Un’intera classe delle scuole elementari di Baone, in provincia di Padova, si è fatta vaccinare contro l’influenza per proteggere una compagna e consentirle di tornare a scuola. La piccola, infatti, è immunodepressa e non può sottoporsi alla vaccinazione, ma nemmeno rischiare di prendere l’influenza. E così è scattata la catena di solidarietà con gli alunni della terza elementare dell’istituto comprensivo che si sono recati in ambulatorio per farsi iniettare il vaccino. Ma non solo loro. Lo hanno fatto anche gli insegnanti e alcuni genitori.

Vittoria compirà 9 anni a gennaio del prossimo anno. Poco più di un anno fa, nell’ottobre 2017, era stata colpita da una forma di leucemia che l’aveva costretta a stare a casa dalle lezioni. In quella occasione maestre e compagni si erano impegnati per non farle pesare le assenze da scuola e l’avevano seguita facendole lezione a casa. E in occasione dello scorso Natale i suoi compagni di classe erano andati sotto le finestre di casa sua dedicandole i canti imparati a scuola. Adesso Vittoria è guarita ed è tornata sui banchi. Ma la malattia e la chemioterapia a cui si è sottoposta l’hanno resa debole. Per questo è scattata la richiesta della mamma di Vittoria di praticare la cosiddetta immunità di gregge. Ovvero rendere immuni all’influenza le persone che sono a più stretto contatto con la bimba. La spiegazione viene dai medici dell’Ulss 6 Euganea. “Se nella popolazione ci sono alti livelli di copertura vaccinale, questa impedisce di fatto la circolazione di virus e batteri. Vengono quindi protette dall’infezione anche le persone che come Vittoria, per il loro quadro clinico, non possono essere vaccinate”.

“E’ stata una cosa fantastica, meravigliosa, non smetterò mai di ringraziarli tutti” commenta con commozione Federica Berto, la mamma di Vittoria, che è insegnante nella scuola materna delle stesso istituto comprensivo di Baone. “L’immunodepressione di Vittoria è dovuta alle cure per la leucemia. Ora ha ricominciato una vita abbastanza normale, anche se l’immunodepressione rimane e basta un virus come quello dell’influenza per mettere in pericolo la sua salute”. E poi aggiunge: “Sono stati fantastici. L’anno scorso i bimbi sono venuti a cantare le canzoni di Natale e lei li ha salutati dalla finestra perché non poteva avere contatti con nessuno nelle prime fasi della cura. Ora si sono vaccinati tutti per lei”. Domenico Scibetta, direttore generale dell’Ulss 6 sottolinea il valore di questo gesto collettivo. “Oltre a una grande importanza nel caso concreto, ha anche un significativo valore simbolico, che ci fa ben sperare per il futuro. In un mondo spesso concentrato sull’interesse personale, questi bambini insieme alle loro famiglie e ai loro maestri ci insegnano che all’altro, a quello che evangelicamente viene definito il prossimo ovvero al nostro compagno di banco, al nostro vicino di casa, al nostro dirimpettaio di scrivania, si può donare il nostro tempo, la nostra attenzione, la nostra capacità di capire, facendoci carico del senso della comunità e del suo benessere”.

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