenza nei confronti di donne, accelerandone l’iter.

“Ogni ferita fisica e psicologica inferta a una bambina, ragazza o donna, ogni ingiustificata svalutazione delle capacità femminili sono forme di oppressione antica che rendono le donne meno libere, meno uguali, subalterne, infine vittime – sottolinea ancora il Capo dello Stato – Vanno superate discriminazioni, pregiudizi o stereotipi sui ruoli e sulle attitudini basati sull’appartenenza di genere, iniziando dall’infanzia e in particolare dal mondo della scuola”.

“La prevenzione avviene soltanto continuando ad operare per una profonda trasformazione culturale che trovi il suo miglior esito nella promozione del rispetto e nell’affermazione delle donne nella società. Nel nostro Paese il fenomeno della violenza sulle donne è ancora tragicamente alto e la sua denuncia ancora troppo reticente. Si devono, quindi, favorire le condizioni migliori per superare questo ulteriore ostacolo soprattutto negli ambienti – come quello lavorativo – dove risulta più difficile”, conclude Mattarella.

“Abbattiamo uniti il muro della paura: nessuna donna che subisce violenza, fisica o psicologica, deve più sentirsi sola”, ha ribadito anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in un messaggio su Facebook. “Siamo consapevoli che non basta uno slogan per fermare questa spirale di violenza. Siamo altrettanto consapevoli che serve una volta per tutte una svolta culturale, spesso evocata negli ultimi anni ma che, purtroppo, stenta ancora a concretizzarsi nella vita di tutti i giorni”, conclude Conte.

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Non è normale che sia normale che la politica si ricordi delle donne solo il 25 novembre

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